giovedì 21 febbraio 2013

Intervista a Tom Monda (Thank You Scientist)


Se seguite questo blog probabilmente saprete che l'album che si è piazzato in testa alla classifica dei Best of 2012 di altprogcore è stato Maps of Non-Existent Places, esordio della givane band Thank You Scientist di stanza in New Jersey. Quindi, con la nuova ribrica di interviste inaugurata da poco ho pensato subito a loro. Principalmente perché ho avuto modo di scambiare qualche email con il chitarrista Tom Monda che si è dimostrato una persona estremamente gentile e disponibile. Il nostro Francesco Notarangelo ha quindi raggiunto per noi Tom e gli ha posto qualche domanda sui Thank You Scientist.


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Come sono nati i Thank You Scientist?
Frequentavo una scuola di musica con gli altri ragazzi (Ellis, Andrew e Russ). Incontrammo Greg e Odin per caso grazie ad un amico in comune. Sal era l'ultimo pezzo mancante dell'equazione; postammo un annuncio in cerca di un cantante e lui rispose. La band venne formata col desiderio di creare qualcosa al di fuori degli schemi classici e che potesse competere con il jazz. Personalmente parlando, volevo creare qualcosa di nuovo che tutti fossero in grado di apprezzare.


Perchè Thank You Scientist?
Venne scelto totalmente a caso, ma per alcune ragioni sembrava incapsulare il genere di musica che volevamo creare. Sicuramente era un nome strano ma allo stesso tempo simpatico, spero. Ahaha.


E' difficile suonare e mixare tutti questi strumenti?
Ci sono moltissime questioni che dobbiamo considerare per una band del nostro calibro e con la nostra strumentazione. Il nostro processo di scrittura è molto meticoloso e siamo consapevoli di come ogni cosa debba essere espressa. Dobbiamo preoccuparci di come si fondono tutte insieme le dinamiche, intonazioni, ecc. Moltissime volte l'unico strumento a tasti sul palco è il basso, quindi ci sono un sacco di variabili da considerare quando specialmente si tratta di questo strumento. É fondamentale sentirsi a vicenda sul palco in parte per le sezioni musicali più dettagliate...purtroppo alcuni club non facilitano questo genere di cose. É sicuramente un lavoro duro e “sporco”, ma ci aiuta parecchio a migliorare come artisti.




Il titolo e l'artwork di Maps of Non-Existent Places venne scelto per descrivere al meglio la vostra musica?
Sì, il titolo, l'artwork e la musica sono collegati in modo molto sincero e studiato. Il titolo, Maps Of Non-Existent Places, è il riferimento più ovvio al nostro suono. C'è, pure, un secondo significato che viene accennato nella prima traccia, Prelude...chissà quanti l'hanno capito!!!


Com'è il processo di scrittura e di registrazione?
Doloroso ma gratificante. Siamo ossessionati da ogni minimo dettaglio che andrà a completare ogni singolo angolo del nostro prodotto. Per quanto riguarda la registrazione, Maps of Non-Existent Places è stato un disco molto difficile da creare. Le sessioni erano “brutali” e abbiamo finito per escludere qualcosa...semplicemente tutto rientra nella norma della vita: vivi e impara!!!


Tom Monda


Cosa pensi della scena prog? Quali sono i tuoi artisti preferiti?
Amo il prog. Ero molto giovane (probabilmente avevo tre anni) quando ascoltai il mio primo album prog estrappolato dalla collezione di mio padre. Era senza ombra di dubbio, In the Court of the Crimons King (principalmente perchè mi piaceva la cover nonostante m'incutesse allo stesso tempo paura). Per quanto riguarda il prog più vecchio, tutti noi amiamo gli Yes, Genesis, Gentle Giant, PFM, ecc. Siamo d'altronde molto fortunati che alcuni dei nostri migliori amici suonino in prog bands quali The Tea Club, Infantephant, Dead Empires (facciamo una comparsa nel loro nuovo album), Farquhar (il loro ultimo album è incredibilmente tosto!).


