martedì 28 maggio 2013

echolyn - gli ultimi due inediti


Another Stone e Crows Fly By sono gli ultimi due inediti (di sei) tratti dalle sessioni dell'album dello scorso anno.





MoeTar - From These Small Seeds (2012)


I MoeTar sono un quintetto proveniente dalla Bay Area e nati nel 2008. Il nome della band è una contrazione dei fondatori Moorea Dickason (voce) e Tarik Regab (basso) che, insieme al tastierista Matt Lebofsky dei miRthkon, Matthew Heulitt (chitarra) e David Flores (batteria), hanno esordito con From These Small Seeds, una prova tecnicamente maiuscola che prova il valore delle capacità musicali dei cinque. L'album, autoprodotto e pubblicato nel 2010 e ristampato ufficialmente nel 2012 dalla Magna Carta Records, è un eccentrico frullato di prog fusion, anche abbastanza accessibile grazie ad un formato canzone che ne facilita l'ascolto, che si rifà alle partiture funamboliche di Gentle Giant, Yes e Frank Zappa. Qualche volta si ha la sensazione che la voglia di sfoggiare le proprie doti musicali prenda un po' il sopravvento, ma From These Small Seeds è un lavoro assolutamente da ascoltare per gli amanti del genere.





domenica 26 maggio 2013

Infantephant - Cyclelicoptippopacalypse EP (2013)


Se non fosse per la poca notorietà di Eric Fitzgerald (voce, chitarra), David Bodie (batteria) e Keith Abrams (basso), questi Infantephant potrebbero essere definiti un supergruppo a tutti gli effetti, in quanto sono ex membri di band come Time of Orchids, Kayo Dot, maudlin of the Well e Pak. Comunque è appena stato reso disponibile questo EP di esordio che è veramente vicino, come stile, agli ultimi Time of Orchids, intricato e cervellotico quanto basta. Nelle note di presentazione i tre citano come ispirazione, tra gli altri, Gentle Giant, Meshuggah e Cheer Accident. 


martedì 21 maggio 2013

NOSOUND - Afterthoughts (2013)


Il percorso di Giancarlo Erra intrapreso con il suo progetto Nosound sta prendendo contorni sempre più definiti e interessanti. Arrivato ormai al quarto lavoro in studio, forte di un sodalizio con l'etichetta inglese Kscope - iniziato dal 2008 è unico artista italiano a farne parte -, Erra è riuscito a dare un respiro internazionale in perfetta sintonia con la filosofia musicale della label, in una terra di mezzo sospesa tra ambient, minimalismo e post rock.

I brani e l'atmosfera di Afterthoughts sono legati da un'estetica solida e omogenea le cui connotazioni vanno fatte risalire alle suggestioni intellettuali di band come No-Man e Talk Talk o ai paesaggi psichedelici dei Pink Floyd e dei primi Porcupine Tree. E credo non sia un caso che Chris Maitland, proprio l'ex batterista che contribuì a plasmare quella prima éra dei porcospini, è qui ospite alla batteria, completando la formazione che vede al fianco di Erra gli ormai fidati Alessandro Luci al basso e Paolo Vigliarolo alla chitarra, Marco Berni alle tastiere e l'altra ospite Marianne De Chastelaine al violoncello.

Le composizioni di Afterthoughts sono similmente strutturate, partendo da una calma apparente costruita su tappeti di tastiere e delicati arpeggi di chitarra. Lentamente si fanno strada i crescendo che coinvolgono accordi saturi e distorti con l'intervento di ritmiche sempre più marcate. La voce di Erra ci appare lontana, qualche volta filtrata, altre volte immersa in malinconici riverberi, come se il suo canto volesse trasmettere un distaccato disagio. Il che non fa altro che giovare al carattere così nostalgico della musica.

Pur non essendo un concept album, il procedere dell'opera, musicalmente, mi ha dato delle sensazioni che possono trovare dei parallelismi con la rivoluzione terrestre. Come se ogni brano rappresentasse un momento emotivo del moto ciclico della Terra attorno al Sole, partendo dal suo calare dietro l'orizzonte. Il crepuscolo viene indotto dall'indolente andamento di In My Fears, il piano elettrico e le chitarre di I Miss the Ground hanno un ché di lunare, la cui luce illumina il requiem notturno della seguente Two Monkeys. L'incedere nebuloso di The Anger Song, con i suoi suoni miscelati e amalgamati, potrebbe far pensare ad un preludio dell'alba, mentre l'arpeggio di piano e i synth minimali di Enconuter, che infondono quasi un gelido calore, ci accompagnano verso la prima luce mattutina.

