lunedì 31 ottobre 2011

Sucioperro - Chemicals EP (2011)



I Sucioperro hanno pubblicato oggi l'EP Chemicals il quale, in un primo momento, fu incluso come bonus download per coloro che avevano pagato in anticipo l'album The Heart String & How to Pull It.

Tra questi c'ero anche io e quindi sono già in possesso dell'EP, al quale viene aggiunto la nuova versione di Landslide e Est Ce La Pour Quoi, rivisitazione di Is that why you pull me in?. Ve lo consiglio caldamente e nel frattempo lo potete ascoltare di seguito.




www.sucioperro.com

lunedì 24 ottobre 2011

MATT STEVENS - Relic (2011)


La parabola musicale del chitarrista inglese Matt Stevens ci spiega cosa vuol dire essere un artigiano musicale al giorno d’oggi. La sua storia parla infatti di un’ascesa lenta e inesorabile che ha come perno naturalmente internet e i social media ad esso collegati come Twitter, Facebook, vari forum, ma anche il file sharing, usato come mezzo di promozione autorizzato dallo stesso autore, che anzi incoraggia i fan a prendere parte a questo moderno passaparola. La cosa sembra aver funzionato, tanto che il chitarrista è arrivato adesso al suo terzo album in studio dopo l’osannato Ghost.

Stevens propone musica strumentale dove al centro è posta la sua chitarra acustica alla quale egli aggiunge loop e ritmiche elettroniche. In studio, si dirà, può essere aiutato dalle sovraincisioni, ma il bello è che Stevens presenta il proprio materiale dal vivo, esibendosi in solitaria coadiuvato da pedaliere e batterie programmate. Se Ghost era un fulgido esempio di questa tecnica, Relic, per certi versi, se ne allontana, privilegiando sonorità più aspre e dark e incentivando l'apporto della sezione ritmica.

Il risultato di questo Relic è interessante poiché importa la chitarra acustica in territori elettronici tra post rock e minimalismo, talvolta applicandole suoni filtrati, altre usandola come una chitarra elettrica. Il retaggio chitarristico di Stevens appartiene difatti in maggior misura al mondo elettrico piuttosto che a quello acustico. In tal senso Relic è molto affine alla poetica del suo gruppo The Fierce and the Dead, tanto da rappresentarne quasi un’appendice. Non a caso l’album, oltre ad ospitare il batterista Stuart Marshall, vede il bassista Kevin Feazey in veste di produttore. Su Relic non sentirete candidi arpeggi alla Bert Jansch (a proposito R.I.P.), ma solismi melodici e riff aggressivi applicati a frammenti di fraseggi “loopati”.

L’intento di Stevens sembra quello di abbattere i generi, facendo convivere nello stesso pezzo umori altalenanti. Un'esempio per tutti può essere il quasi metal di Frost, che frena su un ronzante inciso "tripedelico" che si intromette all'improvviso. La title-track appare come un prog-folk-post-punk (lo so, questa definizione è troppo ardita), l'ammaliante Scapegoat, che è forse l'esperimento più riuscito, fonde l'elettronica dei primi Bass Communion al minimalismo di Steve Reich e Sand (Part2) che, attraverso le sue leggere pennellate sintetiche, pare scaturita da un Pat Metheny in versione spettrale.


www.mattstevensguitar.com

http://mattstevensguitar.blogspot.com/

giovedì 20 ottobre 2011

EVERYTHING EVERYTHING - Man Alive (2010)


Nella pila dei CD arretrati del 2010 è spuntato questo Man Alive che è stata una piacevolissima scoperta. Il problema principale quando ti capita un album come questo è a quale genere far riferimento e in molti, dato l'inaspettato esotismo indie rock della band, si sono rivolti al progressive rock. Credo a malincuore. Perché leggendo in giro per la rete si capisce come il termine progressive sia ancora considerato una parolaccia da certa stampa musicale, in quanto nominato quasi controvoglia in riferimento agli Everything Everything.

