martedì 18 dicembre 2012

Il ritorno dei Frost*

Dopo un prolungato periodo di inattività, Jem Godfrey quest'anno ha annunciato di rimettere in piedi il suo progetto Frost* e, attualmente, sta preparando il terzo album in studio della band che si prevede uscirà nel 2013.

Nel frattempo, domenica si è tenuto il concerto "natalizio" dei Frost* dal quale sono trapelati questi due brani inediti: Heartstrings e Fathers. La qualità audio/video non è eccelsa, ma può comunque dare un'idea della direzione che prenderà il nuovo lavoro.



sabato 15 dicembre 2012

ALTPROGCORE - BEST OF 2012

Per introdurre la classifica della top 20 di altprogcore sarò molto chiaro: generalmente chiudevo l'anno con un editoriale polemico sullo stato attuale della musica, questa volta no. Facendo un breve riordino di idee, credo sia dal 2007 che non capitava un anno così eccitante dal punto di vista musicale. Non solo le pubblicazioni sono state tantissime, ma il livello qualitativo è stato estremamente alto. Non solo tra le band già consolidate si è verificato un ritorno ad una creatività rinnovata, ma il segnale positivo è stato dato soprattutto da nuove leve interessantissime. Basti pensare che nei primi dieci posti tre sono occupati da esordienti.

Compilare questa lista non è stato quindi semplice, dovendo in qualche caso riascoltare alcuni titoli per una battaglia sul filo di lana. Se infatti negli anni precedenti la distanza che separava la qualità di un lavoro da un altro risultava abbastanza netta, nel 2012 questo principio si è assottigliato proprio per l'alto standard dei lavori pubblicati. Mi sentirei di dire che questi 20 album, anche se costretti ad una classifica, sono tutti estremamente da consigliare.

Di seguito agli album trovate dei brevi commenti riassuntivi, ma comunque se cercate nel blog sono presenti delle recensioni approfondite per quasi ognuno di essi. Per una lista completa del "Best of" potete vistare questo link che comprende anche una piccola sezione dedicata agli EP sempre usciti durante il 2012.


20. Lo-Fi Resistance
Chalk Lines

Il titolare della sigla Lo-Fi Resistance, il polistrumentista Randy McStine, è un giovane prodigio di belle speranze che da qualche anno si è affiacciato nel mondo del progressive rock con umiltà e un pizzico d'insicurezza nelle sue possibilità di compositore (almeno questa è la mia impressione). Non a caso ha avuto la fortuna di essere stato aiutato e supportato da dei nomi altisonanti che fanno parte di questa scena: Nick D'Virgilio e Dug Pinnick per il suo primo album e Dave Kerzner (produttore e tastierista) in questa sua seconda prova che, con un colpo gobbo, si è portata a casa anche le ospitate di Gavin Harrison e Colin Edwin.
Chalk Lines richiama alla mente un riuscito intreccio tra il prog AOR degli Spock's Beard e i Porcupine Tree dell'era Signify. Rimanendo fedele a questa linea, la suite finale di 14 minuti Face Another Day è veramente da non perdere, insieme ad altre tracce come la spettacolare title-track (con un lavoro pazzesco di Harrison alla batteria) e Isolation Tank.
Quindi si capirà la bontà di questo album che, con una produzione finalmente all'altezza (rispetto al primo CD), mette in luce le qualità di McStine, un autore che, più che dare conferma del proprio talento, si attesta come astro nascente da tenere sicuramente d'occhio per il futuro.


19. The Tea Club

I Tea Club è uno di quei gruppi progressive che meriterebbe di più, ma che ancora non è riuscito del tutto a farsi conoscere dai fan del genere. Non credo che questo Quickly Quickly Quickly riuscirà a cambiare le cose in quanto è un lavoro molto articolato, con atmosfere che non a tutti potranno risultare congeniali. Eppure le melodie ci sono, la ricercatezza degli arrangiamenti c'è, ma quello dei Tea Club è un universo sonoro elitario nel quale è certo semplice orientarsi. Questo è l'album più complesso e, per certi versi, coraggioso dei Tea Club, dove, giusto per dire, i 17 minuti di Firebears sono la cosa più immediata di tutto il lotto.



18. A Liquid Landscape
Nightingale Express

Nightingale Express è un buon esordio che fa intravedere delle possibilità di una futura crescita della band olandese. L'album è di quelli di media caratura che se da un lato vuol portare con sé delle atmosfere emozionali ed evocative, dall'altra presenta molti brani che lasciano un senso di irrisolto. Anche per questo si spera in un lavoro maggiormente focalizzato la prossima volta, anche se è assolutamente ingiusto liquidarlo come non riuscito. Si ritrovano le peculiarità prog di band come Karnivool, Dredg, Riverside e Anathema.



17. Wot Gorilla?

Un piccolo gioiellino di math rock, o meglio ancora di indie pop per schizofrenici. Sì, perchè nelle sue forme destrutturate e imprevedibili, nelle cervellotiche armonie chitarristiche, Kebnekaise nasconde delle sottotrame argutamente pop rock. Possono durare lo spazio di un respiro o un paio di battute, ma sono assolutamente intelligenti.


16. InMe
The Pride

Gli InMe è uno di quei gruppi al quale non ho dato mai troppa attenzione, con The Pride sono riusciti ad attirarla talmente bene che mi sono andato a procurare anche i lavori precedenti. Questo è forse il loro album migliore, ben attento a calibrare tutte le sfumature metal, prog, emo che gli InMe da sempre si portano appresso, ma magari risultavano troppo acerbi nelle prime opere e troppo velleitari nell'album precedente Herald Moth.



15. Field Music
Plumb

Questo è uno di quei album che va ascoltato dall'inizio alla fine per essere apprezzato in pieno. Non tanto perché i pezzi presi singolarmente siano deboli, ma piuttosto perché essi assomigliano di più a delle piccole tessere che vanno a comporre un mosaico policromatico.
La durata ne facilita il compito: 36 minuti di raffinatissimo pop progressive che leviga l'arte degli XTC fino a farla diventer un prisma dalle multiple sfaccettature.