She e Wherever You Are trasmettono, al principio, una certa inquietudine, funzionale nel costruire una tensione che si diluisce nelle loro dinamiche, proprie del sorgere del Sole fino al suo zenith. Paralysed, oltre ad essere il brano più lungo dell'album con i suoi otto minuti, è per metà cantata anche in italiano. Il suo andamento tribale si smorza in un bellissimo assolo dal sapore gilmouriano, quasi liberatorio nella sua esplosione, che ci avvolge nel calore delle intense ore pomeridiane. La seconda parte del pezzo riflette su raffinate coordinate da cantautorato italiano vicine alla sensibilità di Andrea Chimenti.

La conclusiva title-track, estremamente malinconica grazie a scarni accordi di piano accompagnati dal violoncello, chiude l'album sempre in modo notturno, anche se emotivamente antitetico rispetto all'inizio. Se, infatti, la crepuscolare In My Fears tratteneva in sé una promessa di luce, qui la musica sembra suggerire un tuffo nell'oscurità senza ritorno. Afterthoughts, indagando ancora una volta nei meandri della musica onirica e malinconica a cui ci hanno abituato i Nosound, si presenta come l'album più maturo di Erra, ponendosi come un importante punto di arrivo nella carriera del gruppo romano. A questo punto si aprono future strade per nuove esplorazioni sensoriali tutte da scoprire.




http://nosound.net/

http://www.kscopemusic.com/nosound/afterthoughts/

lunedì 20 maggio 2013

Karnivool - The Refusal (2013) single


I Karnivool stanno per preparare l'uscita del nuovo album a quattro anni di distanza da Sound Awake. Il 19 maggio è stato presentato in anteprima alla radio australiana Triple J The Refusal, primo brano tratto dal nuovo lavoro. Da oggi è possibile ascoltarlo anche in streaming e scaricarlo gratuitamente cliccando qui.



Al momento non c'è una data ufficiale di uscita, né un titolo per l'album, ma ormai penso che manchi poco a notizie più dettagliate. Intanto ecco alcune immagini della band al lavoro in studio.

venerdì 17 maggio 2013

Agent Fresco - A Long Time Listening (2010)


Allora, in effetti questo album è uscito nel 2010, ma, provenendo da un paese remoto come l'Islanda, credo che l'esordio degli Agent Fresco sia arrivato da noi, nell'Europa continentale, con 2 anni di ritardo. Ad ogni modo A Long Time Listening è un miscela di alternative rock e math rock un po' come se il sound riflessivo dei Dredg fosse suonato con le complessità ritmiche dei norvegesi 22. Il gruppo sta lavorando al secondo album che vedrà la luce entro quest'anno e sono assolutamente da tenere d'occhio. Nel mentre c'è tutto il tempo di assaporare A Long Time Listening, che è una prima prova con i fiocchi.





www.agentfresco.is

giovedì 16 maggio 2013

SOUND OF CONTACT - Dimensionaut (2013)


Ero davvero curioso di ascoltare l'esordio di questa nuova band messa in piedi da Simon Collins e Dave Kerzner. Quest'ultimo ne aveva anticipato qualche mese fa l'uscita nella mailing list di Kevin Gilbert del quale per lungo tempo è stato tastierista e collaboratore. Gli altri musicisti coinvolti nel progetto sono Matt Dorsey al basso, Kelly Nordstrom alla chitarra e, ospite alla voce in una traccia, Hannah Stobart (dei Wishing Tree).

A dire il vero non mi aspettavo chissà cosa dai Sound of Contact, invece devo dire che Dimensionaut mi ha colpito per la sua ricchezza e complessità. Il disco, co-prodotto dai due musicisti e mixato da Nick Davis (XTC, Genesis, Marillon), esce per la mitica etichetta InsideOut e vede Collins portare avanti l'eredità progressive della famiglia (ebbene sì, il "babbo" è il noto Phil) in maniera egregia e, naturalmente, farsi carico delle parti vocali (la sua voce assomiglia a quella del padre, ma possiede un registro meno squillante) e di quelle di batteria.