State lavorando a qualcosa di nuovo? Ci sono progetti paralleli?
Sì, stiamo proprio lavorando al nuovo album ora. Non abbiamo ancora suonato niente dal vivo del nuovo materiale per non destabilizzare il nostro pubblico che poi potrebbe cambiare drasticamente opinione sull'ascolto della canzone che finirà sull'album. Sono molto orgoglioso del nuovo materiale. Sono solito suonare e fare comparsate in diversi gruppi jazz ed in più sto scrivendo un album solista che non so quando uscirà...forse prima che compirò 100 anni...chi lo sa!!!


Che rapporto avete con l'Italia? Mai pensato di suonare qui da noi?
Attualmente ci sono quattro italiani nella band: io, Sal, Russ and Greg. Vorremmo venire e suonare nel vostro Paese, ma prima dobbiamo valutare molto bene le nostre finanze (organizzare un viaggio per sette persone è molto impegnativo e dispendioso).


Com'è un vostro live? È difficile suonare la vostra musica durante i live?
Credo che i nostri migliori risultati si possano riscontrare più dal vivo che su disco. I nostri album non riescono ad esprimere tutta l'energia e la determinazione che siamo capaci a trasmettere durante un live. É senza dubbio musica molto difficile da suonare dal vivo, ma molto gratificante e siccome la nostra band è composta da continue improvvisazioni, ogni live è completamente diverso.





Intervista e traduzione a cura di
Francesco Notarangelo
checcontr@yahoo.it

mercoledì 20 febbraio 2013

HRVRD - From The Bird's Cage (2013)


A quattro anni di distanza da The Inevitable and I tornano gli Harvard con il secondo album From The Bird's Cage in uscita il 19 febbraio. La band ha cambiato nome in HRVRD e aveva già realizzato il singolo Cardboard Houses e, dopo tutto questo tempo, ci offre un lavoro dalla durata contenuta di 40 minuti. Una scelta sorprendente, non solo perché in quattro anni si pensava che il gruppo avesse messo da parte un consistente repertorio, ma anche in controtendenza in un perido dove escono album molto lunghi. Alla fine però questa scelta ha premiato la band. Ascoltando l’album per intero una prima volta non mi ha convinto molto, poi ho capito che quelle di From The Bird’s Cage non sono le solite canzoni indie rock che devono necessariamente far subito presa, ma al contrario hanno bisogno di tempo.

Qui gli HRVRD credo si siano messi in gioco con un’operazione coraggiosa. Hanno scavato nelle melodie tanto quanto basta per non renderle mai di facile presa, hanno creato un alone psichedelico, dai toni caldi ma dimessi come a descrivere assolati paesaggi desertici (Old Nature e la già citata Cardboard Houses). Lasciandosi alle spalle definitivamente il paragone con i Circa Survive, accostato per lo più dal registro del cantante Jesse Clasen, gli HRVRD creano qualcosa di personale andando in una direzione che non cerca facili compromessi: o la si ama o la si odia. Echi di riverberi distanti aprono Black Creme come se gli HRVRD ci volessero trasportare in una dimensione onirica ed eterea, ribadendolo con maggiore autorità nella suggestiva We Never Shut Up About You.

Ecco, uno dei pregi migliori di From The Bird’s Cage è dare origine ad atmosfere proprie e personali che, come su Timid Scripts e Kids with Fake Guns, sono allo stesso tempo sognanti e potenti. Pensandoci bene, un altro punto di forza di questo lavoro è che la bellezza celata dietro questi brani va assaporata lentamente affinché si palesi ai nostri sensi. Un che di malinconico si staglia dietro le bordate elettriche di Futurist, mentre i dettagli psichedelici di Flaming Creatures contribuiscono a farne un brano misteriso e quasi lisergico. Fino ad ora From the Bird's Cage è una delle più belle sorprese di questo 2013 appena iniziato.

lunedì 18 febbraio 2013

Cyril Snear - How Presidential of You (2013)


Pongo alla vostra attenzione questa band inglese, a me sinora sconosciuta, che fonde math rock, psichedelia e heavy rock. Freschi di un nuovo singolo con due brani abbastanza interessanti, anche se già titolari dell'album Fluent in Seven Types of Monotone (2009), i Cyril Snear non si possono ritenere pertanto una novità, ma per me comunque lo sono.










http://www.cyrilsnear.com/


Comunicazione riguardo ai miei libri sul progressive rock

Il sito nel quale vengono stampati e pubblicati i miei libri sul progressive rock www.lulu.com ha annunciato che, a partire dal 12 marzo, il DRM (Digital Rights Management), che viene applicato alle versioni ebook per proteggere ed evitare lo scambio illegale dei PDF, sarà rimosso (qui potete leggere il comunicato). Quindi, da quella data, le versioni digitali dei libri presenti su lulu.com non saranno più protette, lasciando gli autori vulnerabili alla pirateria un po' come succede con lo scambio di Mp3 nella musica.