Ma, più che il genere, la cosa che mi ha causato più domande è come quattro giovani ragazzi inglesi, indubbiamente musicisti dotati che oltretutto sanno scrivere delle melodie accattivanti, non abbiano ceduto alla tentazione di fare un normale brit pop da classifica. È un po’ come se, durante la composizione di beat ballabili e ritornelli che ti si incollano in testa avessero detto “Ok questo è buono, ma è troppo uniforme e cantabile…ora riscriviamolo in 15/8”. Sì, perché, nonostante si possano sentire qua e là delle influenze da pop elettronico alla Talking Heads o XTC, Man Alive è un signor disco progressive, per quel suo sfizio di smontare e rimontare la materia armonica e rendere così tutto imprevedibile.

Il piacere dell’accumulo è talmente barocco e caleidoscopico che crea un’aspettativa tale da sembrare di assistere ad un gioco di prestigio continuo. A livello sinestetico lo si potrebbe descrivere come un arcobaleno riflesso in uno specchio in frantumi. Tanto che quando arriva un brano come Two for Nero (un adagio per spinetta rinascimentale!) stai in attesa che esploda da un momento all’altro e invece fila via con una linearità quasi in contrasto con il resto del lavoro e alla fine ci si chiede “tutto qui?”. D'altra parte come si fa a non abituarsi alle svolte improvvise quando arriva un brano incredibile come Schoolin', che si apre su un tema dance tribale e, senza strappi, approda ad un funk ultra sincopato.

L’elemento che può risultare più estremo è la voce di Jonathan Higgs che la si può amare o odiare, utilizzata come un meccanismo sobbalzante che passa dal registro normale al falsetto con spietata freddezza. Da par suo la musica della band è molto originale, anche se si leggono i paragoni più disparati e, tra tutti i nomi, quelli che mi hanno colpito di più erano i King Crimson, gli Yes e i Gentle Giant (non a caso tutti artisti progressive), gli ultimi due scelti forse per l’affinità con le polifonie vocali. La verità è che gli Everything Everything pescano un po’ ovunque - dall’elettronica del primo Peter Gabriel a tutta l’ultima musica afro americana r’n’b/funk/soul, dall’indie pop alla world music - rimaneggiandolo nel loro idioma inedito di sperimentatori pop.

L'unica cosa che posso dire a riguardo è che a me sembrano l'equivalente art-rock degli Oceansize. Attenzione: delle sonorità di questi ultimi non hanno alcunché (anche se il crescendo di Weights è molto affine con l’epica oceansizeiana), ma il modo di architettare le trame scombinate è molto simile. Stranamente alla critica british più cool (NME, Mojo) è piaciuto, cercando vanamente di collocarli vicino ad altri gruppi della new wave alternativa inglese. Ma credo bastino alcuni ascolti per capire che la distanza che separa gli Everything Everything dagli altri sia siderale. Il successo delle chart, come naturale, non sarà assicurato, ma, per contro, quello artistico sicuramente.



www.everything-everything.co.uk

mercoledì 19 ottobre 2011

maudlin of the Well - "Bath" + "Leaving Your Body Map" 4 LP box set



La Antithetic Records ha annunciato l'inizio dei pre-ordini (il 21 ottobre) per il già annunciato box set a edizione limitata (500 in tutto) dei due album capolavoro dei maudlin of the Well. L'annuncio è un po' un evento perchè i due CD originali sono da tempo fuori catalogo e hanno raggiunto prezzi proibitivi. Anche questo box set non sarà molto economico (65 euro + spese di spedizione), ma è un'occasione da non perdere per chi non ha mai avuto tra le mani queste due opere essenziali di avant-garde metal.

Questa edizione speciale sarà naturalmente curatissima a partire dai bonus gadget inclusi a coloro che ordineranno in anteprima il tutto. I dettagli li potete leggere sul sito Blood Music che ha l'incarico di prendere i pre-ordini per l'Europa. Ancora non c'è una data di pubblicazione precisa, anche se sperano di avere tutto pronto per la fine dell'anno, dato che i pre-ordini aiuteranno a finanziare la partenza della produzione.

sabato 15 ottobre 2011

22 - Kneel Estate EP (2011)


L'EP Kneel Estate dei 22 (il secondo di quest'anno dopo Plastik) uscirà il 22 novembre (quale data migliore?) e, oltre alla title-track tratta dall'album Flux, conterrà un remix della medesima e tre tracce di cui l'unica inedita è Chrysalis. Molecyl e Algorythm sono invece due nuove versioni dei brani già presenti su E.S.P. (Extended Sensory Play) registrate appositamente per questo EP.

