Gli Hidden Hospitals hanno presentato quasi a sorpresa il nuovo EP Headstones. Compreso di quattro tracce, è stato preceduto dai due singoli, How Amazing e Here Lies, senza annunci particolari, seguiti quindi dalla pubblicazione accompagnata solo da qualche nota di produzione. L'EP arriva a due anni di distanza dall'album LIARS e continua quella scia che vedeva il gruppo quasi reinventarsi grazie ad una presenza più corposa dell'elettronica.
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martedì 8 dicembre 2020
Hidden Hospitals - Headstones (2020)
Gli Hidden Hospitals hanno presentato quasi a sorpresa il nuovo EP Headstones. Compreso di quattro tracce, è stato preceduto dai due singoli, How Amazing e Here Lies, senza annunci particolari, seguiti quindi dalla pubblicazione accompagnata solo da qualche nota di produzione. L'EP arriva a due anni di distanza dall'album LIARS e continua quella scia che vedeva il gruppo quasi reinventarsi grazie ad una presenza più corposa dell'elettronica.
lunedì 27 agosto 2018
Punch People - Smash Crusher (2003)
Riportare alla luce un album di quindici anni fa di cui nessuno ha sentito parlare e del quale non si trovano praticamente tracce in nessuna piattaforma di streaming è uno dei miracoli compiuti dal sempre mai lodato abbastanza YouTube e, naturalmente, dai suoi utenti. Da qualche tempo infatti l'introvabile Smash Crusher, unica opera discografica degli oscurissimi Punch People, è stato caricato nel famoso sito in tutta la sua interezza. I Punch People erano un trio originario di New Orleans composto da Danny Bourgeois (voce e basso), Rock Whittington (chitarra) e Neil Benard (batteria) e, per le modalità di assoluta autoproduzione, credo che all'epoca Smash Crusher sia stato distribuito esclusivamente tra i fan e magari venduto agli show della band, per quanto a tutt'oggi non si trova alcuna informazione riguardo all'album. In pratica è stato uno di quei lavori prodotti in modo indipendente e stampato in qualche copia limitata di cui poi, una volta sciolto il gruppo, non se ne è saputo più nulla, cadendo in un oblio perpetuo.
Di questo album è giusto parlarne per alcuni motivi: perché non vada dimenticato un buon esperimento di post harcore / math rock e perché soprattutto va a colmare un piccolo collegamento con la band Damiera di David Raymond (adesso impegnato negli Hidden Hospitals). Il chitarrista Rock Whittington nel 2005 infatti, al termine della sua esperienza con i Punch People, volò da New Orleans a Buffalo per far parte dei neonati Damiera e partecipare alla realizzazione del primo album M(US)IC, sostituendo il dimissionario Matthew Kipp. A questo punto inserisco una piccola nota personale: alcuni anni fa, dopo aver cercato senza succeso una copia del disco in lungo e in largo per il web, riuscii a contattare direttamente Whittington per avere almeno delle informazioni il quale, dopo qualche tempo, fu così prestevole e gentile da inviarmi una versione digitale di Smash Crusher. Ecco, magari l'album non ha lasciato alcun ricordo dopo il proprio passaggio e non costituirà un'opera fondamentale, ma il suo ascolto e recupero vale assolutamente la segnalazione per chi ha apprezzato negli anni il math rock, le varie band emocore della Topshelf Records e gli stessi Damiera.
venerdì 2 marzo 2018
Hidden Hospitals - Liars (2018)
Sono passati tre anni da Surface Tension, l'esordio con il quale gli Hidden Hospitals si certificavano come eredi math prog dei magnifici ma effimeri Damiera. In questo lasso di tempo sono successe altre cose: il leader e frontman del gruppo David Raymond si è impegnato con la compagna Rachel nel progetto di indie elettronica Stil + Storm e un altro alquanto similare di dark ambient chiamato Given Names formato insieme a Jeremy Perez-Cruz (che cura anche la grafica degli Hidden Hospitals). Dall'altro lato gli Hidden Hospitals hanno perso il secondo chitarrista Steve Downs (che Raymond si era portato dietro dai Damiera), riducendo la band a trio e allo stesso tempo costringendola a ridisegnare il proprio sound al fine di adattarsi alle nuove necessità sonore dato che Downs non è stato rimpiazzato.
