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giovedì 21 novembre 2024

Atomic Guava - Beach Episode EP (2024)


Due anni fa gli Atomic Guava con l'esordio Peasants of the Future avevano mostrato una discreta carica sovversiva nell'affrontare il prog metal, spingendo l'acceleratore su aggressività e melodia, djent selvaggio e synthpop giapponese, virtuosismi fusion e math rock, tutto affrontato con molta ironia senza prendersi troppo sul serio. Adesso il quintetto capitanato dalla coppia Martin Gonzalez (chitarra) e Elizabeth Hull (voce) pubblica il nuovo EP Beach Episode con quattro tracce e scritto in soli quattro giorni, come fosse una sfida. Le canzoni, pur avendo per questo motivo un impatto più diretto, non mancano di mostrare arrangiamenti avventurosi e spunti interessanti a livello tematico.

domenica 4 giugno 2023

Notes from the Edge of the Week #7


  • Il secondo album dei Superlove follow:noise è un notevole salto in avanti rispetto al primo Colours, del quale focalizza e capitalizza le idee nell'assemblare l'essenza di elementi djent, electro pop e dance, tagliarne il superfluo e farli funzionare in un montaggio sorprendentemente conciso, coeso e brillante. Pur essendo solo un trio, la produzione risalta il suono bombastico e potente, valorizzando chorus da arena rock che ti si stampano in testa. Il modo in cui i Superlove oscillano nella dicotomia dei brani dà come una sensazione di personalità schizofrenica che si traduce in un "divertiamoci-a-fare-un-po'-i-cazzoni" durante la strofa e un "ok-ora-facciamo-sul-serio" durante il ritornello. Loro lo chiamano noise pop e anche hyper pop, ma è chiaro che la bilancia pende sulla seconda scelta. Dall'esperienza avuta con l'esplosione degli Sleep Token ho notato che non tutti sono inclini ad accettare accostamenti estremi di generi così diversificati quindi, se anche voi avete qualche dubbio o perplessità, prima di scartare a priori, provate subito il singolo Something Good oppure Change Your Mind e se non vi convincono allora lasciate perdere.


  • Non bazzicando assiduamente le parti dell'heavy metal conoscevo gli Avenged Sevenfold solo di nome. A convincermi ad ascoltare il loro nuovo album Life is But a Dream... è stato un commento nel gruppo dei The Dear Hunter che lo ha descritto come diverso da qualsiasi cosa fatta da loro, abbastanza strano e "proggy" e, continuando a leggerne in giro, si percepisce anche da parte dei fan di vecchia data la sorpresa e lo spaesamento causati da questa uscita, sia in senso positivo che in quello negativo. In effetti Life is But a Dream... non lascia certo indifferenti: gli Avenged Sevenfold si sono spinti al massimo delle proprie possibilità mettendo sul piatto un lavoro coraggioso e ardito, non tanto per la commistione tra generi ma per il fatto di sezionarli e decontestualizzarli in una cornice comune che all'apparenza li rigetterebbe. E gli Avenged Sevenfold lo fanno con le cose più improbabili, le rendono comunque credibili, passando dal caos del thrash metal a motivetti per canzoncine da anni '50 (Game Over), dal growl più infernale al musical colorato con una fantastica coda di piano fusion (Mattel). Ci sono frammenti robotici e industriali, altri estremamente melodici o talmente melensi da sfiorare la parodia. Messi nel contesto a parti invertite sembrano fuori posto o, se volete, una folle sintesi tra Voivod e Faith No More (Beautiful Morning è il riferimento più palese), eppure funziona e diverte, anche se talvolta il mood diventa un po' troppo cupo. Poi c'è la trilogia G, (O)rdinary e (D)eath che è un vero capolavoro di eterogeneità e dove gli Avenged Sevenfold abbandonano ogni freno fino ad arrivare dalle parti di Frank Zappa.  


  • Se vi ricordate del chitarrista Martin Gonzalez e dei suoi Atomic Guava c'è la possibilità che sappiate anche chi siano gli Ok Goodnight, la sua band parallela formata insieme alla cantante Casey Lee Williams, che adesso si presenta alla seconda prova con The Fox and the Bird. Essendo un concept album ambientato nel regno animale, quasi ogni traccia ne prende il titolo e l'ispirazione, settando il carattere del pezzo in base al peculiare temperamento dell'animale protagonista. Il disco parte in modo acustico per poi avviarsi ad atmosfere sempre più inclinate verso il prog metal e prog fusion, con una varietà di scrittura e atmosfere encomiabile. Un disco che di sicuro merita attenzione nella abbondante scelta di proposte nel genere.