Senza temere le trappole del genere, il gruppo sin dall'esordio ha deciso di prendere di petto i dettami del progressive rock: Dimensionaut è un concept album (una saga sci-fi su un essere multidimensionale o roba del genere), una durata elevatissima di 73 minuti con 12 tracce, delle quali l'ultima è una suite di quasi 20 minuti. La sfida dei Sound of Contact può dirsi vinta, in quanto l'album è costellato da brani di gran classe, un prog rock moderno tra neo sinfonico e AOR, con molti accenti melodici alla Spock's Beard e contaminazioni da soft rock FM americano.



Molto suggestiva l'ouverture Cosmic Distance Ladder che è una cavalcata dove si susseguono riff di synth e chitarra degni dei Frost*, sfociando nel pop prog alla It Bites di Pale Blue Dot. E i Sound of Contact sono proprio questo: un concentrato del meglio che il prog moderno ha dato. Nella suadente epica di I Am Dimensionaut, Closer to You e Only Breathing Out si possono percepire delle affinità con il bagaglio musicale del padre e dei tardi Genesis. La ballata Not Coming Down e la strumentale Realm of In-Organic Beings sembrano invece degli omaggi ai Pink Floyd. Beyond Illumination mescola un simpatico andamento dub alla Ozric Tentacles con un chorus space rock dove l'intervento vocale della Stobart pone l'accento sull'esotismo mediorientale del pezzo.

L'album si chiude in maniera spettacolare, prima con Omega Point, che, nel suo incedere articolato ma accessibile, probabilmente farà la felicità dei fan di Kevin Gilbert, infine con la suddetta suite Mobius Slip. Il punto di forza di Dimensionaut sta nel non eccedere in sinfonismi pretestuosi e dare invece spazio ed equilibrio ad altre influenze come space rock e AOR. Una formula che non fa pesare affatto la lunghezza dell'opera, ma al contrario crea nell'ascoltatore aspettativa e curiosità.

Tracklist:

1. Sound Of Contact (2:05)
2. Cosmic Distance Ladder (4:43)
3. Pale Blue Dot (4:44)
4. I Am (Dimensionaut) (6:24)
5. Not Comming Down (6:01)
6. Remote View (3:54)
7. Beyond Illumination (5:52)
8. Only Breathing Out (5:56)
9. Realm Of In-Organic Beings (2:52)
10. Closer To You (5:05)
11. Omega Point (6:29)
12. Mobius Slip (19:35)
 Part I - In The Difference Engine
 Part II - Perihelion Continuum
 Part III - Salvation Found
 Part IV - All Worlds All Times



www.soundofcontact.com

lunedì 13 maggio 2013

TesseracT - Altered State (2013)


I TesseracT hanno reso disponibile in anteprima su Youtube lo stream completo del nuovo album Altered State in uscita il 27 maggio. In pratica si tratta di dieci tracce che vanno a comporre un unico brano (o suite se volete) di 50 minuti.



01. Of Matter – Proxy
02. Of Matter – Retrospect
03. Of Matter – Resist
04. Of Mind – Nocturne
05. Of Mind – Exile
06. Of Reality – Eclipse
07. Of Reality – Palingenesis
08. Of Reality – Calabi-Yau
09. Of Energy – Singularity
10. Of Energy – Embers

giovedì 9 maggio 2013

Introducing Elcaset


Gli Elcaset sono un power trio proveniente da Melbourne e hanno da poco esordito con il singolo Losing Ground, un power rock che sa di post hardcore e grunge. Tra i nomi citati dalla band come influenza compaiono i Biffy Clyro e Jimmy Eat World, giusti riferimenti, ma con un approccio che sembra essere più diretto e orecchiabile. Losing Ground infatti passa da riff da classic rock ad un chorus pop hardcore che può ricordare i neozelandesi Shihad.




Lineup:
Rory Bampton: vocals/guitar
Adam Abrahall: drums
Scott Bampton: bass guitar

www.facebook.com/elcaset
www.elcasetmusic.com


martedì 7 maggio 2013

Happy Body Slow Brain - Dreams of Water (2010)


Mi stavo domandando che fine avessero fatto i Facing New York e grazie ad una breve ricerca, tra le altre cose, sono venuto a sapere che l'ex membro Matthew Fazzi, dopo aver militato nei Taking Back Sunday, ha fondato una propria band insieme al chitarrista Isaac Bolivar dal nome Happy Body Slow Brain. L'album d'esordio Dreams of Water risale al 2010, mentre un EP, Sleepy, con versioni alternative e outtakes è stato pubblicato l'anno scorso.