Si è creata quindi una situazione che per forza di cose ha imposto a Raymond di proseguire rinnovando il modo di comporre, togliendo alcune cose e aggiungendone altre. Il risultato nato da tutti questi fattori è Liars, in uscita il 18 maggio per la Spartan Records e ancora una volta prodotto dalle sapienti mani di J. Hall, il quale sposta la direzione sonora degli Hidden Hospitals accanto alle esperienze che ha avuto Raymond, riducendo quindi l'apporto della chitarra in favore di synth, suoni e beat elettronici derivati quasi dalla glitch music come la title-track fa intuire o dalla retrowave propagata dai bordoni sintetici di Better Off, anche se il rock però resta sempre ben saldo e presente nella traiettoria del gruppo a giudicare dall'altro singolo Smile and Wave.
www.hiddenhospitals.com
venerdì 16 ottobre 2015
Field Kit - I Have Sent You a Deadly Animal (2015)
Oggi Kipp si ripresenta - con Travis Adams (ex Inkwell e My Hotel Year) alla voce e al basso e Brandon Gibbs (anche lui ex The Still Voice) alla batteria - con questo nuovo progetto che potrà sicuramente interessare chi ha conosciuto i gruppi appena citati. Si tratta di un post hardcore non troppo duro che si miscela con elementi melodici da alternative rock. In pratica come ascoltare un evoluzione del primo EP dei Damiera.
lunedì 17 agosto 2015
Given Names: il nuovo progetto di David Raymond (Hidden Hospitals)
Il primo EP dei Given Names è in uscita l'8 settembre e per il suo lancio è stato creato un video abbastanza disturbante per il singolo Razor Wire.
www.givennam.es
sabato 21 marzo 2015
HIDDEN HOSPITALS - Surface Tension (2015)
Il risultato è oggi nelle nostre mani e si intitola Surface Tension e, lasciatemelo dire subito per fugare ogni dubbio, suona come una bomba. Nei due EP gli Hidden Hospitals avevano messo in chiaro di distanziarsi dalle intricate trame math rock dei Damiera attraverso composizioni più snelle e meditate, ma a loro modo sempre avventurose, adottando il motto "addizione per sottrazione" come manifesto programmatico con il quale procedere negli arrangiamenti e nelle sonorità. Bene, Surface Tension è una summa e il coronamento di questa metodologia di lavoro che punta dritto verso un nuovo cambiamento dove, stratificando suoni minimali, si ottiene il massimo dei risultati. In questo la produzione di J. Hall ha fatto miracoli, aiutando il gruppo a conseguire la propria visione di costruzione sonora: compatta ed evanescente al tempo stesso, grazie ai delicati equilibri che sembrano montati con cura, pezzo per pezzo, per andare a completare un quadro generale di una potenza sonica incredibile. Un album prodotto da dio, insomma (e, per una volta, non stiamo parlando di Steven Wilson).
Se non ci credete basterebbe ascoltare la strabiliante Broken Skeletons che, anche quando sfoggia i suoi riff massicci, non sovrasta mai gli interventi delle note in sottofondo. Proprio questi particolari, in pratica, non vengono soffocati dagli altri suoni, ma emergono in egual misura. Una scelta necessaria per i toni contrastanti che si vengono a creare all'interno di uno stesso brano, facendo suonare potenti anche i momenti più quieti, come Pulp, in perenne bilico tra delicatezza e epiche costruzioni soniche, oppure la tensione che si dipana per tutta la durata di Modern Saints. Parlando di lavorare per sottrazione, i brani di Surface Tension mettono in prima linea le ritmiche e le linee melodiche del canto acuto di Raymond, lasciando alle chitarre un ruolo quasi marginale di sottile decorazione, tranne quando irrompono in tutta la loro elettricità nei chorus. Proprio su tale linea sono incentrate Rose Hips e soprattutto Wounded Sirens, dove ritroviamo il gusto degli Hidden Hospitals nel delineare maestosi ritornelli conditi da bordoni elettrici.
In più, rispetto ai due precedenti EP, l'album aumenta la presenza dell'elettronica, specialmente nei suoni di basso e con l'aggiunta di piccoli accorgimenti di synth (ad esempio su Bone Scraper, Synesthesia e Animals). Puntato il faro su questo argomento, l'altro miracolo che avviene su Surface Tension è come gli Hidden Hospitals siano riusciti a sposare in modo indolore le ruvidezze del loro rock alternativo con un pertinente uso di elettronica minimale, fino a fondersi in modo quasi impercettibile nella title-track e in From Toxin. Da Surface Tension appare chiaro come il gruppo e il produttore J. Hall abbiano trovato insieme un'alchimia unica che gli ha premesso di formare un team stellare che, se continuerà a spingersi oltre questi limiti, in futuro potrà stupire.
