
Alpinisms fa rivivere una certa elettronica minimale che li avvicina agli Stereolab con in più un effetto psichedelico straniante. A sentire l'album tutto d'un fiato, infatti, si rimane come ipnotizzati, non so dire se in modo negativo o in modo positivo, ma l'effetto causato potrebbe essere descritto come una spirale che ruota davanti ai nostri occhi.
C'è molta psichedelia subliminale su Alpinisms (White Elephant Coat fa venire in mente i Jefferson Airplane) che, a differenza di molti altri gruppi, mostra un approccio del tutto inaspettato e controcorrente.
Il punto di vista degli School of Seven Bells non sembra tanto indirizzato verso il lato lisergico della psichedelia, ma piuttosto verso uno stato di torpore cosciente indotto dal calore umano. Come accade nel proto-raga elettronico Prince of Peace o nel battito delle fasi reiterate di Sempiternal/Amaranth, c'è sempre qualcosa di sciamanico (leggi autentico) e non di chimico (leggi artificiale). L'uso iperbolico ed evanescente delle voci congiunte di Alejandra e Claudia contribuisce in maniera fondamentale ed incisiva, creando un wall of sound a tratti alienante (Connjur, My Cabal) come facevano gli ultimi Cocteau Twins.

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