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martedì 24 febbraio 2015

SANGUINE HUM - Now We Have Light (2015)


E' così raro trovare nel progressive contemporaneo qualcuno che sappia e che sia in grado di riproporre le soffici e delicate atmosfere canterburiane, tanto che quando qualcuno viene allo scoperto è bene tenerselo stretto, così da poter ritornare a respirare quelle particolari arie rarefatte provenienti dalle terre tinte di grigio e di rosa e popolate da teiere volanti e molta patafisica. Quel gruppo oggi si chiama Sanguine Hum e in passato ha seminato per la strada piccoli gioielli musicali sotto il nome di Antique Seeking Nuns e Joff Winks Band, ma sempre con la stessa attitudine professionale.

Con la nuova sigla di Sanguine Hum sono stati realizzati due album (che potete trovare entrambi recensiti in questo blog) e ora, la coppia Joff Winks e Matt Baber, torna con il suo progetto più ambizioso: il doppio Now We Have Light. Il lavoro è un concept album di 83 minuti ambientato in un futuro post apocalittico e presentato come "un contorto mix tra Guida Galattica per Autostoppisti, Joe's Garage e The Lamb Lies Down on Broadway", raccontando la storia tra il surreale e il fantastico del protagonista Don che scopre casualmente una nuova fonte di energia rinnovabile e pulita, basandosi su due fondamentali verità: che quando un gatto cade atterra sempre in piedi e che quando a cadere è invece una fetta di toast imburrato, questa cadrà inevitabilmente dalla parte del burro. Chi non conosce lo spirito dadaista canterburiano potrà anche sorridere della trama, ma i Sanguine Hum, con questo terzo capitolo della loro discografia, incarnano i migliori esecutori testamentari dell'eredità di Caravan, National Health, Gilgamesh e Matching Mole.

Interpolando canzoni molto armoniche e sperimentazioni sonore che si incastrano tra un brano e l'altro (Getting Warmer), Now We Have Light è ricco di spunti e idee che si realizzano con l'ormai classico mix di piano elettrico di Baber e gli arpeggi di Winks che sono divenuti come un marchio di fabbrica. Anche se non mancano momenti più concitati relegati alle parti strumentali, l'album si concentra per la maggioranza su atmosfere rilassate con deliziose melodie che possono cullare l'ascoltatore nei vortici fusion di Derision e Desolation Song o nel pop rock dai suoni apertamente elettronici e idiosincratici di Settle Down. I Sanguine Hum si accostano al jazz di Canterbury come lo affronterebbe una band post rock, attraverso fraseggi e blocchi tematici reiterati. Così Spanning the Eternal Abyss appare come una contemporanea versione di Hatfield and the North e Bubble Trouble si spezza tra spore wilsoniane (nel senso di Steven) e spezie zappiane. Interessante l'esperimento di Theft che nasconde sottotrame minimali per dare sfogo ad una fusion che sfiora in alcuni momenti il metal, ma sempre con eleganza, e ancor di più l'elettroacustica On the Beach con un bell'assolo finale di piano e synth.

Come per Richard e Dave Sinclair, due tra le anime canterburiane più vicine alla sensibilità pop, non è da sottovalutare nei Sanguine Hum una certa fascinazione per le belle melodie che fanno capolino su Chat Show e Out of Mind. In definitiva Now We Have Light rappresenta una monumentale opera omogenea, non perfetta, ma sicuramente notevole e che classifica i Sanguine Hum come una specie da proteggere e da salvaguardare per chi, come noi, ama alla follia il Canterbury Sound. In più il booklet ci avverte e annuncia che Don ritornerà su Now We Have Power, quindi questo è soltanto l'inizio.


http://troopersforsound.com/

sabato 27 novembre 2010

SANGUINE HUM - Diving Bell (2010)


Riassunto delle puntate precedenti:

Joff Winks e Matt Baber sono un duo dalle belle speranze proveniente da Oxford che riesce a far maturare negli anni (dal 2003) la bellezza di tre progetti paralleli. Con i tre EP sotto il nome Antique Seeking Nuns si creano una reputazione come autorevoli prosecutori della scuola di Canterbury; con la Joff Winks Band vi restano appigliati con una formula più leggera ma ugualmente intrigante; con Nunbient seguono le strade elitarie e meno battute della ambient music. Di questi tre meravigliosi progetti ho già riferito nel blog e magari, per chi ancora non li conoscesse, è obbligatorio un ascolto.

Winks e Baber hanno finito per disgregare i tre progetti e convogliarli in quest'unico chiamato Sanguine Hum. Diving Bell è la prima uscita ufficiale della band e, anche se Baber e Winks hanno deciso di presentarsi con un nuovo nome, il suono finisce per trattenere e attraversare le molte delizie canterburiane generosamente elargite da Antique Seeking Nuns e Joff Winks Band. L'intento dei Sanguine Hum sembra quello di calibrare ed equilibrare sia gli elementi progressive, sia quelli derivati da soluzioni tematiche e strutturali più dirette. Quest'ultimo fattore è dato da un andamento formale per larga parte classico, senza l'obbligatoria pletora di cambi, ma ciò in cui eccellono i Sanguine Hum è la fantasia degli arrangiamenti che rende queste canzoni dei piccoli gioielli.

Le gentili arie da pop intellettuale alla Caravan o Hatfield & the North, sempre alla ricerca di melodie raffinate, ma non scontate, riaffiora in The Ladder, si impossessa di Dark Ages e si propaga nelle emanazioni quasi fusion della title-track dove, neanche a dirlo, il piano elettrico ne costituisce l'ossatura. Le atmosfere cullanti della ballad in Nothing Between Us sono talmente romantiche che anche i progressivi innesti elettronici di tastiere e batteria programmata non tolgono quel pathos che dona calore al pezzo.

A rendere ancora più esaltanti le tracce c'è l'egregio lavoro della sezione ritmica composta da Paul Mallyon (batteria) e Brad Waissman (basso) che aggiungono quella giusta cifra di complessità sfogata nella strumentale Coast of Nebraska, che è forse quella che ritorna con maggior evidenza sui passi degli Antique Seeking Nuns. Oppure che dire di There's No Hum, veloce e sostenuta, perfetto esempio riassuntivo delle due anime dei Sanguine Hum.

Il gruppo tenta qualcosa di diverso dal passato nelle due tracce No More Than We Deserve (posta in apertura) e The Trial che fanno un uso più disinvolto di chitarre elettriche, involuzioni progressive e una decisa apertura verso soluzioni più personali. Della validità di Joff Winks e compagni ci eravamo già accorti in passato, si spera ora che con i Sanguine Hum conseguano i giusti riconoscimenti che gli spettano.

Troopers For Sound