L'album è in streaming in anteprima sul sito Substream Magazine, oppure potrete ascoltarlo da martedì 24, che è il giorno ufficiale di realizzazione, su Bandcamp.
http://hiddenhospitals.com/
domenica 10 agosto 2014
L'album dei League (pre-Damiera) stampato in vinile
Prima degli Hidden Hospitals e prim'ancora dei Damiera, David Raymond faceva parte dei League, la band con cui esordì insieme al primo chitarrista dei Damiera Matthew Kipp. I League, prima di sciogliersi, fecero in tempo a registare un album omonimo uscito nel 2004 e anche altro materiale che è stato archiviato sulla pagina Bancamp del gruppo, tutto scaricabile gratuitamente. A dieci anni di distanza la piccola etichetta Secret Audio Club ha deciso di stampare un'edizione limitata a 100 copie di League in vinile.
L'album si mostra come un prototipo dei Damiera che ancora dava più spazio al pop hardcore piuttosto che al math rock. Si possono comunque individuare i prodromi dei riff funambolici tipici dello stile di Raymond anche se privi di quelle progressioni piene di varianti. Con League è come ascoltare un tassello in più per apprezzare l'evoluzione del songwriting di Raymond e come si sia sviluppato il suo senso per la complessità formale e ritmica.
http://www.secretaudioclub.com/collections/releases/products/league-self-titled-lp
venerdì 11 luglio 2014
Altprogcore July discoveries
Questo EP di tre tracce, esordio del quartetto di Brighton denominato Shrine, è un biglietto da visita di tutto rispetto che include molte cose che ci piacciono: rock duro, elaborato, multiforme e imprevedibile, un po' post hardcore, un po' progressive rock alla maniera degli Oceansize. Closer to the Sun ha già incontrato i favori della stampa di settore inglese e gli Shrine sono sicuramente da tenere d'occhio.
Il collettivo musicale Prismatic Mantis, guidato da Mark Reynolds offre un ascolto stimolante di fusion contaminata pesantemente da elettronica per una visione futurista e senza confini. In Swords of Truth i Prismatic Mantis usano ogni traccia come un contenitore di molteplici spezie musicali. Ci si può imbattere in influenze psichedeliche e post jazz tra Ozric Tentacles, Flying Lotus, Thundercat, Jaga Jazzist e Father Figure.
Still + Storm è un progetto di Dave Raymond (Damiera, Hidden Hospitals) e Rachel Raymond che lascia da parte il math rock in cui è solito cimentarsi Dave per dare spazio a delicate canzoni di dream pop elettronico dominate da malinconia, droni di basso e tempi rallentati. Molto suggestivo.
Questa non è proprio un nuova scoperta in quanto credo conoscerete il math prog strumentale e molto tecnico degli Scale the Summit. Il loro chitarrista, Chris Letchford, se ne uscira il 15 luglio con un album solista che sembra propendere verso una fusion in stile Pat Metheny. Ma non è finita qui, in quanto, tra gli ospiti dell'album, figurano il batterista Steven Padin e il tastierista Danny Pizarro entrambi dei The Reign of Kindo. Garanzia di qualità.
E, se vi piacciono gli Scale the Summit, potreste apprezzare anche il math rock del giovane quertetto Vasudeva. Life in Cycles è il loro primo album, dopo un buon EP, che conferma le ottime doti esecutive e compositive del gruppo. Grazie al costante tapping di chitarra (che ormai è divenuto un marchio di fabbrica per il genere) e i ricami psichedelici che ne conseguono, a me ricordano una versione strumentale dei Six Gallery e quindi la cosa è sicuramente positiva, con in più un tocco di new age virata in post rock.
mercoledì 4 giugno 2014
Hidden Hospitals - una campagna Kickstarter per il loro primo album
Tutti i dettagli a questo link.
