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mercoledì 18 luglio 2018
Quiet Child - Clara (2018)
Avevamo lasciato Peter Spiker e il suo progetto Quiet Child a due anni fa con la pubblicazione del settimo album Listen, Love, The Thunder Calls. Da allora poco e nulla è trapelato dal quartier generale se non che il lavoro che lo avrebbe seguito sarebbe stato l'ultimo dei Quiet Child per stessa ammissione di Spiker il quale ha espresso la volontà di intraprendere altri percorsi musicali che non si adattano al progetto. Nonostante tale decisione una delle poche certezze associate ai Quiet Child è che si può ammettere che in ogni nuova produzione Spiker ha cercato costantemente di cambiare prospettiva musicale, pur rimanendo in un ambito prog rock e metal cantautorale. Tocca quindi a Clara il compito di chiudere il sipario sui Quiet Child e rimane un'ottima sintesi dei dodici anni di vita della creatura di Spiker. Nell'album troviamo molti degli elementi che si sono succeduti nei precedenti sette capitoli: ambient, metal, qualche riferimento al melodismo wilsoniano, post rock, avant-garde e minimalismo. A piccole dosi ritroviamo tutto ciò su Clara, praticamente un bel modo di accomiatarsi.
venerdì 24 giugno 2016
Quiet Child - Listen, Love, The Thunder Calls (2016)
Come è di sua consuetudine Peter Spiker, aka Quiet Child, torna a meno di un anno di distanza dall'ultimo album con una nuova collezione di pezzi che rappresentano la calma dopo la tempesta. Come è intuibile dalla desolata e pacifica copertina, Listen, Love, The Thunder Calls rappresenta infatti quasi il contro-bilanciamento di The Ever Present Shadow, inserendosi in territori molto più rilassati. Abituato a fare tutto da solo in studio, Spiker mette questa volta veramente a frutto il minimalismo strumentale, riducendosi a piano, chitarra e qualche percussione programmata. Ottenendo così un lavoro nuovamente diverso che va dall'electro folk di Forty Years, a quello più aderente ai dettami di Simon and Garfunkel di Late Entry, all'elettronica scarna di matrice Radiohead di Morning Fog e Stare Off, fino alla calma quasi ambient di Auditorium e Guard the Window. Se non lo si fosse capito, credo che Spiker ci voglia far intendere quanto lui possa essere poliedrico e passare dal progressive rock più feroce, al cantautorato più meditativo e cool.
mercoledì 30 settembre 2015
Quiet Child - The Ever Present Shadow (2015)
Quando a maggio vi parlai di Peter Spiker a.k.a. Quiet Child ancora non sapevo che avesse in cantiere un altro album, ma qualche mese dopo, quando annunciò questa nuova uscita, la cosa non mi sorprese più di tanto vista la prolifica vena del ragazzo australiano. Quindi ecco The Ever Present Shadow, che lo stesso Spiker ha presentato come un album più pesante del precedente, seconda opera del 2015 che è un po' più ruvido e spigoloso in effetti, ma non si discosta molto ad esempio dal metal spaziale di Chapter and Verse del 2014.
Non vi fate intimidire dalle bordate thrash che si affacciano prepotenti più che mai a partire da A Good Plan, dato che a Spiker piace stupire con accostamenti arditi posizionando sempre sottostrati di melodia e intricate parti progressive. Ciò che più convince di Spiker è la sua voce che, anche se con il suo registro alto e dolce assomiglia ad un incrocio tra Thom Yorke e Jeff Buckley, non sfigura affatto sepolta sotto gli strati di distorsione metal.
domenica 3 maggio 2015
Quiet Child - If Only You Had Seen Me (2015)
Le composizioni di Spinker abbinano laceranti parti di chitarra che sembrano provenire dal doom metal dei maudlin of the Well a malinconici passaggi di piano che ricordano le ballate degli Anathema (la title-track, Und Gott Lachte). Altre volte, nei brani più estesi, a Spinker piace dedicarsi all'avant-garde (Neighbour) e alla psichedelia metal (Shells on Qusayr), ma tutte queste sfaccettature le possiamo trovare in ogni parte di If Only You Had Seen Me. Un'altra particolarità che non guasta è la voce duttile ed espressiva di Spinker che si libra tra le note di Shehada, vero pezzo di punta di tutto l'album, e nella romantica Water Rushing Through The Reeds, che se, ad esempio, Steven Wilson la avesse aggiunta in chiusura di un suo album vedremmo gente stracciarsi i vestiti, gridando al capolavoro. Noi lo diciamo sommessamente invece che questo ragazzo australiano ha dalla sua del talento non indifferente.
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