Visualizzazione post con etichetta Matt Stevens. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Matt Stevens. Mostra tutti i post

domenica 30 marzo 2014

MATT STEVENS - Lucid (2014)

 
Il chitarrista inglese Matt Stevens (già membro dei The Fierce and the Dead) si è costruito una carriera solista con pazienza certosina, passando attraverso il passaparola dei social network, molti concerti e tre album solisti autoprodotti. Arrivato alla quarta prova in studio questa volta ha fatto le cose in grande: Lucid esce per la lanciatissima etichetta indipendente Esoteric Antenna ed in più ospita uno stuolo di musicisti come Jem Godfrey (Frost*), Pat Mastellotto, Lorenzo Felicitati (Naked Truth), Charlie Cawood (Knifeworld), Emmett Elvin (Chrome Hoof / Guapo), Chrissie Caulfield (Helicopter Quartet / Crippled Black Phoenix) e altri ancora.
 
Il lavoro di Stevens va ad inserirsi tra il post rock e il minimalismo (soprattutto quando imbraccia la chitarra acustica), strutturando i brani strumentali con esigue ma progressive variazioni. Le peculiarità di reiterazione dei riff sono vicine al lavoro di Robert Fripp: nei passaggi più abrasivi, come la title-track, Unsettled e The Ascent, risuonano le cervellotiche trame dei King Crimson. Per smorzare tutta questa tensione non mancano momenti più distensivi che si fanno spazio nell’ambient riflessiva di Coulrophobia, nel simil-studio classico KEA e su Street and Circus. The Bridge è il pezzo più camaleontico e più esteso dell’album, confondendo le acque con distorsioni dissonanti e noise, contrapposti a intermezzi acustici. I brani di Stevens appaiono più compatti e ispirati, forse anche grazie all’aiuto degli altri musicisti, facendo di Lucid il suo album più maturo.
 
 
 

lunedì 26 marzo 2012

The Fierce & the Dead - On VHS (2012)


Il chitarrista Matt Stevens, oltre ad avere all'attivo una carriera solista, fa parte del quartetto The Fierce & the Dead, insieme a Stuart Marshall, Kev Feazey e Steve Cleaton. Dopo l'album di debutto dell'anno scorso, arriva questo EP di quattro tracce che negli intenti è molto simile agli esperimenti post-minimal-rock a base di chitarra di lavori come Ghost o Relic. La differenza è che qui a sostenere le digressioni psichedeliche della chitarra di Stevens, c'è un gruppo.


For some time now The Fierce And The Dead have been garnering a reputation as one of London’s foremost instrumental rock outfits and last year’s brilliantly titled full length debut, 'If It Carries On Like This We Are Moving To Morecambe’, drew critical acclaim both online and in the print press.

They have swiftly followed that up with the ‘On VHS’ EP which takes the template laid down by ‘Morecambe’, tears it up, turns everything up to 11 and starts scaring the children.

The Fierce & The Dead came about from a recording experiment that was initially intended for solo guitar wunderkind Matt Stevens' second solo album, but it started to grow legs and arms and evolved into its own animal.

The new EP is the first recording from the band as a four piece and comes off the back of a string of successful live shows in 2011. The result is a more expansive, heavier sound with greater dynamism and focus that shows not only a progression but a definite step up in their musical aims.


http://www.fierceandthedead.com/

mercoledì 16 novembre 2011

AA.VV. - Believers Roast presents The Central Element (2011)


Il 12 novembre si è svolto a Londra un festival molto particolare organizzato dalla label Believers Roast di Kavus Torabi (Knifeworld, Cardiacs, North Sea Radio Orchestra, Guapo). Questo festival ha avuto il pregio di riunire e presentare quanto di meglio ha da offrire l'underground progressive altrenative inglese. Alcuni tra i gruppi che vi hanno partecipato sono comparsi anche sulle pagine di questo blog (e vi consiglio di andarveli a riscoprire), tra i quali Knifeworld, Sanguine Hum, Thumpermonkey, Matt Stevens e The Monsoon Bassoon. Ma non voglio tralasciare William D. Drake, Redbus Noface, Stars In Battledress e tutti gli altri.

