Oggigiorno le vie di mezzo sono più vive che mai e chi dubita che esista un sottogenere come il progressive punk è in grave errore. Ma come è possibile riconoscerlo? Un tempo i due generi erano nemici giurati, oggi invece si uniscono in una delle più felici intuizioni dai tempi del prog metal.
La progenie di questa unione quasi impossibile va rintracciata nel passaggio che portò il punk rock all'hardcore, che poi a sua volta creò una frangia meno estrema denominata emocore, rappresentata da gruppi come Rites of Spring e Sunny Day Real Estate.
Il progressive punk nasce quindi dallo studio di soluzioni più approfondite dell'emocore, che è il suo antenato, nel quale erano già presenti propensioni verso germi progressivi. A tutto ciò si aggiungono ritmiche involute e cambi tematici repentini con in più melodie più marcate, arrangiamenti ambiziosi abbinati a velleità intellettuali ed il gioco è fatto.
Dal punto di vista musicale la funzione degli strumenti scardina la centralità dell'accordo e ognuno è impegnato in un assolo personale. La batteria e il basso devono pulsare tempi talvolta cervellotici e rimanere costantemente in primo piano e spesso sono loro i protagonisti. La chitarra è assoggettata alla ritmica, ma il suo ruolo e la sua funzione cambiano. Invece che tenere le battute suonando accordi completi, il tessuto armonico è tenuto assieme dagli arpeggi che sottolineano e soddisfano le bizzarre metriche dei brani. Altre volte, nei casi più estremi, la chitarra è impegnata in un continuo assolo per tutto il pezzo, con note lunghe o fraseggi distorti, sottolineando la funzione primaria della sezione ritmica. L'unica cosa che rimane costante anche nel progressive punk è il riff, un marchio ormai divenuto indispensabile nel linguaggio rock.
Tralasciando il preistorico vagito di band come Black Flag, Hüsker Dü e Minutemen, ancora troppo legati ad un'estetica punk rock, direi che i principali sviluppatori di questo genere sono stati Omar Rodriguez-Lopez e Cedric Bixler-Zavala. Prima nelle fila degli At the Drive-In con il seminale Relationship of Command, poi come proprietari della sigla The Mars Volta con il capolavoro De-Loused in the Comatorium.
Da qui sono sorti altri gruppi che, in modo quasi epigonico, hanno seguito le medesime coordinate. Molto spesso queste band vengono descritte con un insieme di generi, tra i quali il troppo abusato e semplicistico "alternative", ma mai con uno ben definito. Credo che il termine progressive punk possa racchiudere in un colpo solo l'appartenenza stilistica di queste band.
Alla testa si trovano i Coheed & Cambria (anche se il loro esordio precede quello dei Mars Volta) che hanno abbracciato un sound ancor più progressivo e tecnico con riferimenti persino ai Rush. Tra gli americani includerei anche Circa Survive, The Dear Hunter, Brazil, Kaddisfly, mentre tra gli inglesi, con una visione marcatamente più radicale orientata verso il punk, Biffy Clyro, Reuben, Oceansize.
Gli Oceansize sono un altro esempio efficace di progressive punk, dato che la loro musica è così sfaccettata, personale e poliedrica da non poter essere inclusa nè tra le fila del metal, nè tra quelle dell'emocore.
Il progressive punk si distingue dal metal o dal nu-metal per un fattore emozionale più prominente. Mentre il metal ha un sound più freddo e calcolatore, l'altro è più sanguigno e selvaggio, ma allo stesso tempo ha una componente intellettuale che il metal non conosce.
Per fare un altro esempio, riferito questa volta all'emocore, prendete il caso di Casey Crescenzo che ha lasciato i The Receiving End of Sirens per dedicarsi ai The Dear Hunter. I primi su Between the Heart and the Synapse pur abbracciando un rock abbastanza variegato, rimangono ancorati all'emocore. I Dear Hunter al contrario, per stessa ammissione di Crescenzo, sondano delle soluzioni formali e stilistche più profonde e danno più spazio alla creatività.
Come si può vedere nella lista che segue, il 2007 è stato un anno molto proficuo per il progressive punk, dato che quasi tutte le band principali hanno pubblicato degli ottimi lavori.
Il 2008 di conseguenza è stato piuttosto avaro di uscite per questo genere. Si potrebbe citare Faces dei Mt. Helium, un album tutt'altro che fondamentale, ma è il primo che mi è venuto in mente e poi non è così malaccio. I Mt. Helium possono essere considerati una delle propaggini minori del prog punk, provenendo dall'esperienza nu-metal degli Apex Theory. Art Karamian (chitarra e voce), David Hakopyan (basso) e Sammy J. Watson (batteria) hanno così proseguito senza Ontronik Khachaturian, cambiando il proprio nome.
Faces rimane quindi legato ad un retaggio nu-metal, pur traendo linfa dalla lezione dei Mars Volta e si basa su atmosfere heavy, molto melodrammatiche, con l'ossessionante pulsare di basso e batteria costantemente in rilievo. L'album adotta un sound solenne e robotico, con spasmi e tecnicismi che si pongono al confine tra metal e punk progressive, risultando un ibrido difficile da inserire nell'uno o nell'altro genere. Faces segna perciò una presa di posizione indecisa, che arriva inoltre troppo in ritardo rispetto ai colleghi. In pratica quando ognuno di loro ha già detto la sua sull'argomento e, tra l'altro, in modo molto incisivo.
Minima discografia progressive punk:
At the Drive-In - Relationship of Command (2000)
The Mars Volta - De-Loused in the Comatorium (2003)
Oceansize - Effloresce (2003)
Oceansize - Everyone Into Position (2005)
Oceansize - Frames (2007)
Coheed & Cambria - The Second Stage Turbine Blade (2002)
Coheed & Cambria - In Keeping Secrets of Silent Earth: 3 (2003)
Biffy Clyro - The Vertigo of Bliss (2003)
Biffy Clyro - Infinity Land (2004)
Circa Survive - Juturna (2005)
Circa Survive - On Letting Go (2007)
Kaddisfly - Buy Our Intention; We'll Buy You a Unicorn (2005)
Kaddisfly - Set Sail the Prairie (2007)
Damiera - M(US)IC (2007)
Reuben - In Nothing We Trust (2007)
The Dear Hunter - Act I: The Lake South, The River North (2006)
The Dear Hunter - Act II: The Meaning of, and All Things Regarding Ms. Leading (2007)
The Sound Of Animals Fighting - The Ocean and the Sun (2008)
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