14. Big Big Train
English Electric (Part One)

In molti vedono nei Big Big Train dei moderni Genesis, il che in parte può essere vero. Però, a differenza dei molti cloni neo-prog che negli anni si sono ispirati alla band di Gabriel, i Big Big Train vi adattano un retrogusto personale che fa leva su influenze contemporanee. English Electric (Part One) prosegue il momento felice della band anche se, a differenza degli album precedenti, dopo alcuni ascolti può perdere un po' del suo appeal. Il che è comunque cosa modestissima dato che si parte già da alte vette.



13. Coheed and Cambria
The Afterman: Ascension

Non mi sarei mai aspettato un album dai Coheed and Cambria che rimettesse in discussione la loro carriera, figuriamoci poi un posto così alto nella mia classifica di fine anno. La band di Claudio Sanchez ha compiuto un miracolo dopo un album appena sufficiente e due abbastanza pessimi. The Afterman non solo presenta delle ottime composizioni, ma, forse grazie alla sua durata più contenuta, risulta solido e godibile dall'inizio alla fine.



12. Thumpermonkey

Pensando a degli aggettivi per Sleep Furiously me ne vengono in mente anche di non musicali. Un album oscuro e metallico - nel senso di lucente, gelido e affilato -, a tratti disturbante, che può provocare profonde idiosincrasie. Forse per quel suo potere subdolo di insinuarsi nelle nostre emozioni più remote.
Direi che questo è uno di quegli album che meritano di essere ascoltati con l'umore giusto. Ma il controsenso è che anche se non lo sei, una volta premuto "play", lo diventi. Per fan di Cadiacs e Oceansize.



11. Bat For Lashes
The Haunted Man

Mi sono deciso a prestare attenzione a Bat For Lashes dopo un twit di Mike Vennart che ne parlava bene e perchè vi è ospitata la sezione ritmica degli Everything Everything in due brani. In effetti l'uso a profusione di elettronica non tanto convenzionale, applicato a suadenti melodie pop sofisticate, fa pensare ad un connubio tra British Theatre e School of Seven Bells (ma anche a Kate Bush che incontra i Cocteau Twins e Bel Canto come nella splendida Marilyn).
Non ho ascoltato molto finora del repertorio passato di Natasha Khan, ma mi pare di aver capito che questo sia il suo lavoro più ricercato e meno immediato e forse è proprio per questo che mi è piaciuto.
Dopo averlo assimilato mi sento di dire che The Haunted Man non contiene canzoni deboli a parte la melliflua Laura, la quale forse proprio per questa sua caratteristica è stata scelta come singolo di lancio, anche se stilisticamente non rappresenta assolutamente il resto dell'album.



10. District 97
Trouble with Machines

Il primo album dei Distric 97, Hybrid Child, mi era piaciuto abbastanza, ma questo secondo mi ha davvero spiazzato, andando oltre le mie più rosee aspettative. Un lavoro notevolissimo. La qualità migliore dei District 97 è di creare un prog rock ad alto potenziale melodico pur mantenendo intricatissime trame. E la cantante Leslie Hunt (finalista del programma "American Idol") è un mostro di bravura.



9. Marillion
Sounds That Can't Be Made

I Marillion hanno avuto periodi altalenanti dove ad un buon lavoro ne facevano seguire uno più insipido. Adesso è da qualche anno che mantengono sempre standard qualitativi alti e quest'ultimo album ne è la prova. Pour My Love è una canzone elegantissima, la title-track è ispirata e coinvolgente (con passaggi da moderni Pink Floyd) e le tre "epic tracks" Gaza, Montréal e The Sky Above The Rain sono una meglio dell'altra. Nell'ambito dei brani di media durata credo che Invisible Ink sia una delle migliori composizioni degli ultimi tempi per i Marillion. Insomma, un album dove ogni traccia ha qualcosa da offrire.



8. Twelve Foot Ninja
Silent Machine

Dopo due EP che potevano far intravedere buone possibilità per un debutto vero e proprio, gli australiani Twelve Foot Ninja non solo non deludono le aspettative, ma vanno ben oltre le direttive impostate precedentemente. I TFN hanno tutte le carte in regola per diventare una delle nuove band di punta nella new wave alt-metal australiana insieme a Karnivool, Dead Letter Circus e i defunti (credo) Cog. In pratica il quintetto si colloca artisticamente vicino alle band citate e, al posto di parametri prog metal, si diverte (è proprio il caso di dire) a mischiare riff metal poderosi e devastanti con improvvise deviazioni verso funk, dub, salsa, ritmiche latino americane, reggae e via dicendo.
A molti, ascoltando i TFN, potranno venire alla mente paragoni più o meno palesi - uno su tutti con i Faith No More e Mr. Bungle grazie anche alla voce del cantante Kin, molto simile a Mike Patton. Niente di nuovo sotto il sole quindi, ma suonato e realizzato con una sensibilità non comune verso melodie, armonie vocali e ritmiche altamente contagiose. Facilmente catalogabile come uno dei migliori debutti dell'anno.



7. Motorpsycho and Ståle Storløkken
The Death Defying Unicorn

Sono più di 10 anni che i Motorpsycho non pubblicano un lavoro così convincente, forse grazie ad un uso più massiccio del solito di prog psichedelico. Ho letto più di una recensione che liquidava questo album con sufficienza e altezzosa spocchia anti-prog, tacciato di prolissità e ambizione perchè incarna molti dei difetti del genere. Tagliando corto, per me sono i soliti preconcetti snob contro il progressive rock. Per chi sa apprezzare con pazienza questo è un grande album, per gli altri: ritornate pure ad ascoltarvi i tre accordi dei gruppi punk.


