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martedì 20 agosto 2019
Somos - Prison On A Hill (2019)
Nel 2014, all'apice dell'emo revival, insieme al ritorno sulla scena di alcuni gruppi storici di questo movimento (vedi American Football, Braid, ecc.) ne saltarono fuori altri di giovani e debuttanti come i bostoniani Somos che esordirono con il carino Temple of Plenty, attirando buone reazioni dalla critica. Due anni nel dopo nel 2016 ci riprovano con il meno ispirato First Day Back, senza però riuscire a portare il loro nome ad un interesse maggiore nell'ambiente underground. Dopo una pausa per smaltire lo stress da tour eccoci al 2019, l'anno che per i Somos avrebbe potuto regalare tante soddisfazioni se non fosse stato per un tragico ed inaspettato evento. Prison On A Hill è pronto ad uscire il 27 settembre, ma il 12 agosto arriva la terribile notizia della prematura scomparsa del chitarrista Phil Haggerty a soli 28 anni. Quindi i due Somos superstiti Michael Fiorentino e Justin Hahn decidono di rendere l'album disponibile all'acquisto prima della data ufficiale di pubblicazione, per una sola settimana, al fine di raccogliere un fondo da donare alla famiglia Haggerty in modo da coprire le spese del funerale, riuscendoci in un solo giorno.
Nel dramma che ha portato a questa decisione si fa strada un flebile raggio di sole, perché Prison On A Hill, al quale Haggerty ha lavorato con tanta dedizione, ripaga lo sforzo del trio non solo per rappresentare di diritto la loro prova migliore, ma anche per essere uno degli album più riusciti dell'anno. E dispiace che alla luce di un'opera così fondamentale per i Somos, Haggerty non potrà essere qui a vederne i frutti. La sua chitarra è effettivamente l'anima di Prison On A Hill, accostandosi con versatilità al salto stilistico compiuto dal gruppo. Infatti il disco abbraccia l'ormai imperante ritorno al sound anni 80, ma lo fa con un'inedita intuizione senza abbandonare le proprie radici. I Somos innamorati del midwest emo sono ancora qui e per far evolvere il proprio sound del tutto americano non si sono rivolti prevedibilmente ad un generica synthwave, ma più precisamente alla new wave di matrice inglese, più consona a far risaltare la componente pop punk della band.
Ed è proprio lo scontro tra chitarra e synth che contrassegna quasi tutte le canzoni dell'album che da una parte mantengono la malinconia ottimista dell'emo, mentre dall'altra sfoggiano una scintillante veste pop la quale dona uno slancio orecchiabile e solenne, mostrato in tutto il suo potenziale su The Granite Face e Iron Heel. La chitarra di Haggerty dirige le due fazioni tra arpeggi e progressioni che ti entrano sottopelle come quelli di Young Believers, uno dei pezzi più brillanti di questo 2019, o con le sferzate abrasive da power emo di Mediterranean, sfiorando la coralità dell'arena rock su Ammunition. La new wave prende il sopravvento nelle ballabili Farewell to Exile e Absent and Lost con giochi di sintetizzatori e ritmiche elettroniche. In questo suo ibrido Prison On A Hill riesce a cavarsela su entrambi i fronti: la freschezza infusa dall'inedito sodalizio con l'estetica pop degli anni 80 riveste l'emo dei Somos con una luminosità tale che le circostanze hanno reso il miglior modo per ricordare Phil Haggerty.
lunedì 12 maggio 2014
Altprogcore May discoveries
Gli Atlas:Empire finora hanno pubblicato due EP, di cui questo Somnus è l'ultimo in ordine di tempo, e a giugno saranno in tour con i F.O.E.S. La loro musica è fondamentalmente post rock, ma possiede delle digressioni veementi mutuate dal post hardcore.
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Awning è un duo di folktronica composto da Jon Sheldrick e Luke Smith. Two Against Me è il loro esordio (dopo due EP) che, con le sue melodie eteree, sta in una via di mezzo tra Bon Iver e trip hop. Molto carino e distensivo.
www.facebook.com/awningmusic
Questa è una cosa un po' particolare: un album split per due one man band. Lucent e Say I Am in realtà non sono dei gruppi, due giovani amici che suonano musica ognuno per conto proprio nelle persone di Joseph Nicely e Sturvn Orstrorsk rispettivamente. Quest'ultimo ha anche un altro progetto di prog metal chiamato Coronado. Comunque, Lucid è molto simile al pazzo math rock dei Tera Melos, mentre Say I Am è un misto di prog metal, djent e math rock. Direi che entrambi hanno qualcosa di buono
www.facebook.com/LucentOH
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Dopo un EP di demo che aveva creato attesa nell'ambiente emo, l'esordio dei Somos direi che non tradisce le attese per chi è un estimatore del genere. Personalmente a me non piace molto la voce del cantante, ma è un dettaglio.
www.facebook.com/somosMA
Si auto descrivono come gli Yes suonati dai Meshuggah, ma dei primi non hanno Jon Anderson (nel senso che suonano musica strumentale) e non sono estremi come i secondi. I Body Bound contano tra le loro fila due ex membri dei Rolo Tomassi e suonano una specie di math metal un po' ripetitivo, ma comunque interessante.
I Matter suonano un post hardcore che ricorda un connubio tra Moving Mountains e Thrice. Sono tanto melodici e lirici nelle parti quiete, quanto incredibilmente caotici nelle parti aggressive. Una dicotomia che mostra due facce estremamente distanti. Ho storto il naso quando ho letto che i testi sono ispirati alle scritture del profeta Ezechiele e che nei ringraziamenti il primo nome a comparire è "King Jesus". Niente di male, ma mi viene difficile associare questo tipo di musica ad una christian band.
http://matterband.com/
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