Per celebrare l'evento è appena uscita la compilation Believers Roast presents The Central Element, in un'edizione limitata a 500 copie, che contiene dei brani inediti (o perlomeno ancora inediti) degli artisti che hanno partecipato all'evento. Ci sono anche succose anticipazioni come Wheezyboy dei Thumpermonkey, che sarà contenuta nel nuovo album della band in uscita a febbraio, o la strumentale The Eternal Abyss (Excerpt) dei Sanguine Hum tratta dal loro prossimo lavoro previsto per il 2013. Un'altra perla è Siizdabedah dei Monsoon Bassoon - vecchia band di Torabi - che, a quanto riportato nei credits, sarà contenuta in un triplo box set retrospettivo di prossima pubblicazione.

La compilation è davvero ben curata ed è anche un buon modo per conoscere dei validissimi artisti ancora relegati purtroppo ad un seguito di mero culto, ma degnissimi di essere scoperti.

Tracklist:

Stars In Battledress: Fluent English
Knifeworld: In A Foreign Way
William D Drake: Bond Of The Herd
Thumpermonkey: Wheezyboy
Sanguine Hum: The Eternal Abyss (Excerpt)
Admirals Hard:Whip Jamboree
Arch Garrison: Six Feet Under Yeah
The Monsoon Bassoon: Siizdabedah
Matt Stevens: Peccadillo
Redbus Noface: Jack Blind Acid

www.thegenepool.co.uk/items/769.htm

lunedì 24 ottobre 2011

MATT STEVENS - Relic (2011)


La parabola musicale del chitarrista inglese Matt Stevens ci spiega cosa vuol dire essere un artigiano musicale al giorno d’oggi. La sua storia parla infatti di un’ascesa lenta e inesorabile che ha come perno naturalmente internet e i social media ad esso collegati come Twitter, Facebook, vari forum, ma anche il file sharing, usato come mezzo di promozione autorizzato dallo stesso autore, che anzi incoraggia i fan a prendere parte a questo moderno passaparola. La cosa sembra aver funzionato, tanto che il chitarrista è arrivato adesso al suo terzo album in studio dopo l’osannato Ghost.

Stevens propone musica strumentale dove al centro è posta la sua chitarra acustica alla quale egli aggiunge loop e ritmiche elettroniche. In studio, si dirà, può essere aiutato dalle sovraincisioni, ma il bello è che Stevens presenta il proprio materiale dal vivo, esibendosi in solitaria coadiuvato da pedaliere e batterie programmate. Se Ghost era un fulgido esempio di questa tecnica, Relic, per certi versi, se ne allontana, privilegiando sonorità più aspre e dark e incentivando l'apporto della sezione ritmica.

Il risultato di questo Relic è interessante poiché importa la chitarra acustica in territori elettronici tra post rock e minimalismo, talvolta applicandole suoni filtrati, altre usandola come una chitarra elettrica. Il retaggio chitarristico di Stevens appartiene difatti in maggior misura al mondo elettrico piuttosto che a quello acustico. In tal senso Relic è molto affine alla poetica del suo gruppo The Fierce and the Dead, tanto da rappresentarne quasi un’appendice. Non a caso l’album, oltre ad ospitare il batterista Stuart Marshall, vede il bassista Kevin Feazey in veste di produttore. Su Relic non sentirete candidi arpeggi alla Bert Jansch (a proposito R.I.P.), ma solismi melodici e riff aggressivi applicati a frammenti di fraseggi “loopati”.

L’intento di Stevens sembra quello di abbattere i generi, facendo convivere nello stesso pezzo umori altalenanti. Un'esempio per tutti può essere il quasi metal di Frost, che frena su un ronzante inciso "tripedelico" che si intromette all'improvviso. La title-track appare come un prog-folk-post-punk (lo so, questa definizione è troppo ardita), l'ammaliante Scapegoat, che è forse l'esperimento più riuscito, fonde l'elettronica dei primi Bass Communion al minimalismo di Steve Reich e Sand (Part2) che, attraverso le sue leggere pennellate sintetiche, pare scaturita da un Pat Metheny in versione spettrale.


www.mattstevensguitar.com

http://mattstevensguitar.blogspot.com/