Il gruppo chiama la propria musica GrooveRock e direi che è un eccellente definizione, in quanto le composizioni trattengono un certo calore soul impresso dal piano elettrico, abbinate a ritmiche trascinanti e una piccola dose di progressive rock infusa dalle progressioni armoniche. Una buona somiglianza con i Facing New York (ma pure con i primi MuteMath) si può immediatamente cogliere, anche se gli Happy Body Slow Brain aggiungono delle parti ambient e post rock e una lieve fascinazione per il synth rock degli anni '80.



Attualmente la band sta preparando il secondo album che dovrebbe uscire entro l'anno, nonostante gli impegni di Fazzi che è entrato stabilmente nei gruppi A Great Big Pile of Leaves e NK. Le premesse sembrano essere più che buone visti i nuovi pezzi presentati dal vivo.



http://www.happybodyslowbrain.com/

domenica 5 maggio 2013

Porcupine Tree - Yellow Hedgerow Dreamscape (Archive material 1984-91) - remastered


Steven Wilson ha annunciato una nuova edizione rimasterizzata della raccolta di inediti Yellow Hedgerow Dreamscape. L'album fu editato in un primo momento solo in CD dall'etichetta Magic Gnome in un'edizione limitata di 2500 copie. In seguito fu ristampato in un'altra edizione limitata in vinile (della quale sono un fortunato possessore) dall'etichetta Gates of Dawn nel 1999. Quest'ultima edizione si differenzia per il rimpiazzo di una versione molto spartana del brano The Cross di Prince con una più pertinente Out degli Hawkwind.

La nuova pubblicazione (su etichetta Headphone Dust) farà riferimento proprio alla versione in vinile e non credo che questa volta sarà limitata. Ricordo che il materiale presente su Yellow Hedgerow Dreamscape proviene dalle tracce scartate per ...On The Sunday of Life (1992) che a loro volta facevano parte delle cassette-demo Tarquin's Seaweed Farm (1989) e The Nostalgia Factory (1990).

In effetti, nella smania di Wilson di ripubblicare vecchio materiale ampliato e rimasterizzato, mi chiedevo come mai questa pietra angolare, sicuramente non fondamentale, ma comunque necessaria per i completisti della band, non avesse subìto sinora lo stesso trattamento e fosse rimasta nel cassetto. Forse c'era una certa ritrosia poiché il materiale naturalmente è molto simile al primo album dei Porcupine Tree e non credo andrà a genio ai fan che hanno scoperto il gruppo grazie a In Absentia e Fear of a Blank Planet. Ad ogni modo sono queste le radici garage-psichedeliche dei Porcupine Tree, un retaggio che Wilson non ha dimenticato nella sua attuale carriera solista.


Tracklist:

1 Mute (8.08)
2 Landscare (3.02)
3 Prayer (1.35)
4 Daughters in Excess (6.35)
5 Delightful Suicide (1.09)
6 Split Image (1.52)
7 No Reason to Live, No Reason to Die (11.06)
8 Wastecoat (1.11)
9 Towel (3.37)
10 Execution of the Will of the Marquis de Sade (5.08)
11 Track 11 (3.00)
12 Radioactive Toy (5.59)
13 An Empty Box (3.19)
14 Out (8.58)
15 Yellow Hedgerow Dreamscape (10.45)
16 Music for the Head (1.30)

http://stevenwilsonhq.com/sw/headphonedust/porcupine-tree-yellow-hedgerow-dreamscape-cd/




Intervista con Paul Murphy (Wintersleep)


Una serranda che s’alza al mattino, una nuova speranza e la magnifica fiducia di un giorno nuovo che nasce; tutta questa è la musica dei Wintersleep, musica da conficcare nel cuore, attendere che compia il giro nelle vene per farsi dopare di serenità.

Per me sono attimi, frammenti della mia vita universitaria (2003 – 2006), le corse in bici (magnifica la scomparsa fiamminga), le birre bevute e di tutte le conseguenti macerie della speranza una volta conclusa questa fase.
È difficile invecchiare e mantenere, sempre, un sorriso allegro, vitale. È difficile staccarsi dall’omonimo primo album dei Wintersleep e dal susseguente secondo album che considero le loro opere migliori che mi portano con la mente ad Hernan Crespo al Milan, l’esame di storia moderna passato al primo tentativo  e le infinite chiacchierate e sigarette su un divano disastrato . Come la loro musica è cambiata, anche la mia vita è stata stravolta più volte: Roma, Australia e poi di nuovo Roma. Come di me posso citare episodi, di loro preferisco ricordarmi non di album, ma di  singole canzoni, Search Party, Archaeologists, Weighty Ghost da Welcome to the Night Sky, Encyclopedia e Mausoleum da New Inheritors e solo Rapture dall’ultimo Hello Hum.
L’intervista è più un ringraziamento alle emozioni che mi hanno regalato e un omaggio ai miei ricordi con la ferma consapevolezza che come i Wintersleep anche la mia vita sarebbe potuta essere migliore ed io, come la loro musica, avrei potuto dare di più, essere di più!!


