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giovedì 19 settembre 2019
The Beft live at ArcTanGent 2019
Quest'anno al festival ArcTanGent si è tenuto un momento storico, almeno per ciò che riguarda la storia del math rock. In ricordo del chitarrista Dan Wild-Beesley dei Cleft, scomparso prematuramente il 10 ottobre ottobre 2018, il batterista John Simm ha organizzato un mini concerto aiutato dagli Alpha Male Tea Party e Mike Vennart che poi si è concluso con la partecipazione di molti altri ospiti. Il tutto è stato ripreso per i posteri e con nostro gran piacere per chi, come molti di noi, non ha potuto essere presente all'evento. Ecco quanto dichiarato da Mike Vennart:
“Cleft were a fucking force of nature. An absolute maelstrom of ideas centered around one cosmic goal – the RIFF. Dan had riffs for days, and performing as part of The Beft only served to underline his talent for composing medical grade riffs.
“I was delighted to be invited to perform with Alpha Male Tea Party and John Simm for this special tribute to Dan. We started at the end – we agreed that a moment of silence wasn’t Dan’s style, and what we should do instead is a moment of noise. A solid, glorious wall of D major, performed by as many of Dan’s friends as could fit on the stage. Working backwards from that, I composed a piece with the AMTP lads, especially for the occasion, which I’m very proud of.
“We also played Cleft’s Trap Door and a ten-minute medley of Dan’s riffs. This was one of the most challenging things I’ve ever had to do, but so, so rewarding and an absolute dream to perform. The climax of the show, the Golden D, had the entire audience in bits, which in turn made us play louder and with even more love. It felt like a bomb going off. But a very lovely one.
“I’ll forever be grateful for the opportunity to pay tribute to Dan, and just for the fact that our paths even crossed. He was an inspiring and inspired player and only now am I realising how good we could’ve worked together. The Beft show was one of my all-time favourite shows at a very special festival. Hail Dan, and hail ATG for making it happen.”
martedì 27 giugno 2017
Alpha Male Tea Party - Health (2017)
Se esiste uno spazio vacante tra il prog math hardcore dei The Physics House Band e quello degli Strawberry Girls, allora ad occuparlo sono sicuramente gli Alpha Male Tea Party. Nati come un progetto solista del chitarrista Tom Peters, si è ben presto evoluto e trasformato in un power trio con l'ingresso di Greg Chapman alla batteria e Ben Griffiths al basso. Health è il terzo album della loro carriera ed arriva dopo che Droids (2014) li ha fatti conoscere e apprezzare al mondo del math rock.
Lo stile degli Alpha Male Tea Party è irruento e rumoroso con suoni pesanti come macigni, non diciamo a livello di durezza, ma piuttosto nell'impatto d'insieme del volume sonoro. Alternando riff massicci e matematici con groove graniticamente geometrici, il suono distorto della chitarra passa da un normale registro elettrico ad un altro stridulo ed elettronico con naturalezza, mentre la sezione ritmica gestisce e rafforza i bombardamenti sonici. Non c'è da dubitare che con tali premesse gli Alpha Male Tea Party abbiano trovato un proprio sound riconoscibile, anche se a lungo andare spingono un po' troppo sugli stessi espedienti per sviluppare un brano con il risultato di far apparire l'album un coagulo di idee abbastanza somiglianti. Piuttosto bene invece fa l'opener Have You Ever Seen Milk che, a differenza degli altri brani, si pone come una lenta edificazione di umori in crescendo e improvvise detonazioni.
A partire dalle complesse giravolte mathcore della seconda traccia Ballerina, Health stordisce e disorienta per l'incessante assalto sonoro, quello che di pregevole affiora da brani come The Museum Walking, Carpet Diem e I Still Live at Home non è però un'aggressività brutale e fine a sé stessa, ma tutt'altro. Gli Alpha Male Tea Party tirano fuori temi melodici, divertenti e dalla forte carica futurista. Così, se la proposta proveniente da band di progressive hardcore talvolta vira verso una complessità oppressiva e dai toni oscuri, Health ha da offrire anche spiragli di sole tra le pieghe di Nobody Had The Heart To Tell Him He Was On Fire o Some Soldiers. Nonostante qualche pecca, la terza prova del trio segna comunque un'evoluzione rispetto a Droids, grazie ad una scrittura leggermente più versatile e strutturata che li guida verso una maggiore consapevolezza dei propri mezzi.
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