giovedì 4 ottobre 2012
Hidden Hospitals - EP 002 (2012)
A poco più di un anno di distanza dal primo EP (001), David Raymond, Jared Karns, Steve Downs e John Scott tornano con un altro EP dalle stesse caratteristiche (5 tracce per circa 17 minuti di durata), intitolato significativamente EP 002. Dopo la dissoluzione dei Damiera il frontman David Raymond ha convogliato le forze in questo nuovo progetto che, a sorpresa, ha sfornato una delle cose migliori uscite nel 2012. EP 001 conteneva 5 tracce una meglio dell’altra e costituiva una prova indicativa solida e convincente. Gli Hidden Hospitals ci riprovano con un altro EP - piuttosto che un full length - che riprende il discorso esattamente dove lo avevamo lasciato. Lo stile rimane invariato sulle coordinate di un post hardcore dalle atmosfere altalenanti, non troppo aggressive e intensamente melodiche con alcuni appunti da fare.

Featherweight è un perfetto inizio che riprende l’energia di Atonement e vi applica un’atmosfera più circospetta che aleggia nei versi al fine di far risaltare il ritornello. The Absence of Emotion parte con un veloce riff post hardcore che si placa con l’ingresso della strofa, lasciando il basso e la voce di Raymond alla guida, per poi tornare con potenza in primo piano come base del chorus. Picture Perfect pone ancora più in risalto il bilanciamento delle atmosfere: riflessivo e quasi mite prima, per poi esplodere con un’improvvisa detonazione di bassi potenti e chitarra stridente. Monsters è quasi un mantra sommesso con batteria programmata e un arpeggio in minore che trasmette inquietudine. Nel corso del brano un’impronta elettronica si fa strada lentamente, ma esso è per la maggior parte basato su una costruzione emotiva che trova il suo compimento nell’esposizione del ritornello finale. Lullaby è sicuramente il brano più orecchiabile, molto concitato e breve (solo 2 minuti e mezzo) con un chorus assolutamente irresistibile che nel finale ci viene proposto anche in versione sincopata.
La band di Chicago eredita dai Damiera il dono della sintesi il che è l’unico “difetto” di questi Hidden Hospitals, in quanto, arrivati alla fine dell’ascolto, vorremmo ancora più musica. Consoliamoci con il fatto che se si sommano i due EP si ottiene un album notevolissimo, sperando che il passo successivo sia finalmente un album completo.
mercoledì 22 febbraio 2012
mercoledì 1 febbraio 2012
THE STILL VOICE - Disappear Here (2011)

Disappear Here rappresenta, purtroppo, l'unica testimonianza in studio degli Still Voice, band di Orlando (Florida) che ha avuto una vita artistica sin troppo breve. Formati all'incirca nel 2006 dall'ex Damiera Matthew Kipp, dalla cantante Erin Solari e dal bassista Jeremy Perez-Cruz, gli Still Voice si sono esibiti in molti concerti nei circuiti alternativi statunitensi, culminando la loro carriera con la pubblicazione di questo album che però ne ha sancito anche lo scioglimento.
Ebbene, dietro questa ennesima parabola della band che si dissolve, si intravedevano delle potenzialità che resteranno nel limbo delle possibilità. Un vero peccato perchè Disappear Here è un album pregevole, che cresce poco a poco, nella sua produzione essenziale, aspra e abrasiva. Al contrario di altri album post-hardcore molto più diretti, si insinua lentamente. Come nella tradizione del post-hardcore moderno le canzoni di Disappear Here alternano momenti aggressivi ad altri più atmosferici e pacati e, a livello compositivo, racchiude in gran misura l'impronta e l'esperienza di Kipp, memore del math rock dei Damiera del primo EP.
Se i nervosi riff di Kipp ricordano quanto è stato fatto insieme a Dave Raymond, la vera novità è la prova della Solari che dona femminilità e ben interpreta dei brani che il cliché del genere vorrebbe prestati in dote ad una voce maschile. Per gli amanti del post-core Disappear Here è sicuramente un'opera da considerare, nonostante la band abbia cessato di esistere, e sarebbe ingiusto ignorarla.
sabato 27 agosto 2011
Hidden Hospitals - EP 001 (2011)

Ma che coincidenza! Quando si parla del diavolo...
Avevo appena parlato dei Damiera nel post precedente ed ecco che oggi vengo a sapere di questa nuova band chiamata Hidden Hospitals formata da ex membri dei Damiera e Kiss Kiss.