Ora, questa decisione da parte di lulu mi ha lasciato piuttosto perplesso e pensieroso sul da farsi, anche perchè penalizza non poco l'effettiva vendita del prodotto. Senza stare a entrare nelle motivazioni, ho deciso quindi che i miei libri, per ora, avranno solo una versione cartacea e dal 12 marzo, purtroppo, non saranno più disponibili in versione ebook (al che, se c'è qualcuno interessato, è bene che si affretti all'acquisto). Grazie.

http://www.lulu.com/spotlight/barbagli

domenica 10 febbraio 2013

Chloë Alper - la ex Pure Reason Revolution si prepara al debutto come solista


Chloë Alper, ex bassista e cantante dei Pure Reason Revolution, è ormai dallo scorso anno che sta lavorando al suo primo album solista. All'inizio questo progetto (nel quale è coadiuvata da Tom Bellamy dei The Cooper Temple Clause e Robin Coudert dei Phoenix) avrebbe dovuto chiamarsi enigmaticamente Flood, ma in seguito la Alper ha optato per un più sobrio Chloë.

Ancora una data esatta per la pubblicazione dell'album non è stata resa nota, anche se, per farsi un'idea, ci sono già due brani in circolazione. Il primo, un'ammiccante dance pop anni '80 in stile Blondie, è in realtà compreso nella colonna sonora di Maniac, un recente film horror di produzione francese. Si intitola Juno e non so se sarà incluso nell'album. Il secondo si intitola Oueda e fu brevemente caricato e poi rimosso nella pagina Soundcluod della stessa Alper. Oueda, per inciso, è una delle cose migliori che abbia ascoltato dall'inizio di questo 2013: è un brano lento che costruisce il suo climax lentamente, psichedelico e sottilmente raffinato. Provate ad ascoltarlo con un paio di cuffie e la giusta atmosfera e credo vi conquisterà (peccato per la compressione del file audio che va in clipping nel crescendo finale).



Ora, la natura estremamente differente dei due pezzi mette sul tavolo dei legittimi interrogativi. La Alper si dedicherà ad un progressive rock d'autore, oppure continuerà a sperimentare la commistione tra rock e electro dance sulla falsariga degli ultimi Pure Reason Revolution?
Spero naturalmente in una direzione più focalizzata sul progressive, cosa abbastanza probabile visto che di recente anche Jem Godfrey dei Frost* è dato tra i collaboratori, ma forse, la cosa più probabile, è un bilanciamento che dia spazio ad entrambi gli stili.

http://chloealper.com/

mercoledì 6 febbraio 2013

Introducing Philharmongrel


Philharmongrel è un settetto (doppia batteria, doppio basso e tre chitarre!) irlandese nato da poco tempo ed è presentato come una collaborazione tra i membri delle band Kill Goliath e Secrecy of State. Il connubio tra i due gruppi è avvenuto durante un tour in Grecia nell'estate 2012 che ha portato alla registrazione del singolo Sitting Pretty Are Ugly Things che potete ascoltare qui sotto:




Dal brano è anche stato tratto un video girato ad Atene. I Philharmongrel si apprestano a registrare il loro primo EP e spero approfondiscano le loro inclinazioni math rock che già questo piacevole singolo anticipa. Ecco come il batterista John McGrath sintetizza la storia della band:

"In July of 2012 at the height of the Greek economy crisis we set upon a tour of Greece as two separate bands, Kill Goliath and Secrecy Of State.When the opportunity of a recording session was offered in place of some cancelled gigs, due to the unrest at the time, we entered the studio with the aim of writing one song together. SPAGU was conceived with surprisingly great ease, drawing on what was happening around us in Greece and utilizing the skills of all 7 musicians. We agreed to shoot a video on our second day of downtime. Some locals told us about a great location in the mountains, overlooking Athens. The spray paint was bought and the video was shot inhaste as the day came to a close and the light failed."  