6. The Panic Division

Insieme agli Half Moon Run e ai Thank You Scientist i Panic Division sono stati, per me, la vera sorpresa del 2012. Eternalism riprende l'estetica sonora del miglior pop rock degli anni '80 (in stile Tears For Fears per intenderci) e la condisce con influenze da alternative rock. Il risultato è un album solido, senza una canzone fuori posto, con una produzione iper-stratificata e satura dove elettronica e elettricità vanno a plasmare paesaggi sonori quasi eterei e rarefatti.



5. IZZ
Crush Of Night

Gli IZZ sono quasi sempre stati snobbati anche dai prog fans più accaniti e non sono mai riusciti ad entrare in pieno nell'empireo prog sinfonico al contrario di molti altri colleghi meno meritevoli e più acclamati. Crush of Night è un gran ritorno dopo la mezza delusione di The Darkened Room. I Move permettendo forse questo è il miglior lavoro degli IZZ.



4. Half Moon Run
Dark Eyes

L'esordio discografico di questo trio canadese mi ha davvero colpito. Quello di Dark Eyes si potrebbe definire indie folk con qualche traccia dei Radiohead, ma il gruppo è abbastanza emancipato da creare emozioni in proprio, senza attingere da idee altrui. Polifonie vocali perfette, ritmiche inventive e chitarre sognanti...non si può chiedere di più. Altro che Fleet Foxes. Dark Eyes, uscito alla fine di marzo, è un album che ho suonato per tutto l'anno senza mai stancarmi ed è ancora oggi, a distanza di quasi un anno, un usuale frequentatore del mio CD player. A parte la perfezione di brani come Call Me in the Afternoon e Full Circle, ce ne sono altri che hanno quell'alone di classico senza tempo come Nerve o Need It.



3. Anathema
Weather Systems

Non sono mai stato un grande fan degli Anathema e anche il precedente We're Here Because We're Here mi aveva impressionato fino ad un certo punto. Weather Systems devo dire invece che mi ha lasciato di stucco per la sua compattezza, gli Anathema, dal punto di vista musicale, tornano con melodie più forti che mai e con questo album credo si siano superati . Le tematiche cantate dagli Anathema rimangono quelle legate all’eternità delle nostre vite e lo fanno con una musica altamente evocativa e poetica. Un'apologia della morte che è un inno alla vita. Un album bellissimo e coinvolgente, senza mezzi termini, che parla al cuore e alla mente e ha il potere di conquistarli entrambi. Senza contare che Internal Landscapes, con la sua cangiante bellezza, per me resta la miglior canzone dell'anno.



2. Änglagård
Viljans öga

Lo stile musicale rimane immutato rispetto a 20 anni fa, ma questo potrebbe essere il miglior lavoro della band svedese. Sicuramente necessita di un ascolto attento e ripetuto per sviscerare in pieno tutte le sue trame che mano a mano svelano tutte le peculiarità di una composizione classica moderna. Viljans öga è composto da quattro sinfonie contemporanee, che forse alcuni imputeranno troppo simili a quanto il gruppo ha fatto in passato, ma è anche difficile ripetersi a questi livelli e quanta classe! Un grande ritorno. In vetta alla classifica non ci sarebbero potuti essere degli album più differenti tra loro e anche questo è un segno che il 2012 è stata una garnde annata.



1. Thank You Scientist 

Un esordio da paura! Questo è quanto di meglio si possa chiedere al prog rock moderno. Dopo un buon EP uscito l'anno scorso, i Thank You Scientist, con un balzo di qualità impressionante, sfornano un'opera ambiziosa ed eclettica. Il gruppo è formato da sette giovani del New Jersey che provengono da studi jazz e classici. E si sente. Se il punto di partenza dei TYS rimane un hard prog alternativo che riprende il meglio di band come The Mars Volta, Kaddisfly e Coheed and Cambria, il settetto ci aggiunge qua e là dosi di funk, folk etnico, fusion e power pop. Al classico impianto di basso-chitarra-batteria vengono integrati strumenti come sax, tromba, violino, viola. Fin qui nulla di nuovo, ma il tessuto sonoro è così denso e traboccante che la sua ricchezza finisce per investire l'ascoltatore come un fiume in piena. Il risultato è un album ricco di spunti, che incredibilmente funzionano, imprevedibile nelle sue variazioni, non solo tematiche ma anche di genere e che ci mostra un gruppo giovane, affiatato e già ricco di talento. Una rivelazione!

mercoledì 12 dicembre 2012

Novità in casa Kscope: Amplifier e Henry Fool

 La sempre interessante etichetta Kscope ha appena annunciato due titoli per il 2013 entrambi in uscita l'11 marzo. Il primo è la sorpresa degli Amplifier che fino ad ora si erano autoprodotti e autodistribuiti. L'album non è il già annunciato Mystoria, ma uno tutto nuovo dal titolo Echo Street.

Kscope are pleased to announce that Echo Street, the new album from Amplifier will released on the label on March 11th 2013. The album looks set to build upon the success of The Octopus, the critically acclaimed double album that the band self-released in 2011.

Amplifier frontman Sel Balamir said of the deal, “A lot of labels have courted the upcoming Amplifier release, but Kscope were the only serious label that seems not to be stuck in the 20th Century in terms of their artist relationship. Their progressive and flexible business model seems to come as standard as opposed to an additional recoupable service”.

Balamir continues, “We’re looking forward to having a great team of like-minded people to work with, a focusing of ideas that we can work with in coordinating our releases and really maximising the potential of the band’s increasingly prolific output”.

Kscope’s Johnny Wilks says of the new deal, “We have been huge admirers of the band for a good few years. So we are really looking forward to working with Amplifier and introducing them to new audiences around the world via the Kscope network. What a way to start 2013.”

