martedì 31 ottobre 2023

Le uscite di ottobre 2023 e qualcosa in più



Progressive rock

  • Quei pazzi dei Closure In Moscow hanno atteso nove anni per dare un seguito a Pink Lemonade, ma non è che nel frattempo siano stati con le mani in mano. Le cronache sulla produzione di Soft Hell parlano di lunghe session di scrittura, attenzione maniacale ad ogni dettaglio, un lavoro di mix elaboratissimo impostato sulla sottrazione (dato che il reale numero di Stems per brano era improponibile) e un gran studio sulle parti vocali con l'ausilio della cantante Aphir (Becki Whitton) presente come ospite in due tracce. Il risultato è un album con un groove prog funk incredibile, ci sono sezioni funamboliche e altre che sfiorano il pop barocco. L'attesa è stata ripagata con una varietà sonora e sonica con pochi eguali, in definitiva il miglior album del quintetto australiano. 


  • Gli Head With Wings si erano distinti nel 2018 con il buon esordio From Worry to Shame, prodotto da Frank Sacramone e Jamie Van Dyck degli Earthside, dai sapori post prog metal tesi ad esplorare la parte atmosferica ed emozionale di quei generi. Il nuovo Without Intervention è una prova che rafforza tali legami con la frangia più melodica e introversa del moderno prog metal, ovviamente preservando anche i momenti più accesi. 


  • L'anno scorso il tastierista Vivien Lalu si era rifatto vivo dopo un lungo periodo di pausa con l'ottimo Paint the Sky. Adesso, dopo solo un anno, ecco il seguito The Fish Who Wanted to Be King che rinnova il sodalizio con il cantante Damien Wilson e anche la giusta direzione imboccata con il precedente, che fondeva prog sinfonico e metal con una visione abbastanza personale da non farli cadere nel calderone di artisti simili a fotocopie di altri. Forse non al livello del suo predecessore ma comunque da segnalare.


  • Tra i ritorni inaspettati c'è stato anche quello dei Land of Chocolate del tastierista/batterista John Buzby, fratello di Chris Buzby degli Echolyn ed ex Finneus Gauge, discograficamente fermi da quasi 20 anni. Se conoscete i gruppi sopra citati sapete cosa aspettarvi, altrimenti qui ci si muove tra il prog, la fusion e il math rock. 


  • Questa opera prima dei Nospūn, intitolata appunto Opus, ha raccolto molti consensi tra gli appassionati di prog metal, associando la band ad una specie di Dream Theater che non ha perso l'ispirazione.


  • Il secondo capitolo della trilogia dei danesi ÊTRE, II​:​Humane, se non è allo stesso livello del primo EP forse lo supera nel suo prog metal concettuale ed esoterico.



Math rock


  • Chi più dei The Mercury Tree può essere considerato math rock quando, oltre alle poliritmie, usano anche strumenti microtonali? Self Similar è il secondo album della band ad adottare tale espediente dopo Spidermilk, ed è ancor più coerente e sicuro di sé nel perseguire una parvenza di armonia nel caos disarmonico dello "sbilanciamento uditivo" creato dall'accordatura microtonale.


  • Tra coloro che contribuiscono a rendere il math rock interessante ci sono anche un sacco di gruppi provenienti da Oriente, i cinesi griffo鬼否 sono tra questi e il secondo album 本体Ontology è davvero una gradevole aggiunta all'archivio del genere.


  • L'ex membro dei  Feed Me Jack Robert Ross dopo alcuni EP pubblica il suo primo album con il progetto solista Bobbing. Year of the Newt è uno spettacolo di math rock elettronico, funky, glitchy e r&b. Conciso, caleidoscopico ed efficace.


  • Il valore del trio math rock luminism mi era stato chiaro fino dall'EP east coast emo (2021). Adesso il loro primo album form without content non ha fatto altro che confermare la bontà della loro formula minimale fatta di due chitarre, voce e drum machine.


  • L'ennesimo EP di A.M. Overcast dovrebbe ormai essere una garanzia di pop punk/math rock di prim'ordine... e infatti lo è.


  • Sincerely è la band in cui milita il batterista Adam Cichocki quando non è impegnato nei Gatherer. Special Feeling è il loro album di emo math rock strumentale.


  • Chi ha detto che in Perù non si possa produrre del buono e sano math rock con influssi midwest emo? Capsella Bursa Pastoris dei kafuka ne è la testimonianza.



Prog hardcore - emo pop punk


  • Il primo omonimo album dei Tidelines risale al 2017, tutt'ora rimane la loro unica opera e non so come fino ad oggi mi sia sfuggito, forse perché non ha avuto praticamente alcuna copertura mediatica. Fatto sta che è uno dei migliori esempi di lavori che seguono la scia di Circa SurviveSaosin e dello swancore con la particolarità di aggiungere un tocco sognante al prog hardcore che aleggia su tutto l'album. Non lasciatevelo sfuggire, poiché le suggestioni che regala, una volta entrati nei suoi meccanismi, sono meritevoli.


  • I Bear Ghost mi sembrano quasi degli eredi dei The Venetia Fair, suonando un folle post hardcore in salsa cabaret rock con un tocco da operetta alla Queen. Il tour de force in cui il gruppo precipita su Jiminy magari non è per tutti i gusti, ma le evoluzioni circensi strumentali, la tensione mantenuta costantemente sul filo del rasoio e il continuo darsi da fare per bilanciare la densità sonora ad alti livelli è sicuramente encomiabile. 


  • Devo dire che dopo l'anteprima del riuscitissimo singolo Groundhog Day mi aspettavo qualcosa di più dal ritorno dei Knuckle Puck. Losing What We Love è comunque un gradevole album nella media per chi fosse interessato a band pop punk che hanno un seguito di culto.



Indie pop

  • Tra la marea di artisti indie pop che vengono puntualmente pompati dalle webzine più seguite, come Stereogum e Consequence of Sound che aiutano sempre ad indirizzare i trend dove vogliono loro, manca colpevolmente il nome di Abby Holliday. La giovane musicista è autrice di due splendidi album ben prodotti e arrangiati il cui ultimo, I'M OK NO I'M NOT, presenta una serie di brani tra cui Predictable Life, Better By Now, Eggshels pieni di inventiva nell'utilizzo di stratificazioni sonore in sintonia con la direzione electropop, folktronica, dream pop, come una sintesi tra Bon Iver, The Japanese House e Boygenius.


  • Loro si chiamano The Book Club e sono un duo formato da Emlee Rose (voce, chitarra) e Jake Hilton (chitarra). Con l'EP The Flowers Grow Tapes si identificano con uno stile riconoscibile che risplende su tutte le cinque tracce, caratterizzate da un dream pop con venature rock e la voce angelica della Rose.