http://www.facebook.com/Philharmongrel

martedì 5 febbraio 2013

Kaddisfly - una retrospettiva


Dalla sua nascita questo blog non ha mai avuto la possibilità di occuparsi approfonditamente, purtroppo, dei Kaddisfly (a parte per l'accenno a questa raccolta di inediti del 2011). La band, infatti, si sciolse all'indomani del suo terzo lavoro Set Sail the Prairie (2007) (4/5 dei Kaddisfly confluirono nei Water & Bodies), ma con la promessa di ritornare in studio per un quarto album già progettato dal titolo Horses Galloping on Sailboats. E' ormai notizia di qualche giorno fa che la band di Portland ha annunciato, inizialmente con dei criptici messaggi sulla loro pagina Facebook, che l'album in questione uscirà entro il 2013.

Ora, proprio per la loro relativa oscurità e perché molti lettori di altprogcore magari non ne avranno sentito parlare, ho pensato di pubblicare una retrospettiva per quella che reputo una delle band fondamentali degli anni Zero, che ha contribuito significativamente a sviluppare il genere alternativo/progressivo insieme a The Mars Volta, The Dear Hunter, Coheed & Cambria e Damiera.

Invece di riscrivere qualcosa di nuovo sui Kaddisfly ho deciso quindi di pubblicare quanto già scritto di loro sul mio libro Guida al Nuovo Progressive Rock 1990-2008, sperando in questo modo di ampliare la fama elitaria di questo gruppo.

I Kaddisfly, che arrivano da Portalnd (Oregon), sono Christopher Ruff (voce, piano), Aaron Tollefson (chitarra), Kile Brewer (basso) Beau Kuther (batteria) e Kelsey Kuther (chitarra). Il quintetto prende a prestito l’enfasi dell’hard progressivo dei Coheed & Cambria ed alcune cadenze tipiche della black music, unite ad un pop alternativo trascinante fatto apposta per esaltare l’ascoltatore. Il gruppo prova a farsi notare con tre produzioni indipendenti: gli EP Honorable Mention (2001) e Humania (2002) e l’album Did You Know People Can Fly? (2003) che mettono l’accento sul loro estro metal ancora acerbo.




Il vero debutto della band avviene con Buy Our Intention; We’ll Buy You a Unicorn (2005), una galvanizzante prova a tratti sorprendente. Il retaggio musicale dei Kaddisfly va ricercato nelle band alternative contemporanee e non nel passato, ma molte di esse non hanno nulla a che vedere col progressive. Il canto di Ruff possiede un registro acuto con inflessioni mirate tanto al rock e al metal, quanto al soul e all’hip hop, senza però mai esagerare, sapendo ben equilibrare le modulazioni e le sfumature richieste dal brano. Le ruvidezze degli Sparta fanno la loro comparsa in La Primera Natural Disater, Brazil e Incubus vanno di pari passo su A Message to the Flat Earth Society e The Calm of Calamity. Ciò che fa la differenza tra loro e i gruppi sopra citati è che i Kaddisfly hanno il coraggio di osare di più puntando su arrangiamenti movimentati e radicali. Ecco allora comparire brani come Five Tears from a Carpenter’s Eye for Detail, che inizia in modo inquietante per poi riprendere quota in un pandemonio controllato e concludersi con una rapsodia per pianoforte e chitarre elettriche. Let Weight Be Measured by Merit e le molteplici involuzioni melodiche di New Moon Over Swift Water sono un tributo ai loro beniamini Coheed & Cambria. I riverberi di Eres Tremulent si dipanano in una danza sincopata interrotta dall’incedere dell’epico refrain, stratagemma che ritorna nelle trame di stampo Dredg di Crimson Solitude. Da non sottovalutare anche i cenni r’n’b e soul quasi subliminali presenti in molti brani che vengono alla luce in modo chiaro in Osmosis in C.