Album tracklisting:

Matmos
The Wheel
Extra Vehicular
Paris In The Spring
Never & Always
Between Today & Yesterday
Echo Street
Mary Rose

www.amplifiertheband.com

L'altro è l'atteso secondo lavoro degli Henry Fool, progetto del tastierista Stephen Bennett e Tim Bowness (No-Man) che questa volta sarà interamente strumentale.



Henry Fool’s Men Singing, a four track instrumental album featuring members of No-Man, I Monster and Roxy Music – will be released on Kscope on March 11th.
Produced and arranged by band founders keyboardist Stephen Bennett and guitarist Tim Bowness (Steven Wilson’s creative partner in No-Man), the album has been mixed by Jarrod Gosling (I Monster/Regal Worm), who also contributes Mellotron, glockenspiel and the wonderfully surreal artwork.

Appearing on Everyone In Sweden and Man Singing, Phil Manzanera’s legendary guitar skills can be heard in the context of long-form instrumental music for the first time since his celebrated stint in 1970s mavericks Quiet Sun.

A vibrant and instinctive contemporary take on Progressive and Jazz Rock styles, Men Singing will be available as a limited edition cd in vinyl replica artwork, a standard cd and an LP.

There’s a Tim Bowness blog about the making of the album at:
www.timbowness.wordpress.com/album-writings/henry-fool-men-singing/

martedì 11 dicembre 2012

Altri inediti dagli archivi echolyn

Ecco altri tre brani (due inediti e uno dal vivo tratto da The End is Beautiful) che fanno parte della serie 7 Collection degli echolyn, ovvero alcune outtakes dall'ultimo album in studio echolyn.








In più la band ha pubblicato anche questi due video live in studio con la partecipazione di Francis Dunnery:





sabato 8 dicembre 2012

Best EPs of 2012

Una veloce rassegna dei migliori EP usciti in questo 2012 che anticipa la ben più corposa classifica di fine anno di altprogcore (alla quale sto lavorando in questi giorni e di prossima pubblicazione). Per gli EP non ho avuto tempo di aggiungere commenti, comunque alla maggior parte di essi ho aggiunto il link che rimanda alla rispettiva pagina bandcamp in caso foste curiosi di ascoltarli.

8. Dirty Dishes


7. T.R.A.M.
Lingua Franca

 
6. Knifeworld


5. Zelliack

4. Tetrafusion

3. Vending Machetes

2. British Theatre

 
 1. Hidden Hospitals

mercoledì 5 dicembre 2012

Codec - Horizontime (2012)


Questa nuova band guidata dal frontman Greg Norris (ex 32 Leaves) potrà fare la gioia degli amanti dei Tool, anche se la loro formula decisamente meno indirizzata a soluzioni sperimentali, li fa assomigliare di più agli A Perfect Circle. Avrete capito che Norris ha un'impostazione vocale molto simile a Maynard Keenan e le atmosfere, a partire dalle chitarre cupe di Ryan Gudmundson, ridanno alle eleucubrazioni metalliche tipiche delle band citate, ma dentro ci trovate comunque qualcosa di Karnivool e Dead Letter Circus. Anche se i Codec cercano di essere più orecchiabili e meno cervellotici. Questo Horizontime, uscito da qualche giorno, seppur derivativo si fa ascoltare molto bene.

Tracklist:

01. Bifurcate (4:01)
02. Notch (4:33)
03. Zeroth (4:28)
04. Lived a Lie (4:03)
05. Sunlight (3:35)
06. Ciuin (1:57)
07. Eventuate (4:03)
08. Aine (4:06)
09. Gra (4:43)
10. Daydreamer (5:10)
11. Siochain (1:49)
12. Vociferous (4:00)
13. The Seer (4:30)
14. Horizontime (4:57)



giovedì 29 novembre 2012

Lo-Fi Resistance - Chalk Lines (2012)


Lo-Fi Resistance è il nome dietro al quale si cela il musicista e compositore Randy McStine. Ho avuto modo di conoscere e ascoltare un paio di anni fa il progetto di McStine - all'epoca dell'esordio A Deep Breath (2010) - grazie alla mailing list di Kevin Gilbert, dove si citava il songwriting di questo album come molto affine a quello del compianto autore di The Shaming of the True. Inoltre A Deep Breath vedeva la partecipazione di Nick D'Virgilio come ospite alla batteria e responsabile del mixaggio. Il risultato, mi pare di ricordare, era molto buono.

Esce il 3 dicembre la seconda prova di McStine dal titolo Chalk Lines e questa volta gli ospiti sono aumentati e sempre di rilievo: abbiamo la sezione ritmica dei Porcupine Tree Gavin Harrison (batteria) e Colin Edwin (basso), un altro porcospino onorario come John Wesley, Doug Pinnick (King's X) e David Kerzner (Kevin Gilbert) che ha co-prodotto l'album.

Anche ascoltando le preview di Chalk Lines sembra che McStine abbia sicuramente fatto passi avanti e l'album è destinato a diventare una delle ultime perle che ci ha regalato questo 2012.





E per chi non conosce il primo album:

martedì 20 novembre 2012

This Town Needs Guns - "13.0.0.0.0" in uscita il 22 gennaio



Il nuovo album dei math rockers This Town Needs Guns intitolato 13.0.0.0.0, uscirà il 22 gennaio via Sargent House. Il seguito di Animals segna l'esordio del nuovo cantante Henry Tremain in sostituzione di Stuart Smith. Per ora il gruppo ha reso disponibili in anteprima le due canzoni Cat Fantastic e Left Aligned che potete ascoltare di seguito.

