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domenica 3 aprile 2022

PreHistoric Animals - The Magical Mystery Machine (Chapter Two) (2022)


Avevamo lasciato i Prehistoric Animals reduci da un secondo album che ne decretava una consistente crescita dal lato compositivo e stilistico, nonché l'inizio di un concept che si estendeva oltre la durata di un solo album. Eccoci arrivati quindi all'annunciato secondo capitolo di The Magical Mystery Machine, dove ritroviamo i due protagonisti Cora e Jareth proseguire la loro avventura spaziale nell'intento di racchiudere in un macchinario tutte le abilità del genere umano per trasportarle in un nuovo mondo. In questa seconda parte scoprono essere pedine di un piano intergalattico più grande di loro, oltre che inconsapevoli prigionieri di una specie di Truman Show universale.

Non è una sorpresa quindi scoprire che l'atmosfera e la qualità musicale proseguono in modo saldo e sicuro sulle coordinate impostate nel primo capitolo, contando poi anche sul fatto che ormai la line-up guidata da Stefan Altzar (voce, chitarra, tastiere) e Samuel Granath (batteria, tastiere) è rimasta invariata ed ormai rodata con Daniel Magdic (chitarra) e Noah Magnusson (basso). We Harvest the Souls of the Brave è il brano che apre e racchiude un raccordo ideale tra i due album. Una canzone dalla struttura ortodossa introdotta da un pesante riff metal e sintetizzatori quasi industriali che poi si stempera in un chorus orecchiabile.

Da I Am the Chosen One (and I like it) iniziano a profilarsi le prime lievi differenze con il predecessore: se dal lato melodico la band rimane su costanti livelli accessibili, da quello strumentale questa volta offre una sferzata metal più accentuata, puntando su brani carichi di epici passaggi elettrici e fusion, come anche accade negli interludi di Ghostfires, oppure pervasi di melodrammaticità quasi teatrale in Cora's New Secret, ancora puntando su effetti spaziali e psichedelici, tra riverberi chitarristici e synth, senza abbandonare le suggestioni monolitiche, caratteristiche che prendono piena forma nella successiva solenne The Protectors of the Universe. Anche in questo caso i groove congiunti di chitarra e synth donano un senso di dinamicità che guida verso paesaggi metal più aspri. 

2100 (new Years eve) è l'ennesimo momento in cui i PreHistoric Animals si dimostrano abili manipolatori nel calibrare il prog con attitudini art rock e pop, pilotati da ritmiche sostenute, modulazioni inaspettate ma dall'immediato appeal e chitarre pronte a reggere la cadenza con i loro riff. Se tutto ciò non bastasse la conclusiva It's a Start, Not the End nei suoi nove minuti di durata ha tutto il tempo di riassumere le varie caratteristiche menzionate e toccate nelle tracce precedenti. Per questo alla fine, nella sua totalità, The Magical Mystery Machine (Chapter 2) è una cavalcata senza sosta che ci immerge in un viaggio costantemente teso a trasmetterci la sua idea di grandiosità, utilizzando la memorabilità del prog metal come colonna sonora di un mitico racconto cosmico.

lunedì 29 marzo 2021

PreHistoric Animals - The Magical Mystery Machine (Chapter one) (2020)

Torniamo un attimo indietro nel tempo allo scorso settembre, quando ha fatto la sua comparsa The Magical Mystery Machine (Chapter one), secondo album del gruppo svedese PreHistoric Animals. Partiamo con il dire che questa è una questione di negligenza da parte mia in quanto, con il primo lavoro Consider It a Work of Art del 2018, i PreHistoric Animals erano già entrati nel mio radar e ne parlai fuggevolmente qui. Ma poiché quell'album, certamente ben prodotto e gradevole, non aveva smosso in me un interesse tale da seguirli assiduamente, ho soprasseduto nell'ascolto del secondo lavoro.

Ebbene, è ora di rimediare proclamando senza mezzi termini che The Magical Mystery Machine (Chapter one), non solo è un album da non perdere, ma anche uno dei migliori usciti nel 2020 che purtroppo, come può accadere, è rimasto colpevolmente fuori dalla mia lista di fine anno, ma che consiglio di recuperare assolutamente per chi ancora non lo avesse fatto. Ricapitolando, i PreHistoric Animals erano originariamente i soli Samuel Granath (batteria, tastiere) e Stefan Altzar (chitarra, basso, voce), ma in seguito si è costituita una vera e propria band che ora conta in formazione Noah Magnusson al basso e l'ex chitarrista dei Pain of Salvation Daniel Magdic.  

In pratica il primo album dei PreHistoric Animals, per quanto possa risultare un buon lavoro di prog rock bilanciato con melodie orecchiabili e accenni di metal, non avrebbe mai fatto supporre un balzo creativo del genere, visto che il nuovo lavoro supera qualsiasi aspettativa. Per chiarire quanto sia ottimo il risultato farò un esempio. Chi segue altprogcore sa che talvolta esterno la mia insofferenza verso le uscite dell'etichetta InsideOut che, pur tirando fuori produzioni di alto profilo, ma in buona percentuale quasi sempre standardizzate, sublimate in un prog rock sinfonico/metal che pare creato in serie, anche se non mancano delle eccezioni (come ad esempio i Frost*). Ecco, The Magical Mystery Machine (Chapter one) è quel tipo di album che rispecchia un perfetto modello di come vorrei che fossero le produzioni InsideOut.

The Magical Mystery Machine prende quanto di buono aveva Consider It a Work of Art e lo amplifica nel migliore dei modi possibili. Come ci suggerisce il titolo, dal quale si profila un secondo capitolo, è un concept album che racconta un'avventura fantascientifica. Molto sinteticamente la storia ci introduce le protagonista Cora, coadiuvata dal suo amico Jareth, alla quale viene dato l'incarico di raccogliere e conservare tutte le informazioni e sentimenti umani dentro una scatola magica al fine di trasportarle in un nuovo mondo poiché il nostro ha i giorni contati.

Tutti i brani dell'album rispettano determinate regole e direzione compositiva, chorus sontuosi contornati da trame prog tra il soft metal e il sinfonico psichedelico, facendo in modo che non ci sia una traccia fuori posto, mentre il suo dipanarsi fluisce in modo compatto, coerente e senza cedimenti qualitativi. E' un gioco di equilibrio dove il gusto per le grandi melodie non viene sacrificato sull'altare del tecnicismo fine a se stesso, ma all'interno dell'opera si trova abbastanza sostanza per accontentare i sostenitori di entrambi gli aspetti. Insomma, con The Magical Mystery Machine (Chapter one) i PreHistoric Animals hanno compiuto un salto qualitativo impressionante, frutto di un'ispirazione che speriamo prosegua su questa linea anche in futuro, grazie ad una autoproduzione ancor più curata e dettagliata che lascia libero spazio ad arrangiamenti ricchi di sonorità piacevoli anche nei momenti più aggressivi, piene di sfumature che è bello scoprire ascolto dopo ascolto. 

https://prehistoricanimalsmusic.com/