L’impressione data da Set Sail the Prairie (2007) è che esso si adatti a regole stilistiche più canoniche e che si concentri sui giochi di contrasti piuttosto che sulla varietà espressiva. Questa volta, inoltre, i Kaddisfly mettono l’accento sui groove dai sapori black che facevano capolino nel lavoro precedente. Le prove di tutto questo sono evidenziate da forti tinte r‘n’b, a partire dalle ritmiche serrate di Kuther e dai beat del basso di Brewer donate a brani come Waves (con intermezzo dub) e Harbor, anche se il tutto viene convogliato su monolitici ritornelli. Il soul psichedelico di Birds si contorce tra delicati riverberi e vigorose arie epiche. Le scorribande in stile ska di Campfire e Empire sembrano fuori luogo e non sono assolutamente rappresentative dello stile del gruppo. Comunque Forest tira fuori lo spirito più genuino della band, quello che si interessa in eguale misura di sperimentazione ed edificazione di atmosfere leggendarie. Clouds e Snowflakes sono invece delle canoniche cavalcate metal: la prima furiosa e aggressiva, la seconda meditata e lisergica. Via Rail e Silk Road custodiscono gelosamente memorabili ritornelli all’interno di una esaltata serie di rassegne melodiche. Nella prima, in particolar modo, viene pazientemente eretto un muro sonoro impressionante che travolge tutto come un fiume in piena.




Alla fine del 2008, durante la lavorazione del nuovo album Horses Galloping on Sailboats, il bassista Kile Brewer lascia inaspettatamente la band. I rimanenti membri dei Kaddisfly formano un nuovo gruppo chiamato Water & Bodies e allo stesso tempo annunciano che in futuro porteranno a termine il loro quarto album.

Ecco infine l'immagine (a sinistra) e il breve promo (sotto) con il quale i Kaddisfly hanno annunciato il loro ritorno.




http://www.facebook.com/Kaddisfly
https://twitter.com/Kaddisfly
http://kaddisfly.bandcamp.com/

lunedì 4 febbraio 2013

Intervista a Pall Jenkins (Three Mile Pilot, Black Heart Procession)


Com'è nato il suono dei Three Mile Pilot? Ed ora quale musica ascolti?
Sono cresciuto ascoltando ogni genere musicale perciò è difficile dire quale sia il genere che ha più influenzato il tutto. Mi piace ogni genere: dal vecchio al nuovo, dall'urlato al tranquillo, dall'oscuro a quello più gioioso. Proprio ora mi sto divertendo ad ascoltare il dub e il garage.


Cosa significa Three Mile Pilot?
É un pilota che esce dalle barche e vola in alto sui cieli per controllare le acque, aiutare la navigazione oltre che sincerarsi non ci siano nemici nelle vicinanze. Three mile pilot era anche una bella combinazione di parole.


É stato difficile creare un album, Na Vucca Do Lupu, caratterizzato da un suono privo di chitarra, specialmente durante l'esplosione del grunge? Perchè arrivaste a questa decisione?
É passato molto tempo quindi è difficile ricordare ogni cosa ma posso dirti che morivamo dalla voglia di sperimentare, provare cose nuove così non trovando un chitarrista decidemmo di registrare il nostro primo album senza l'uso di chitarre anche perchè le canzoni erano nate così.
Era un periodo complesso con il grunge, tutti suonavano grunge e noi non eravamo una band grunge così tutti, ogni volta, ci domandavano dove fosse il nostro chitarrista. Più tardi decisi d'iniziare a suonare la chitarra.


Come mai creasti canzoni così oscure ed arrabbiate per l'album The Chief Assassin to the Sinister? Eri guidato da alcune emozioni o tutto nacque in studio?
Semplicemente scrivemmo canzoni; non parlammo troppo e lasciammo che le cose accadessero. L'emozione era una componente importante ma anche Zach era molto impegnato sul suono del basso.


Ogni album dei Three Mile Pilot è caratterizzato da un titolo piuttosto originale... come decidete il giusto titolo?
Di solito abbiamo diverse opzioni e, alla fine, quello migliore risalta sempre.


È stato difficile riunire e ricreare l'atmosfera dei Three Mile Pilot dopo dieci anni? Com'era l'atmosfera durante la fase di registrazione di The Inevitable Past is the Future Forgotten?
Sì, fu difficile. Siamo cresciuti in posti diversi così cercammo di trovare un luogo adatto dove potersi vedere negli occhi. Fortunatamente siamo buoni amici; si trattava solo di passare del tempo insieme finchè le cose non decollassero. Registrammo moltissime canzoni che ancora adesso sono incomplete. É logorante perchè alcune canzoni mostrano certi errori durante la fase di registrazione, mentre altre brillano di luce propria..ahahah!