This Town Needs Guns - Cat Fantastic by Sargent House

This Town Needs Guns - Left Aligned by Sargent House

Questo il comunicato ufficiale:

Oxford, England's This Town Needs Guns has always been known for walking a tightrope line between pop melody and technical precision. But, their sophomore album, 13.0.0.0.0 finds the band blurring the lines so masterfully that their intricate, spindling guitar lines and soaring pop hooks reach unforeseen apexes. And, so it's fitting that the band titled their new album after esoteric means of counting: 13.0.0.0.0 referring to the Mayan calendar's Long Count indicating the beginning (August 11, 3114 BCE) and ending (December 21, 2012) of the current creation.
13.0.0.0.0 is their first album featuring their new vocalist Henry Tremain following the amicable departure of former lead singer Stuart Smith in 2011. This lineup shows considerable growth and cohesion with Tim Collis' signature bluegrass style finger-picking electric guitar lines weaving around brother and drummer Chris Collis' stop 'n' go syncopated rhythms as Tremain's rich vocals glide across the proceedings. But it's the band's earnest songwriting that really shines herein.

This Town Needs Guns have stayed true to their sound rather than chasing pop payoff like many of their contemporaries. The result is a leaner, stronger version of themselves similar to the way kindred spirits Pinback and Grizzly Bear have honed unique identities over many years. Album opener "Cat Fantastic" kicks things off at a spritely pace with an incredibly nimble clawhammer plucking guitar melody that sounds like a hybrid of Flatt & Scruggs crossed with Robert Fripp. But, it's the warmth to Tremain's voice and the song's hooky chord progression that makes it easy to forget the depth of musicianship on display throughout. Elsewhere, ethereal vocal melodies weave together with rapid-fire guitar and bass interplay on "Havoc In The Forum" and a sliced-up sounding drum pattern on "I'll Take The Minute Snake." Tremain's vocal acrobatics in "Left Aligned" reach stunning highs while slithering bass chords, fugue-like guitar notes and rollicking drums form a sturdy base. "13.0.0.0.1" perfectly closes the album with a chiming lullaby of interwoven piano and lightly plucked guitar notes.
"13.0.0.0.0" will be released worldwide on LP, CD and download via Sargent House on January 22, 2013.

Tracklist:

1. Cat Fantastic
2. Havoc in the Forum
3. Left Aligned
4. In The Branches of Yggdrasil
5. I'll Take the Minute Snake
6. 2 Birds, 1 Stone And An Empty Stomach
7. Nice Riff, Clichard
8. Triptych
9. Pygmy Polygamy
10. A Different Kind of Tall (small)
11. +3 Awesomeness Repels Water
12. 13.0.0.0.1

http://www.thistownneedsguns.com/

Happy Birthday Kevin Gilbert

Se fosse vivo oggi Kevin Gilbert compirebbe 46 anni. Chi segue il blog conosce la mia stima per questo grande artista che ci ha lasciato troppo presto. Quindi, dato che non si parla mai abbastanza di Kevin Gilbert, prendo come scusa il suo compleanno per condividere un filmato che ho trovato da poco. E' il concerto completo che i Giraffe fecero nel 1994 al ProgFest suonando quasi per intero The Lamb Lies Down on Broadway. Gli appassionati naturalmente conosceranno bene questa performance, ma fino ad ora non era mai stata caricata interamente su YouTube. Credo che questa sia una buona occasione per riguardarsela.



Tracklist:

The Lamb Lies Down on Broadway
Fly on a Windshield
Broadway Melody of 1974
In The Cage
The Grand Parade of Lifeless Packaging
Back in N.Y.C.
The Carpet Crawlers
Lilywhite Lilith
The Lamia
The Colony of Slippermen
Raven (Instrumental)In The Rapids
It / Watcher of the Skies
The Musical Box

Band lineup:
Kevin Gilbert - vocals
Dan Hancock - guitar
David Kerzner - keyboards
Stan Cotey - bass
Nick D'Virgilio - drums

www.kevingilbert.com

lunedì 19 novembre 2012

Biffy Clyro - il nuovo singolo "Black Chandelier"


Dopo il singolo Stingin' Belle, i Biffy Clyro licenziano oggi il secondo brano tratto dal nuovo album Opposites in uscita il 28 gennaio. Il brano Black Chandelier sarà incluso nell'EP omonimo che precederà Opposites e sarà pubblicato il 13 gennaio. Riguardo al brano sembra che per ora non ci siano grosse sorprese riguardo allo stile, in quanto il trio scozzese sta proseguendo la linea di commercializzazione intrapresa da Puzzle e ampiamente abbracciata dal precedente Only Revolutions (2009), album che ha fruttato ai Biffy Clyro il disco di platino.



Tracklist:

1 Black Chandelier
2 The Rain
3 Thundermonster
4 Many of Horror (Live)

http://www.biffyclyro.com/home.htm

mercoledì 14 novembre 2012

TWELVE FOOT NINJA - Silent Machine (2012)


Dopo i due EP New Dawn (2008) e Smoke Bomb (2010) che potevano far intravedere buone possibilità per un debutto vero e proprio, gli australiani Twelve Foot Ninja con l'esordio Silent Machine non solo non deludono le aspettative, ma vanno ben oltre le direttive impostate precedentemente. I Twelve Foot Ninja hanno tutte le carte in regola per diventare una delle nuove band di punta nella new wave alt-metal australiana insieme a Karnivool, Dead Letter Circus e i defunti (credo) Cog. Avevo già scritto qualche riga a proposito di questo debutto, ma il suo impatto è stato così inaspettatamente positivo che credo sia necessario un approfondimento.

L'album Silent Machine è stato pubblicato il 2 novembre accompagnato da una campagna di pre-ordini quanto meno singolare. Le 12 canzoni che compongono il lavoro sono state rese disponibili in download con cadenza settimanale prima dell’uscita dell’album e ad ognuna di esse è stata abbinata una parte di un fumetto che narra la storia del "ninja di dodici piedi" (inteso come altezza tanto per precisare), una sorta di concept album quindi.

