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lunedì 14 giugno 2021

Azure - Of Brine And Angel's Beaks (2021)


Dopo averli presentati in queste pagine qualche mese fa in occasione del loro stand-alone single Mistress, gli Azure tornano adesso con il secondo album Of Brine And Angel's Beaks. Ancora il quintetto di Brighton deve farsi conoscere a fondo nel panorama prog, ma da novizi erano stati già notati nelle esibizioni dal vivo in qualche festival prog europeo (pre pandemia ovviamente) e il presente lavoro potrà sicuramente servire da buon biglietto da visita. L'universo sonoro ed estetico degli Azure vive di contrasti e, per certi aspetti, va a ripescare usi e costumi del genere che pensavamo morti e sepolti con il crepuscolo del neo prog datato anni '80, un fattore che viene accennato dalla stessa cover dell'album.

Tra le novità portate in dote da Of Brine And Angel's Beaks la prima è che la band formata da Alex Miles (basso), Christopher Sampson (voce e chitarra), Galen Stapley (chitarra) si è espansa a quintetto con l'aggiunta di Shaz Dudhia alle tastiere e l'arrivo del nuovo batterista Sol Sinclair. Gli Azure si presentano come fossero usciti da un fantasy hippie e i loro testi non sono da meno, dato che riportano a galla quei mondi di miti, leggende, maghi ed esseri fantastici che sono divenuti negli anni uno stereotipo (anche negativo) del prog. Andando più a fondo però, per chi a questo punto avesse pregiudizi, entrano in gioco la musica ed una produzione più curata rispetto ai precedenti lavori, che sottolineano con maggior nitidezza un sound dove confluisce un ibrido musicale sospeso tra presente e passato.

Fondamentalmente gli Azure prendono le mosse dal prog metal, con tutto il bagaglio estetico che ciò comporta, ma si muovono volentieri pure in ambiti melodici, come accade nel singolo The Jellyfish. Troviamo quindi assoli virtuosi e progressioni talmente sontuose che sfiorano l'epic e il power metal, tutto ben sintetizzato su Self-Crucifixion. L'insieme viene ricamato con tastiere che non si limitano al ruolo di tappeto sonoro, ma imprimono proprio un carattere da neo prog che va quasi a scontrarsi con le cavalcate metalliche, però sono elementi che gli Azure amalgamano insieme facendoli funzionare. Anche la componente metal in questo ambito si nutre tanto dei tratti distintivi che aveva negli anni '80, quindi quando ancora non aveva saldato legami con il prog, quanto di quelli più contemporanei e moderni. Questo per dire che ascoltando Of Brine And Angel's Beaks si possono ritrovare sensazioni che fanno riaffiorare una certa estetica che il prog possedeva a cavallo tra '80 e '90, ma rivisitata con il gusto e le influenze che in questi anni si sono accavallati e mescolati assieme.

mercoledì 3 febbraio 2021

Introducing Azure.


Relativamente giovane il quartetto degli Azure. composto da Christopher Sampson (voce e chitarra), Galen Stapley (chitarra), Alex Miles (basso) e Andrew Scott (batteria), ha esordito addirittura nel 2015 con l'EP (Dreaming of) Azure.

Con il primo album Wish for Spring del 2017 il gruppo si destreggia in un singolarissimo mix tra il prog metal moderno e il neo prog anni '80, una resa dovuta sia ad un'autoproduzione che mette in primo piano batterie programmate e synth vintage, sia agli episodi di durata più contenuta che puntano su chorus di pop elaborato. Anche se si deve rilevare che il gruppo non rinuncia a composizioni dalla vena più epica, come la molto fluente Azure (otto minuti), la romantica Larks That Were Never Really There // Dawn Chorus (dieci minuti) e l'ambiziosa suite conclusiva di quasi 19 minuti Fairy's Tale

A proposito di ciò, un'altra lunga composizione avrebbe dovuto essere scelta per chiudere l'ipotetico secondo album, ma il gruppo ha poi deciso diversamente. A quasi un anno e mezzo di distanza da Wish for Spring infatti gli Azure. hanno deciso di realizzare Redtail come stand-alone track, anche se la sua durata considerevole di venti minuti la equipara ad un EP.

Dopo tre anni di pausa il secondo album degli Azure. sembra essere più vicino alla realizzazione, dato che è appena stato pubblicato il nuovo singolo Mistress, che vede il quartetto di Brighton progredire verso un prog metal con venature fusion, mantenendo sempre alto il gusto per orecchiabilità e melodia.