La presenza di David Raymond rende la musica degli Hidden Hospitals molto simile ai Damiera, con meno sorprese e variazioni, ma comunque abbastanza interessante da aspettarsi buone cose per un futuro album.
La presenza di David Raymond rende la musica degli Hidden Hospitals molto simile ai Damiera, con meno sorprese e variazioni, ma comunque abbastanza interessante da aspettarsi buone cose per un futuro album.
venerdì 26 agosto 2011
Into It. Over It. - Twelve Towns + Proper (2011)

Credo di non avere notizie dei Damiera (una band che consiglio caldamente) da oltre un anno e questo silenzio mi fa temere il loro scioglimento. Quello che so è che il loro ex bassista Evan T. Weiss ha iniziato questo progetto solista Into It. Over It. qualche anno fa, realizzando la doppia raccolta 52 weeks e in seguito ha condiviso alcuni split single con altri artisti. Le canzoni di questi singoli in vinile 7" sono riportate ora sul CD Twelve Towns (che potete ascoltare di seguito), uscito il 9 agosto.
Ma quello che viene ritenuto il vero debutto su CD di Weiss è Proper, in uscita il 27 settembre, del quale si possono ascoltare in anteprima i due brani in streaming Where Your Nights Often End e la title-track Proper.
Ma quello che viene ritenuto il vero debutto su CD di Weiss è Proper, in uscita il 27 settembre, del quale si possono ascoltare in anteprima i due brani in streaming Where Your Nights Often End e la title-track Proper.
Tracklist:
01. Embracing Facts
02. Discretion & Depressing People
03. Fortunate Friends
04. No Good Before Noon
05. Write It Right
06. Midnight: Carroll Street
07. Connectict Steps
08. Staring at the Ceiling
09. An Evening with Ramsey Beyer
10. Where Your Nights Often End
11. P R O P E R
12. The Frames That Used to Greet Me
http://intoitoverit.com/
venerdì 4 settembre 2009
DAMIERA - EP One (2005)
venerdì 10 luglio 2009
INTO IT.OVER IT. - 52 Weeks (2009)

Il progetto Into It. Over It. potrebbe far invidia ai più ambiziosi ed indulgenti musicisti "proggettari" in cerca di un nuovo concept album. Invece l'idea che sta alla base di 52 Weeks è venuta a Evan Weiss, attuale bassista dei Damiera, affrontata come una sfida dopo aver passato un periodo senza ispirazione. E' possibile sedersi e aspettare che arrivi all'improvviso un flusso di creatività? Ascoltando i risultati di Weiss sembra di si. Un album che potrebbe far ricredere chi pensa che scrivere sotto costrizione - o comunque con una scadenza programmata - non produca nulla di buono.
In pratica Weiss, come spiega lui stesso nelle note del CD, si è messo a registrare una canzone a settimana per un intero anno (settembre 2007 - settembre 2008) e, mano a mano che i brani venivano fissati su nastro, erano resi disponibili gratuitamente nel sito www.intoitoverit.com. Le 52 canzoni sono strettamente autobiografiche e ognuna di esse racconta in modo diretto ciò che l'autore ha vissuto in quelle settimane, come una sorta di diario o una cronaca di un anno di vita.
In pratica Weiss, come spiega lui stesso nelle note del CD, si è messo a registrare una canzone a settimana per un intero anno (settembre 2007 - settembre 2008) e, mano a mano che i brani venivano fissati su nastro, erano resi disponibili gratuitamente nel sito www.intoitoverit.com. Le 52 canzoni sono strettamente autobiografiche e ognuna di esse racconta in modo diretto ciò che l'autore ha vissuto in quelle settimane, come una sorta di diario o una cronaca di un anno di vita.
Il tutto è andato ora a riempire due corposi CD (entrambi con una durata superiore ai 70 minuti) che rappresentano un'ispiratissima raccolta di ballate grunge, alternative rock, meditazioni in stile low-fi con un approccio genuinamente in sintonia con la filosofia D.I.Y. (do it yourself). Naturalmente, data la mole inusitata di materiale, si consiglia un ascolto a piccole dosi di 52 Weeks in modo da goderselo al meglio, altrimenti si rischia l'indigestione.
mercoledì 17 giugno 2009
DAMIERA - "Quiet Mouth Loud Hands" Video
Anche se l'album è dell'anno scorso il video della title track è uscito solo ora.
venerdì 24 aprile 2009
DREDG - DAMIERA - THE DEAR HUNTER
Giornata ricca di notizie! A quanto pare il mese di giugno sarà il migliore di quest'anno a livello di uscite discografiche.