La band non ha mancato di fare proseliti tra gli addetti ai lavori tanto che il chitarrista dei Periphery Jake Bowen li ha esplicitamente consigliati ai tipi di Metalsucks. Anche se, ascoltando la band, non è tanto lo stile djent che viene fuori. In pratica il quintetto si colloca artisticamente vicino alle band sopra citate e, al posto di parametri prog metal, si diverte (è proprio il caso di dire) a mischiare riff nu metal poderosi e devastanti con improvvise deviazioni verso funk, dub, salsa, ritmiche latino americane, reggae e via dicendo. A molti, ascoltando i Twelve Foot Ninja, potranno venire alla mente paragoni più o meno palesi - uno su tutti con i Faith No More e Mr. Bungle, grazie anche alla voce del cantante Kin, molto simile a Mike Patton.

Niente di nuovo sotto il sole quindi, ma suonato e realizzato con una sensibilità non comune verso melodie, armonie vocali e ritmiche altamente contagiose. È sorprendente la disinvoltura e la perizia con le quali i cinque accostano dei generi così lontani, un terreno dove altri avrebbero rischiato di sfiorare il ridicolo. La forza dei Twelve Foot Ninja risiede nella sicurezza delle loro capacità, altamente qualificate, che trovano nel senso dell’umorismo (si vedano i video ufficiali e altri tipo questo) un’ulteriore conferma che giustifica tale versatilità stilistica.

Coming for You, che si apre subito con decibel di metal, si spacca in digressioni pseudo salsa e disco, così come Mother Sky si prodiga nell'accentuare i contrasti virando verso riverberi dub. Il tutto è ripreso con maggiore forza nell'imponente Vanguard che ha dalla sua un potentissimo ritornello sincopato alla Pain of Salvation. Kingdom è una delle migliori tracce che frulla nel calderone influssi mediorientali, elettronica e un chorus da metal barocco da far invidia ai Faith No More. La title-track e Liberation hanno un tale respiro solenne che nasconde già una grande maturità artistica, mentre Rogue e Myth of Progress portano in dote i riff hardcore più rocciosi del lotto. Ain't That A Bitch esplora il lato più soft e orecchiabile, risultando vincente anche in questo campo.
Silent Machine è facilmente catalogabile come uno dei migliori debutti dell'anno e la band è sicuramente da tenere d'occhio in futuro.





http://twelvefootninja.com/

lunedì 12 novembre 2012

The Flaming Lips alla corte del Re Cremisi


Qualche anno fa i Flaming Lips rivisitarono alla loro maniera del tutto personale The Dark Side of the Moon. Non contenti di aver dissacrato uno dei capolavori riconosciuti del progressive rock, oggi ci riprovano con quello che viene considerato il primo album che diede l'avvio al genere e cioè In the Court of the Crimson King dei King Crimson naturalmente.

I Flaming Lips sono stati coadiuvati in questa operazione da New Fumes, Stardeath e White Dwarfs, permettendosi il lusso di cambiare anche il titolo dell'opera e chiamarla Playing Hide and Seek with the Ghosts of Dawn (frase estrapolata da un verso di Moonchild) Se siete curiosi il tutto è da qualche giorno in streaming continuo a questo indirizzo, senza rispettare la scaletta originale dell'album, mentre Moonchild la potete ascoltare qui sotto:



Playing Hide and Seek with the Ghosts of Dawn Tracklist:
01. Linear Downfall – “21st Century Schizoid Man”
02. New Fumes – “I Talk to the Wind”
03. Linear Downfall, Spaceface, Stardeathand White Dwarfs, and New Fumes with The Flaming Lips – “Epitaph”
04. Spaceface – “Moonchild”
05. Stardeath and White Dwarfs – ”In the Court of the Crimson King”

domenica 11 novembre 2012

Motorpsycho - Blissard Deluxe Edition (2012, 4 CD)


Dopo averci deliziato con la deluxe edition del capolavoro Timothy's Monster, la Stickman Records pubblicherà il 23 novembre un quadruplo box set dedicato a Blissard, album del 1996. I Motorpsycho fecero seguire il più contenuto Blissard allo straripante e monumentale doppio Timothy's Monster che sancì una svolta seminale nella carriera della band. Blissard, come nella tradizione del trio norvegese, fu una di quelle opere che cercò di cambiare prospettiva stilistica, dedicandosi a canzoni con una minor percentuale di progressive e indirizzata più verso suoni duri e abrasivi derivati dall'alternative rock, il grunge e anche un pizzico di pop rock. Anche se comunque il retaggio progressive e noise della band era ancora ben presente in brani come S.T.G. e Greener.

Questa edizione contiene numerosi inediti, versioni alternative di brani editi, ma anche tutte le b-sides dei vari EP usciti in concomitanza con l'album (Manmower, The Nerve Tatoo) e che sono comunque diventate parte integrante della storia della band.

Motorpsycho originally released their masterpiece album "Blissard" in 1996 to worldwide acclaim. Now, almost 2 decades later, they've emptied the vaults and have compiled the ultimate box-set consisting of the original tracks, different recording sessions, rejected mixes, songs lost along the way and, at times, absolute musical mayhem. A must-have for hardcore Motorpsycho fans and an interesting insight for all music lovers into the workings of one of the world's most prolific indie bands.










Tracklist
Disc 1: Blissard vol. 1 The Original Album

Sinful, Wind-borne
"Drug Thing"
Greener
's Numbness
The Nerve Tattoo
True Middle
S.T.G.
Manmower
Fool's Gold
Nathan Daniel's Tune From Hawaii

Disc 2: Blissard vol.2 - When The World Sleeps (The KiT-sessions, 1994)

Stalemate
Flick of the Wrist
When the World Sleeps
Black W'abbit
The Ballad of Patrick & Putrick
7th Dream
Mad Sun

Disc 3: Blissard vol.3 - The Pidah Mixes

Sinful, Wind-borne
"Drug Thing"
Greener
The Matter With Her
's Numbness
The Nerve Tattoo
Manmower
Like Always
True Middle
S.T.G.
Stalemate

Disc 4: Blissard vol.4 - The Ones That Got Away B-sides, rehearsal tapes, the Atlantis psychosis files...

