Visualizzazione post con etichetta Delta Sleep. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Delta Sleep. Mostra tutti i post

sabato 13 novembre 2021

Delta Sleep - Spring Island (2021)

Reduci da un album ispirato come Ghost City (2018), seguito da un EP altrettanto valido come Younger Years (2019), i Delta Sleep si presentano alla terza prova di Spring Island, un disco scritto durante l'estate 2020 che inevitabilmente risente del periodo pandemico dal quale siamo passati e ancora subiamo i contraccolpi. Il bassista Dave Jackson è stato molto chiaro affermando: "Questo album rappresenta certamente alcune delle difficoltà che abbiamo incontrato tutti negli ultimi 15 mesi e l'effetto che l'isolamento può avere su di noi come creature viventi che hanno bisogno di interazione". Ma Spring Island, al di là delle tematiche, musicalmente si presenta come un perfetto seguito di Ghost City, mantenendone quell'aura sognante eppure gentilmente math punk.

The Detail colpisce ancora nel cuore della miglior tradizione compositiva del quartetto, sommando orecchiabilità, ritmica incalzante, sezioni math prog e psichedeliche che proseguono su quello che sembra cadenzato come un inno, Old Soul. I Delta Sleep infatti appartengono a quella frangia math rock meno radicale e molto propensa agli equilibri tra quiet/loud, solennità e melodia pop. Spring Island comunque accontenta ogni fascia amante del genere, mettendo sul piatto gli intricati riff di View to a Fill ed un uso molto pronunciato di aspri crescendo per sottolineare il climax, sia che le canzoni siano sognanti e popedeliche come Spun, Hotel 24 e The Softest Touch, sia che prendano una forma trasversalmente math pop come Planet Fantastic e Contender. Per questo i brani hanno il potere di trasportarti dai più accoglienti e cullanti giacigli melodici, fino a pestare sull'acceleratore della distorsione sottolineata da battiti irregolari. 

mercoledì 15 agosto 2018

Delta Sleep - Ghost City (2018)


Una piccola curiosità per ciò che riguarda Ghost City, secondo album in studio del quartetto math rock inglese Delta Sleep, è che buona parte del suo cuore pulsante batte con colori italiani, dato che la sua registrazione è avvenuta a Cuneo. Ma lasciando da parte sentimenti nazionalisti, c'è subito da ammettere, a scanso di equivoci, che il nuovo lavoro dei Delta Sleep è veramente ben costruito e inoltre un bel salto in avanti rispetto all'esordio Twin Galaxies. Comunque, che si tratti di "città fantasma" o "galassie gemelle", al centro della musica dei Delta Sleep abbiamo sempre il math rock nella sua essenza più indie e questa volta a rafforzare la compattezza del disco si insinua anche l'ombra di un concept.

Ghost City tratta di un mondo distopico dove le città sono organizzate come una specie di coscienza collettiva, dominate dalla tecnologia e da grandi corporazioni, mentre la fauna e la natura organica sono solo un ricordo del passato. I Delta Sleep ci descrivono il mondo da loro immaginato attraverso gli occhi di un'eroina che fa parte di questa società del futuro, utilizzata come pretesto per parlare di temi alti tipo oppressione, esistenzialismo e gli effetti negativi della tecnologia. Ma musicalmente parlando ciò che risalta all'attenzione è come si dipana Ghost City, diviso pressoché equamente tra canzoni a tutti gli effetti e altre che assumono quasi i connotati di appendici di queste stesse (o comunque interludi di preparazione) ad iniziare dall'intro in crescendo di Sultans of Ping e poi negli arpeggi post rock di Ghost e Glass, in quelli dream pop di Dream Thang e la chiosa acustica di Afterimage.

Se Twin Galaxies mostrava ancora delle lacune stilstiche, mancando di sostanza e convinzione quasi apparendo come un math rock spersonalizzato, generico con la conseguenza di lasciare un ricordo volatile, i brani all'interno di Ghost City mostrano più forza e identità. Questa volta gli arzigogoli ritmici e chitarristici suonano con mano decisa nell'andamento frenetico e spensieratamente pop di El Pastor o nei contrasti hard/soft in continuo mutamento di Single File. Floater usa le stesse strategie, ma anziché basarsi sulla multitematicità, punta tutto sulla tensione dell'aspettativa per la deflagrazione. In pratica i Delta Sleep mettono maggiore varietà nel loro math rock grazie ad altre spezie: un attimo siamo dalle parti del midwest emo (After Dark), quello dopo ci ritroviamo in braccia ai Minus the Bear (Dotwork, Sans Soleil) dove costantemente aleggia quell'aria sognante di chi ancora, con umiltà e idealismo, si ostina nel suonare con passione la musica complicata in cui crede.





lunedì 15 giugno 2015

Delta Sleep - Twin Galaxies (2015)

 
I Delta Sleep sono in giro ormai da un po' di tempo, ma arrivano al primo album solo adesso ed è proprio oggi che viene pubblicato Twin Galaxies. Il quartetto inglese produce un misto di math rock e post hardcore, ma da quanto avevano prodotto finora non mi aveva convinto, sembrandomi leggermente sconclusionato. Bene, con il loro esordio i Delta Sleep mi hanno fatto ricredere perché Twin Galaxies non sarà un capolavoro però ha il pregio di collezionare una serie di pezzi coraggiosi che denotano una grande progressione in fatto di scrittura, possedendo una varietà strutturale che non disdegna la sperimentazione. Un misto tra Wot Gorilla? e Minus the Bear. Di seguito lo potete ascoltare nella sua interezza.