Tracklist:
1. Kneel Estate
2. Molecyl
3. Chrysalis
4. Algorythm
5. Kneel Estate [Kohib Remix]







http://22newenergymusic.com/

mercoledì 12 ottobre 2011

Cynic - Carbon-Based Anatomy EP (2011)


La notizia di questo nuovo EP era già nota (in uscita l'11 novembre), ma ho voluto aspettare che ci fosse qualcosa di più concreto per pubblicare un post. Così ecco a voi il teaser trailer di presentazione e la title-track che potete scaricare cliccando qui.

In base a questa unica traccia si può rilevare che i Cynic hanno ridimensionato il loro sound, togliendo i growl e alleggerendo i filtri elettronici della voce, rendendola più "umana". Non so se chi ha apprezzato Focus acceterà questa cosa, ma a me non dispiace.

Tracklist:
Amidst The Coals
Carbon-Based Anatomy
Bija!
Box Up My Bones
Elves Beam Out
Hieroglyph



www.cyniconline.com

venerdì 7 ottobre 2011

The Nerve Institute - Architects of Flesh Density (2011)



Ascoltando la astrusità sonore tessute su Architects of Flesh Density si rimane piacevolmente sorpresi nel constatare che ancora c'è qualcuno voglioso di produrre certa musica. Poi si scopre che i The Nerve Institute sono in realtà una persona sola e si rimane ancora più ammirati. Sì, perchè dietro questo nome si cela il giovane polistrumentista Mike Judge (che ha al suo attivo altri lavori con lo pseudonimo di Ficciones e Sinthome) che si occupa di tutto. E se entriamo in contatto con sonorità che richiamano l'avant-garde e il RIO non è roba da poco.

Nei meandri di Architects of Flesh Density si trovano schegge di Frank Zappa e suoi discepoli come Mike Keneally, oppure avant-prog come quello dei Thinking Plague e The Underground Railroad. Qui di seguito ci sono tre brevi estratti di brani originariamente ben più lunghi, ma se volete ascoltare l'opera nella sua interezza lo potete fare in streaming a questo indirizzo.

The Nerve Institute - Architects of Flesh-Density by Udi Koomran

Tracks:
1. Horror Vacui (8:02)
2. Prussian Blue Persuasion (10:15)
3. Tooth & Flea Korowód
4. Die neue Moritat ... (1:41)
5. « La jalousie » (7:56)
6. Hadassah Esther Cruciform (8:23)
7. Bande magnétique ... at the Ossuary (12:10)

www.myspace.com/thenerveinstitute

mercoledì 5 ottobre 2011

Kaura - That Which Defines Us (2011)



I Kaura sono un quartetto californiano che, dopo un EP, ha pubblicato il suo primo album il 20 settembre (anche se era "in giro" già dallo scorso anno). Il paragone con i Tool - per i quali hanno aperto anche alcuni concerti - è stato speso da più parti, ma a me ricordano molto gli australiani Dead Letter Circus. Al che, se vi piacciono questi ultimi, potete tranquillamente ascoltare di seguito That Which Defines Us.


Un altro punto in comune con i Tool è che ad alcune sessioni di registrazione dell'album ha partecipato la produttrice Sylvia Massy (ricordate Undertow?), oltre ad altri nomi di spicco come Rick Rubin, Alex Newport (At the Drive-In, The Mars Volta, Brazil) e Ken Andrews (Failure).





www.kaura.com

martedì 4 ottobre 2011

Tubelord - Romance (2011)



A distanza di una settimana dall'uscita di Romance, i Tubelord danno la possibilità di ascoltarlo in streaming e in anteprima a questo indirizzo. In più si possono leggere i commenti della band traccia per traccia. Romance (questo il titolo invece che Over in Brooklyn come annunciato) sarà edito dall'etichetta Pink Mist e lo si può preordinare a questo indirizzo.

Dopo aver spaventato, credo, molti fan con i singoli 4T3 e My First Castle, per avere intrapreso una direzione musicale che privilegia una spiccata prominenza verso l'elettronica leggermente diversa rispetto all'esordio, devo dire che le paure erano infondate. In quanto il disco si è rivelato sì differente da Our First American Friends, ma in modo del tutto creativo e non ripetitivo. Aspetto ulteriori ascolti per un eventuale approfondimento.





vessels by tubelord