Com'è cambiato il metodo di composizione tra le esperienze con i Three Mile Pilot e i Black Heart Procession?
Con I Black Heart siamo io e Toby a scrivere le canzoni e lo facciamo in modi diversissimi. Con I Three mile pilot cerco di aggiungere qualche linea dub sulle canzoni che Zach ha scritto. Qualche volta ho portato parti di chitarra scritta anche da me come nella canzone Way of the Ocean e Battle, presente nell'ultimo album. Per la maggior parte delle canzoni ognuno scrive I propri testi e le proprie parti, io chitarra e lui basso, dopodichè ci incontriamo e mischiamo il tutto fino ad ottenere la canzone. Anche Tom alcune volte lavora sui testi.


Com'è nato il suono dei Black Heart Procession?
Toby ed io stavamo abitando insieme mentre con I Three mile pilot avevamo deciso di prenderci una lunga pausa. Iniziammo a scrivere canzoni quasi per caso e molto presto ci accorgemmo di avere un album pronto. Il suono che avevo creato con Toby al pianoforte e le canzoni così oscure e tristi erano, in realtà, ciò che volevamo. Eravamo riusciti a mischiare le idee giuste con la musica giusta.


É difficile suonare e ricreare il suono dei Black Heart Procession in una città come San Diego?
Chiudiamo le tende e ci nascondiamo dal sole. É la nostra fuga.


Cos'è la tristezza per te? Suonare è un modo per esorcizzzarla?
Per me ci sono così tanti diversi modi di sentire la musica che cambia ogni giorno ed ogni volta che mi trovo su un palco. Non sono sicuro di essere triste o depresso; qualche volta credo di essere felice, altre di essere davvero finito, ma cerco comunque di essere felice. Qualche volta la musica aiuta, altre rende le cose ancora peggio come essere in tour per troppo tempo.


Le canzoni dei Black Heart Procession sono canzoni per gente dal cuore nero?
Sono canzoni per tutti quelli che le vogliono ascoltare. Abbiamo un suono specifico per il giusto tipo di ascoltare... e se non è per ognuno va bene comunque!


Quando finirà la fantastica storia del the waiter-- cameriere-- (personaggio fittizio degli album dei Black Heart Procession) ?
Lui vivrà per sermpre, ahhahahah. Spero di doverlo vedere! Se mai decideremo di fare un nuovo album, vedremo se saremo ispirati per farlo tornare.


La tua musica richiama molto ad immagini cinematografiche. Ci sono registi che ti hanno ispirato? Hai mai pensato di lavorare nel cinema? Qual è il tuo processo di scrittura e e come crei i tuoi testi?
Amo il cinema. Con Roman Polanski sarebbe grandioso o con chiunque altro che amiamo a cui piace la nostra musica. Mi piacerebbe tantissimo fare più colonne sonore.


Hai mai pensato di esplorare nuove possibilità musicali con i Black Heart Procession, forse col rischio di destabilizzare il tuo pubblico?
I Black Heart Procession sono finiti. Lavorerò, eventualmente, a qualcosa di nuovo.


Stai lavorando a qualcosa di nuovo per Mr. Tube & Flying Objects? Quali sono i tuoi nuovi progetti?
Mr Tube è in stand by ma stiamo ancora cercando di finire il nostro album.


Com'è lavorare con i Grimoon? Possiamo considerarli i Black Heart Procession?
Amo moltissimo i Grimoon. Fu fantastico lavorare con loro. Sono grandi amici, fantastici artisti e meravigliose persone.


Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo progetto musicale preferito?
Suonare con Mr. Tube è davvero fantastico perchè qualche volta siamo in dieci persone sul palco con moltissima energia. É anche divertente stare in studio con loro a sperimentare qualcosa di nuovo.
I Black Heart Procession sono stati una parte importante della mia vita per lungo tempo ed abbiamo scritto sei album di oscura pazzia. I Three Mile Pilot mi ricordano, invece, di quand'ero giovane. Sono per lo più in attesa di scrivere e registrare qualcosa di completamente nuovo.



Intervista e traduzione a cura di
Francesco Notarangelo