Come sono nati i Wintersleep?
I Wintersleep sono nati come un progetto “collaterale”. Tutti facevamo parte di band dal suono più duro in quel periodo e la maggior parte della prima serie di canzoni dei Wintersleep sono state scritte tra l’estate del 2000 e del 2001, durante le vacanze. Tim (e il mio gruppo di quel periodo, Kary) ha fatto qualche tour con il gruppo di Loel, Contrived. Ci siamo ritrovati tutti nell’appartamento di Loel a Halifax e abbiamo registrato il primo disco. Il nostro primo vero show  è stato nel 2002 in un piccolo spazio artistico chiamato The And Cafe.


Quali sono stati i gruppi che vi hanno influenzato maggiormente?
Tanti gruppi diversi. Quando eravamo più giovani, molte band locali, nelle zone di Maritimes. Probabilmente la maggior parte di loro rimane completamente sconosciuta al di là della nostra piccola scena locale. Il gruppo Christopher Robin Device era abbastanza cruciale per me, poi il gruppo Burnt Black e Eric's Trip. Anche gli Afghan Whigs personalmente erano estremamente importanti per me. Radiohead. Melvins. Queens of the Stone Age. Kyuss. Low. Smog. Nirvana certamente! Mi piacciono anche i suoni più duri e probabilmente anche qualche gruppo terribile dei miei 20 anni che anche oggi suonerei. Da allora c’è stata tanta, forse troppa musica.


Come scegliete dei titoli così interessanti per i vostri album?
Grazie. Sono contento che ti piacciono! Welcome to the Night Sky è stato preso da un libro sulle stelle che ho scoperto in una libreria, dopo aver sentito il demo di quel disco. C’era una mappa stellare enorme con sopra scritto The Night Sky in lettere cubitali e c’è stato un click. Molte canzoni contenevano i riferimenti allo spazio e la musica in generale sembrava funzionare bene con il titolo. New Inheritors è stato preso da un racconto breve di Nathaniel Hawthorne intitolato New Adam and Eve. A un certo punto del racconto, l’autore si riferisce ai propri personaggi come ai new inheritors of earth. Stavamo scrivendo il brano principale in quel momento, credo. Hello Hum è forse un po’ più semplice, ma è foneticamente interessante come titolo. Nella canzone Martyr, il secondo verso inizia con le parole a low hum. Loel ha pensato avessi detto hello hum e questo ci sembrava molto più pieno al livello di significato e il suono era abbastanza carino come titolo dell’album.


Cos'è che ispira la tua musica?
Molte cose m'ispirano durante la scrittura dei testi: libri, persone, cose che succedono attorno a me, nel mondo o cose che vengono riportate dai media. Generalmente penso a come funzionano alcune parole a livello delle sillabe e del suono o se si possono integrare nella totalità della canzone. Dopo penso a come ricavarne il senso. Qualche volta non hanno senso, ma suonano bene, sembrano giuste perché evocano le sensazioni giuste. Qualche volta ho anche i versi scritti prima che provo a inserirli nelle canzoni e questi ispirano le strofe o qualcos’altro. Non ci sono regole, direi. Uno prova solo a stare nel posto giusto mentalmente.


Puoi dirmi qualcosa di curioso riguardo al vostro primo album che possiedo in vinile e credo sia il migliore?
L’abbiamo registrato in una casa stregata con un carinissimo signore pazzo durante un inverno freddissimo. Lui stava buttando giù le cose da una scala. Noi dormivamo sulle coperte messe per terra e bevevamo davvero troppo caffè. E’ stato registrato a  Lunenburg, NS dove Bluenose è stato fatto, credo.


Hai mai pensato di fare un video animato come Fog?
Ci piacciono molto i video animati e vorremmo farne un altro come quello. E’ uno dei miei preferiti.