  • Il talento del tastierista Lars Fredrik Frøislie è tutt'altro che da mettere in dubbio, essendo già un'istituzione del prog scandinavo, grazie alla sua collaborazione con gruppi ormai leggendari come Tusmørke, White Willow Wobbler. Ebbene, Frøislie ha esordito con Fire fortellinger, un album solista che è un monumento alla sua arte, contenente solo quattro pezzi che sono quanto di meglio possa produrre oggi il prog sinfonico. Nostalgici solo nei suoni, ma con una carica e un'inventiva multitematica da imprimere il giusto bilanciamento tra modernità e tradizione. Anche se non è giusto fare paragoni, lasciatevelo dire, Frøislie riesce da solo a volare anche più in alto dei suoi Wobbler.


  • Il nuovo KNOWER del duo Genevieve Artadi e Louis Cole, anche se è uscito venerdì, sarà disponibile per l'ascolto intero in tutte le piattaforme solo tra 4 o 6 mesi per il comprensibile motivo di capitalizzare il prodotto e al il momento potete averlo solo se acquistato su Bandcamp. Da parte mia posso anticiparvi che, se siete fan dei KNOWER e del loro scanzonato stile funk jazz con tocchi di pop e prog, questo album non vi deluderà. I pezzi sono come al solito trascinanti e le parti soliste sono assolutamente stellari, molto più avanzate ed evolute del precedente LIFE. Diciamo che KNOWER FOREVER sta a LIFE come la versione originale di Overtime tratta da quest'ultimo sta a quella "live-in-da-house" del video divenuto virale.

giovedì 9 giugno 2022

Atomic Guava - Peasants of the Future (2022)


Chi lo ha detto che il prog, il metal e la fusion, in quanto generi impegnativi, debbano anche essere per forza seriosi. Dieci anni fa, ad esempio, i Twelve Foot Ninja ci insegnarono con una buona dose di competenza musicale combinata ad ironia, che suonare metallo pesante e mischiarlo con altri generi poteva essere divertente quanto ascoltarlo e goderselo.

Gli Atomic Guava, con il loro esordio Peasants of the Future, provano a fare una cosa del genere. Dico subito che dentro ci ho trovato cose che per il mio gusto personale sono troppo estreme (Big Cat) o difficili da apprezzare perché troppo sopra le righe (il sea shanty We Stole a Ship), ma Peasants of the Future è un album oggettivamente così vario (pur nei suoi veloci 39 minuti) e pieno di energica inventiva che difficilmente non si potrà ammirare per il suo entusiasmo. Questo per dire che, anche se al suo interno incappate in qualcosa che non vi soddisfa o non vi convince del tutto, vale sicuramente la pena proseguire nell'ascolto perché non si sa mai dove ci possa portare. 

Ovviamente, dai suoi connotati non stupisce che Peasants of the Future sia il frutto del lavoro e del talento di giovani studenti del Berklee College of Music di Boston ed in particolare del chitarrista Martin Gonzalez (attivo anche con gli OK Goodnight) e della cantante/tastierista Elizabeth Hull. A parte insomma qualche riserva dettata più che altro dal gusto personale, l'album ha una verve e un'esuberanza votata all'anarchia, grazie anche alla versatilità dell'esecuzione e alla voce prestante della Hull, completamente assente nella maggior parte dei gruppi prog metal. 

La sensazione è di trovarsi dentro ad un jukebox impazzito che sputa fuori la metal fusion da nerd degli Arch Echo, gli intermezzi strumentali ultra tecnici dei Dream Theater, il synthpop degli anni 80 e le sigle dei cartoni animati giapponesi. Non si prenda però questa descrizione come se all'interno dei brani si incappasse in molteplici cambi, ma più che altro la percezione e la somma dei suddetti vari connotati si palesa nell'insieme della scelta estetica dei suoni, nella realizzazione di intromissioni e lievi variazioni nella trama dei brani, i quali tutto sommato rimangono fedeli ad una linea di struttura piuttosto classica. Peasants of the Future si ascolta con un sorriso compiaciuto e spegnendo tutta la seriosità che ci arriva del mondo esterno ed in questo adempie in pieno al suo dovere.