The Nerve Tattoo
Of Beacons & Beams
The Wheel
Pale Day
Mad Sun (short version)
A Saw Sage Full of Secretion
Heaven and Hell
Sterling Says
Never Judge
Baby Scooter
In the Midst of All That
Silver Tongue
Dave Gave Up
That Dying Breed
"Drug Thing"
A Shortcut to the Stars
Aa Luna
Atlantis Swing
Familjen tar plats i studion/Fyra kvällar session
Jazz på trøndska

http://www.stickman-records.de/

venerdì 9 novembre 2012

Everything Everything - i due nuovi singoli "Cough Cough" e "Kemosabe"


Gli Everything Everything hanno presentato in anteprima il secondo singolo Kemosabe (in uscita il 9 gennaio) tratto dal nuovo album ARC (in uscita il 14 gennaio). Kemosabe arriva a più di un mese di distanza da Cough Cough e saranno le due canzoni di apertura di ARC.
Sinceramente mi ha stupito l'annuncio a settembre di un'uscita così lontana, all'anno nuovo, quando l'album era praticamente pronto a fine estate. Avrei scommesso su una pubblicazione tra novembre e dicembre, ma d'altra parte saranno scelte probabilmente legate alla casa discografica e al marketing.
Comunque i due pezzi usciti sinora, non hanno deluso le mie aspettative e credo che ARC farà altrettanto, essendo uno degli album più attesi del 2013. Il quartetto di Manchester sembra avere optato per delle composizioni un po' più dirette, sempre con un marcato uso di elettronica, con una scrittura che punta su forme più ortodosse, anche se non mancano richiami al prog rock grazie a deviazioni melodiche non convezionali, ritmiche e armonie vocali ricercate. Insomma il pop rock che ci piace deve essere così: sofisticato, intelligente e imprevedibile.








L'album avrà due edizioni la Regular e la Deluxe, ecco le tracklist:

Regular Edition

1 Cough Cough
2 Kemosabe
3 Torso Of The Week
4 Duet
5 Choice Mountain
6 Feet for Hands
7 Undrowned
8 _Arc_
9 Armourland
10 The House Is Dust
11 Radiant
12 The Peaks
13 Don't Try


Deluxe Edition
1 Cough Cough
2 Kemosabe
3 Torso Of The Week
4 Duet
5 Choice Mountain
6 Feet For Hands
7 Undrowned
8 _Arc_
9 Armourland
10 The House Is Dust
11 Radiant
12 The Peaks
13 Don't Try
14 Awe/Arc
15 No Plan
16 Justice
17 Duet (Alternative Version)
18 Don't Try (Everything Everything Remix)
19 Distrikt!

http://www.everything-everything.co.uk

lunedì 5 novembre 2012

THE TEA CLUB - Quickly Quickly Quickly (2012)


Quickly Quickly Quickly segna la terza prova in studio dei The Tea Club, band del New Jersey guidata dai fratelli Dan e Patrick McGowan. Questo è il primo lavoro con il nuovo batterista Joe Rizzolo e il bassista Charles Batdorf che qui ha preso le veci di Becky Osenenko, passata alle tastiere. Purtroppo la band ha sofferto sempre una certa instabilità di line-up e già da questa estate Batdorf e Osenenko non fanno più parte della squadra.

Comunque torniamo a Quickly Quickly Quickly. Per capire appieno l'estetica musicale dei The Tea Club credo sia utile anche andarsi a rileggere quanto avevo scritto su Rabbit e General Winter's Secret Museum, poiché questa terza opera prosegue quelle linee guida, addentrandosi ancora di più se vogliamo nelle complesse possibilità di quella musica. Se infatti i lavori precedenti potevano godere, se non totalmente, almeno in parte, di una immediatezza più rassicurante, in questo caso nulla è lasciato alla facilità di ascolto. Non si pensi a qualcosa di astruso e impenetrabile, tutt'altro, ma le copiose costruzioni dei Tea Club nascondono strutture in moto continuo e stratificazioni che richiedono diversi ascolti per essere assimilate.

Quante volte vi siete chiesti come potrebbe essere il progressive rock moderno? Per alcuni deve ricalcare i soliti stilemi degli anni '70 altrimenti non lo è. Ebbene, quello dei Tea Club non è quello che si può catalogare come progressive sinfonico o neo-prog, non trovate traccia di Genesis o Yes, eppure questi quattro brani multiformi trasudano progressive ad ogni nota. Non vi è nulla di barocco o pretenzioso, ma piuttosto una rivisitazione del rock alternativo e sperimentale, tenendo lontano facili paragoni con i nomi più gettonati degli ultimi tempi come Porcupine Tree o Mars Volta. I Tea Club sono riusciti, cioè, nella non facile impresa di crearsi un'identità ben definita nell'affollato mondo del prog rock moderno che troppi epigoni ci ha già regalato.

Ciò è dato da delle composizioni che dimenticano le basilari regole formali: non ci sono ritornelli o strofe, né sono presenti movimenti o parti in queste lunghe tracce ma solo un frastagliato percorso in costante mutamento. L'apertura è a suo modo coraggiosa, affidata ai cangianti 18 minuti di Firebears che ci avvolge immediatamente come un vortice, soprattutto grazie all'inventivo drumming di Rizzolo, con gli strumenti in continuo spasmo frenetico. A metà strada si placa in una serenata psichedelica guidata dal piano che, dopo la sua esposizione, riparte come un motore in una terza parte che riprende l'incedere iniziale.

