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venerdì 3 agosto 2018
Tides of Man - Every Nothing (2018)
La storia dei Tides of Man è quella di una band che non si arrende alle difficoltà e, da un'apparente debolezza imprevista, riesce a rimettersi in piedi e creare un nuovo cammino che con l'ultimo album Every Nothing appena pubblicato sembra finalmente aver dato i propri frutti. La storia dei Tides of Man ha ormai dieci anni nei quali, dopo i primi due album di progressive alternativo Empire Theory (2009) e Dreamhouse (2010), il quintetto della Florida ha dovuto fare i conti con l'abbandono del cantante Tilian Pearson, il quale in un primo momento sembrava destinato ad entrare negli Emarosa, poi nei Saosin ed infine nel 2013 è stato reclutato nei Dance Gavin Dance dove milita tuttora.
Da parte loro i Tides of Man non si diedero per finiti e, subito dopo l'addio di Pearson, cercarono un sostituto dedicandosi a delle audizioni ma senza che nessuno soddisfacesse veramente le loro aspettative. E' stato così che la band ha preso la radicale decisione di continuare in veste strumentale, complice il fatto che il materiale a cui stavano lavorando si era indirizzato verso delle pieghe post rock. Così riorganizzati i Tides of Man si ripresentarono in una nuova veste nel 2014 con Young and Corageous, primo album senza Pearson e interamente strumentale.
Intanto Every Nothing ha fatto passare altri quattro anni nei quali la band ha affinato ed elevato le premesse esposte su Young and Corageous fino a lambire quelle vette di epica drammaticità che i Caspian raggiunsero con l'ottimo Dust and Disquiet. Il post rock di quest'ultimo sforzo discografico dei Tides of Man (che arriva a sfiorare i sessanta minuti di durata) è di una purezza insolita, ma anche di un'insita forza espressiva che con mano sicura fa uso appropriato e pertinente di crescendo e stratificazioni, praticamente la parte essenziale del genere. L'orchestrazione messa in atto dai Tides of Man non solo non fa rimpiangere altri nomi più grandi e celebrati che ruotano attorno al post rock, ma con Every Nothing si segnalano come un act relativamente nuovo e fresco da porre accanto ai più significativi esponenti di tale disciplina strumentale a base di muri elettrici, delay, riverberi ed evanescenti giustapposizioni.
Con Every Nothing i Tides of Man decodificano in modo esemplare la chiave di lettura del post rock, un genere sempre a rischio, troppo spesso trovatosi ripiegato su se stesso cadendo molto facilmente nella "coazione a ripetere", che non deve essere un mero flusso di coscienza o una scusa per improvvisare delle jam, ma una delicata architettura attenta a costruite sensazioni e sentimenti attraverso i suoni e questo album ha sicuramente colpito l'obiettivo.
mercoledì 5 marzo 2014
Altprogcore March discoveries
Ultimamente mi si sono accavallati degli ascolti che non avrei tempo di recensire, ma che comunque voglio segnalare. Ecco una veloce rassegna:
Il progetto Schematic appartiene al frontman dei Mae Dave Elkins che, con il suo esordio Color (n.) Inside the Lines, firma un felice lavoro di indie pop obliquo, contaminato da post e math rock e emo. Se vi piacciono Ramona Falls e Into It. Over It. penso che qui troverete buoni stimoli.
I Tides of Man hanno invece fatto forzatamente il percorso inverso. Dopo il primo album Empire Theory (2009) e l'abbandono del cantante Tilian Pearson sembravano finiti. Invece dopo aver cercato un sostituto senza successo, la band ha preferito continuare in veste strumentale. Young and Corageous è il risultato.
I Glass Ocean sono un altro gruppo del rinascimento rock australiano e il loro stile si espande dall'ambient, anche se il cantato è presente, e progressive rock. Gli arpeggi clean della chitarra farebbero pensare ad una versione acustica o comunque light del djent, anche se mi rendo conto che ormai questo è un termine abusato.
Il progetto Schematic appartiene al frontman dei Mae Dave Elkins che, con il suo esordio Color (n.) Inside the Lines, firma un felice lavoro di indie pop obliquo, contaminato da post e math rock e emo. Se vi piacciono Ramona Falls e Into It. Over It. penso che qui troverete buoni stimoli.
Questo album è appena uscito. I canadesi Intervals dopo due EP strumentali ora ci provano con un cantante nel loro primo full length. In questo caso si parla di djent e metal con ottime progressioni di accordi fusion nelle parti strumentali. L'aggiunta di Mike Semesky alla voce fa risaltare una certa somiglianza con gli australiani Circles. Buon album, ma si perde un po' per strada nella parte finale.
I Tides of Man hanno invece fatto forzatamente il percorso inverso. Dopo il primo album Empire Theory (2009) e l'abbandono del cantante Tilian Pearson sembravano finiti. Invece dopo aver cercato un sostituto senza successo, la band ha preferito continuare in veste strumentale. Young and Corageous è il risultato.
I Glass Ocean sono un altro gruppo del rinascimento rock australiano e il loro stile si espande dall'ambient, anche se il cantato è presente, e progressive rock. Gli arpeggi clean della chitarra farebbero pensare ad una versione acustica o comunque light del djent, anche se mi rendo conto che ormai questo è un termine abusato.
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