Cos'è cambiato in dieci anni dal primo anno?
Penso che siamo migliorati nelle registrazioni e nei live. Abbiamo sempre provato a fare diverse registrazioni, ma siamo sempre rimasti fedeli all' “anima” di quello che abbiamo iniziato nel 2002/2003.


Ho letto che il vostro ultimo album è stato registrato in un luogo isolato... come ha influenzato la band e l'atmosfera?
Abbiamo scritto molto di New Inheritors mentre stavamo in giro, nelle pause brevi tra le date di Welcome to the Night Sky, e credo che quell’album ci abbia trasformato da un gruppo che voleva stare sempre in tour, in un gruppo che effettivamente stava in tour tutto il tempo. Mi sembra che siamo migliorati come gruppo e questo contribuisce a un nostro diventare più uniti e completi in un certo senso.


Come le esperienze individuali (Kary, Postdata, Contrived, Holy Fuck) influenzano o contribuiscono al miglioramento dei Wintersleep?
Tutto aiuta. Tutto è un percorso di formazione. Con i Postdata è stato interessante e abbastanza umilmente abbiamo dovuto fare tutto da soli io e mio fratello. É stato  tipo di album che potevamo fare con un portatile, qualche tastiera e una chitarra. E un altro Murphy...ahahah!
Questo mi ha fatto porre più attenzione alla parte vocale, alla registrazione della stessa e quello che dovevo fare con le parti chitarristiche per creare spazio in cui potevano essere inserite.
Kary è stato il primo gruppo con il quale ho registrato in studio. Uno spazio nel mio cuore è riservato per quelle registrazioni. Era così difficile farle in tempo perché non c’era nessuno ad aiutarci, però forse appunto questa era la parte bella. Si dovevano fare in una settimana e con $1,000.


La vostra musica sembra essere influenzata da un suono progressive, molto più oggi che nei vostri primi lavori.
Siamo sempre stati interessati in strane “firme” temporali e strutture non tradizionali delle canzoni. Forse solo una o due canzoni sono orientate un po’ di più verso lo spettro “progressive” negli ultimi album, ma credo abbiamo sempre avuto quell’elemento nella nostra musica.


Esiste una "scena canadese", come sembra esserci guardando dall'Europa? Lo chiedo perché sia i Wintersleep, sia i gruppi paralleli appaiono più l'evoluzione di un certo tipo di musica indie anni '90 (e sottolineo l'evoluzione nel senso migliore) piuttosto che parte della scena canadese degli ultimi anni.
Penso che ci sia una scena canadese, ma il paese è così grande da non essere di certo locale e i gruppi non hanno necessariamente un suono simile. Noi conosciamo alcuni gruppi qui perché siamo in tour e tutto il resto, ma in fin dei conti noi facciamo solo le cose come vogliamo sperando che alla gente piacciano.



Intervista e traduzione a cura di
Francesco Notarangelo

giovedì 2 maggio 2013

The Dear Hunter - Live in Pomona, CA (27-04-13)

Qualche pazzo ha registrato l'intero set del recente concerto (27 aprile) che i The Dear Hunter hanno tenuto a Pomona, California. Dato che la qualità non è poi così male, per essere delle riprese amatoriali, ho deciso di postare questi video soprattutto per due ragioni. La prima è per offrire ai (penso pochi) fan italiani la possibilità di vedere in azione una band che credo non si esibirà mai nel nostro Paese. La seconda è che in questo ultimo tour Casey Crescenzo sta riproponendo vecchi brani capolavoro (tipo The Lake and the River, City Escape, 1878) tratti dai primi album del gruppo. Per chi avrà la voglia di guardarsi tutti i video raccomando di mettersi comodo, infilarsi un paio di cuffie...e godersi lo spettacolo.


Setlist:

In Cauda Venenum
The Lake and the River
The Oracles on The Delphi Express
The Church and the Dime
We've Got a Score to Settle
Misplaced Devotion
Echo
City Escape
Mustard Gas
Filth and Squalor
Home
1878
Shame
Shouting at the Rain
The Pimp and the Priest
Let Go
Whisper
Tripping in Triplets (Casey with Cameron Thorne of Naive Thieves)
All I Have to Do Is Dream(The Everly Brothers cover)(Casey with Cameron Thorne of Naive Thieves)
Things That Hide Away (Casey solo)
Smiling Swine
Lillian
Life and Death
Red Hands
He Said He Had a Story