°I Dredg hanno caricato sulla loro pagina MySpace il brano I Don't Know tratto dal loro nuovo album in uscita il 9 giugno.
°I Damiera lasciano la Equal Vision Records e inizieranno a lavorare al nuovo album questa estate con data di pubblicazione fissata per il 2010.
°E finalmente abbiamo notizie anche sul fronte The Dear Hunter:
il nuovo album, in uscita il 23 giugno su Triple Crown Records, si intitolerà Act III: Life and Death. La line-up, oltre a Casey Crescenzo, comprende Erick Serna (chitarra), Nick Crescenzo (batteria) e Nate Patterson (basso).
Track list:
1. Writing on a Wall
2. In Cauda Venenum
3. What it Means to be Alone
4. The Tank
5. The Poison Woman
6. The Thief
7. Mustard Gas
8. Saved
9. He Said He Had A Story
10. This Beautiful Life
11. Go Get Your Gun
12. Son
13. Father
14. Life and Death
°I Dredg hanno caricato sulla loro pagina MySpace il brano I Don't Know tratto dal loro nuovo album in uscita il 9 giugno.
°I Damiera lasciano la Equal Vision Records e inizieranno a lavorare al nuovo album questa estate con data di pubblicazione fissata per il 2010.
°E finalmente abbiamo notizie anche sul fronte The Dear Hunter:
il nuovo album, in uscita il 23 giugno su Triple Crown Records, si intitolerà Act III: Life and Death. La line-up, oltre a Casey Crescenzo, comprende Erick Serna (chitarra), Nick Crescenzo (batteria) e Nate Patterson (basso).
Track list:
1. Writing on a Wall
2. In Cauda Venenum
3. What it Means to be Alone
4. The Tank
5. The Poison Woman
6. The Thief
7. Mustard Gas
8. Saved
9. He Said He Had A Story
10. This Beautiful Life
11. Go Get Your Gun
12. Son
13. Father
14. Life and Death

sabato 7 marzo 2009
Frammenti e Anticipazioni 3 - Damiera related
L'attuale bassista dei Damiera Evan Weiss ha annunciato che pubblicherà ufficialmente in CD le 52 canzoni che ha composto nel giro di un anno, registrandone una alla settimana.
Inizialmente queste canzoni erano scaricabili gratuitamente nel sito di Evan Weiss, ora le versioni originali sono state remixate e tolte dal sito in previsione della pubblicazione.
Per chi volesse saperne di più su questo progetto vi rimando ad una interessante intervista a Weiss:
www.myspace.com/intoitoverit
L'album, che prende il titolo dal progetto, Into It. Over It. uscirà il 23 giugno in un doppio CD.

Per chi volesse saperne di più su questo progetto vi rimando ad una interessante intervista a Weiss:
venerdì 6 marzo 2009
DAMIERA - M(US)ic in vinile

M(US)ic, oltre ad essere un esordio sorprendente, è stato anche una delle rivelazioni del 2007.
Sorprendente perchè la sua durata è poco più di trenta minuti e non è un EP. Sorprendente perchè in un'epoca di CD che durano 70 minuti dove più della metà del materiale è da buttare, i Damiera in mezz'ora restano sempre ad altissimi livelli. Sorprendente perchè la durata media di un pezzo è tre minuti e in questi tre minuti può accadere di tutto.
In un primo momento i pezzi di M(US)ic potranno sembrarvi confusionari e molto simili, ma se si ha la pazienza di entrare nell'album si è come fulminati dagli incastri tematici, tutti all'insegna della velocità e della sintesi.
Dei Damiera avevo già parlato in un post passato (al quale vi rimando) e per descrivere la loro musica avevo usato la metafora di uno specchio rotto e la sua immagine riflessa che si riverbera in tanti piccoli pezzi. La loro musica è proprio così. Prendendo in prestito il nuovo emocore progressivo di band come Coheed & Cambria e Circa Survive, i Damiera eccedono in istantanei cambi ritmici, spasmi epilettici e riff episodici.
P.S. Il secondo album Quiet Mouth Loud Hands è altrettanto buono anche se più accessibile e orecchiabile.
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