I tre brani succesivi tengono fede alla descrizione che la band ha posto come suggello nel proprio sito web in una acuta sintesi: "Pastoral Progressive Rock". The Eternal German Infant prende elementi dalla sensibilità pop rock dei fratelli McGowan e la passa in un frullatore schizofrenico di accordi in perenne cambiamento e linee melodiche mutuate da Jeff Buckley. Nonostante ciò The Eternal German Infant non è un brano di facile assimilazione, molto cervellotico. Così come la successiva Mister Freeze, acustica e misteriosa, una litania con basso prominente e chitarra, sulla quale si affacciano minacciosi riverberi psichedelici. I Shall Consume Everything è un misto delle atmosfere espresse sinora: un clima sognante dato da arpeggi spaziali e calde armonie vocali. Il clima si instaura lentamente fino ad un crescendo dal sapore ambivalente tra il solenne e il disturbante. La crescita artistica dei Tea Club va di pari passo alla complessità con la quale mettono in note le loro storie dark e surreali, un percorso che sembra simile a quello degli Oceansize: rischioso, impopolare, destinato ad un elitario gruppo di ascoltatori, ma tanto appagante una volta che si è giunti in fondo alla sostanza.


LINE-UP:
Dan McGowan – lead vocals (2,3,4), backing vocals, acoustic and electric guitar
Patrick McGowan – electric guitar, lead vocals (1), backing vocals, bass (2)
Becky Osenenko – keyboards
Charles Batdorf – bass (1,3,4), guitar (2)
Joe Rizzolo – drums
Additional instruments by R McGeddon

http://theteaclub.net/

domenica 4 novembre 2012

Arcane Roots - "Resolve" free download



Mentre sono in studio per registrare il loro album di debutto, gli Arcane Roots hanno rilasciato il singolo Resolve (che potete ascoltare di seguito), scaricabile gratuitamente tramite il loro sito web ufficiale www.arcaneroots.co.uk/resolve
Per adesso il gruppo inglese ha all'attivo solo l'EP Left Fire, uscito nel 2011 solo in forma digitale e ristampato quest'anno con l'aggiunta di qualche bonus track.

mercoledì 31 ottobre 2012

Into It. Over It. - Audiotree Session



Credo di aver ribadito più di una volta che Evan Weiss è una delle migliori figure tra gli odierni cantautori "indie" americani. Con il moniker di Into It. Over It. ha già delle considerevoli pubblicazioni alle spalle e un tour acustico in solitaria che ha toccato anche l'Europa questa estate. Adesso è riuscito a costruirsi una vera e propria band per portare in giro ciò che in studio solitamente fa da solo e l'atmosfera live non fa che rafforzare delle già solide composizioni.

Session Tracklisting

1 Heartificial
2 Fake It
3 Humboldt
4 Where Your Nights Often End
5 Brenham, TX
6 Get Old or Die Tryin
7 Connecticut Steps
8 Fortunate Friends
9 Wearing White
10 Midnight Carroll Street

Since 2001 I had played, written, recorded and performed in bands. The Progress, Up Up Down Down Left Right Left Right B A Start, Map The Growth and Stay Ahead Of The Weather have been a few.

In 2007, I wrote, recorded and released a new song every week for an entire year. The free download project was called 52 Weeks. About 6 months after it’s completion it was formally released in June 2009 by No Sleep Records as a 2xCD.

The following year (2009/2010), I wrote and recorded 12 songs about stories and experienced I’d had in 12 different towns. These songs were spread across 6 split 7″ records that I shared with the bands CSTVT, Everyone Everywhere, Such Gold, Pswingset, Empire! Empire! and Bob Nanna / Lauren Lo. The following labels had a hand in releasing them: No Sleep Records, Topshelf Records, Count Your Lucky Stars Records, Evil Weevil Records and Mightier Than Sword Records. The collection of all 12 songs is called “Twelve Towns” and is now available through Topshelf Records on one CD/LP collection.

During the Summer of 2010, I recorded 5 songs about my experiences in 5 Chicago neighborhoods which appeared on a split CD/LP with my good friend KOJI. It was released by No Sleep Records in November 2010.

That same Summer, some friends and I banded together to write and record 5 songs for a 7″ record under the moniker Stay Ahead Of The Weather. It was released in December 2010 by No Sleep Records.

In July 2011, I recorded 12 brand new songs with the help of Ed Rose at Blacklodge Studios in Eudora, KS. These songs were to be released the following September by No Sleep Records on CD & LP. The album is called “Proper”.

http://intoitoverit.com/

sabato 27 ottobre 2012

Un grado di separazione: Thieves Kitchen, Sanguine Hum, Änglagård


Come forse qualcuno avrà notato gli Änglagård, con una mossa inaspettata, hanno improvvisamente cambiato formazione con il clamoroso rientro del fondatore chitarrista Tord Lindman. Gli altri due membri sono Erik Hammarström alla batteria e Linus Kåse alle tastiere, entrambi provenienti dai Brighteye Brison.

Ad ogni modo questo è il comunicato ufficiale:
We welcome Erik Hammarström, who plays drums and percussion with great groove, and keyboard virituos Linus Kåse. Back in the band is Tord Lindman on guitar and vocals.
At the moment we are rehearsing songs and writing new material. In 2013 we plan to play live again. We have been invited to play in Japan and it is planned for some time in March. We'll do one gig before that, probably in Stockholm. Later on we plan to also play gigs in Europe. The dates are not yet fixed, but we hope to be able to bring you more detailed plans shortly.

Inoltre, per dare prova che i lavori procedono su nuovo materiale, ecco un estratto dalle prove del gruppo:
http://anglagardrecords.com/Musik/tema1.mp3

L'ormai ex tastierista degli Änglagård Thomas Johnson è invece coinvolto dall'anno scorso nelle registrazioni del nuovo album della band inglese Thieves Kitchen, a proposito del quale si sa poco o niente se non che dovrebbe uscire tra non molto e che il nuovo batterista è Paul Mallyon (protagonista dei seguenti filmati) ex Sanguine Hum.





I Sanguine Hum stanno anche loro lavorando al materiale del nuovo The Weight of the World che uscirà nei primi mesi del prossimo anno. Ecco un estratto dalle registrazioni.