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venerdì 28 aprile 2023

Lakes - Elysian Skies (2023)


La cadenza sempre più rallentata con cui le band fanno attendere tra un album e l'altro ci ha abituato a tempistiche dilatate e quando esce un lavoro ad "appena" due anni di distanza ci sembra quasi un miracolo. Addirittura può portare a pensare che, in un lasso di tempo così breve, un gruppo non abbia avuto tempo di maturare rispetto all'album precedente. Andatelo a dire ai gruppi degli anni 70.

Comunque potete pure rivolgervi ai Lakes che, dal post pandemia, hanno sempre tenuto un profilo attivo tra concerti e singoli e, dopo aver atteso meno di due anni da Start Again (2021), il terzo lavoro Elysian Skies è pronto adesso per essere ascoltato. Fin dal primo album i Lakes hanno avuto l'abilità di crearsi un modo distintivo di comporre e arrangiare, rimanendo nei confini che stanno tra il midwest emo e il math rock. Tenendo fede a questa linea, ma evolvendosi a piccoli passi, la sicurezza fissata nella formula ha permesso al sestetto di Watford di proseguire a passi spediti con due incantevoli album. Se quindi già siete familiari con i Lakes e finora non vi hanno mai deluso, difficilmente lo farà Elysian Skies

Il modo energico con cui ammantano le loro ballad malinconiche, condendole di armonie vocali, arpeggi intrecciati, ritmi sincopati, la troviamo ancora in queste tracce, ma con un muro di suono sempre più ricco, la cui premura di registrarlo è andata a Tom Peters (Alpha Male Tea Party, The Fall, Vennart). Su questo fronte la corale Deep End ricorda la gioiosità degli Adjy - con tanto di battiti di mani, percussioni incalzanti e piano in contrappunto con le voci -, oppure il singolo Aces nel suo incontro tra la radiosità dell'indie pop e la malinconia dell'emo. La peculiarità di Elysian Skies è proprio quella di non cadere mai nella trappola di toni melensi e si sforza, riuscendoci, di ammantare anche la più nostalgica delle melodie in qualcosa di solenne e dal gran respiro, come succede con Joker, Leap, TLC e Our Fine Arrangement. Insomma, se siete di umore malinconico l'ascolto di Elysian Skies non contribuirà a crogiolarvi nel vostro stato, ma potrà darvi uno stimolo per ripartire con un sorriso.

venerdì 30 luglio 2021

Lakes - Start Again (2021)

 
 
La recente scoperta dei Lakes attraverso il primo album The Constance LP mi ha portato automaticamente alla conclusione che il sestetto di Watford sia la miglior espressione inglese del midwest emo, genere di origine prettamente statunitense. Quell'esordio era praticamente perfetto e non aveva una traccia fuori posto, coglieva in pieno la malinconia crepuscolare del genere ma con un effetto di sottesa spensieratezza e leggerezza che si apriva ad ariose melodie. La seconda prova Start Again, registrata e concepita durante il lockdown, è nata forzatamente con tutti i presupposti  e le condizioni per amplificare quella parte di sentimenti più depressivi e nostalgici nei quali l'emo ama crogiolarsi, tanto più se si pensa che anche i testi sono dedicati ai traumi e alle afflizioni legate a questo periodo di solitudine e isolamento.

I Lakes al contrario si pongono al lato opposto della barricata, guardando al futuro con fiducia e ottimismo, come il primo singolo tratto dall'album, e da cui prende il titolo, è una chiara esortazione alla rinascita. L'intreccio delle tre chitarre di Roberto Cappellina, Rob Vacher e Gareth Arthur tra arpeggi elettroacustici e delicati riff, è ciò che lega di più la band all'estetica midwest emo, in più abbiamo il valore aggiunto del glockenspiel e della voce della nuova arrivata Blue Jenkins (che ha sostituito Sam Neale, fuoriuscita dal gruppo poco prima della pandemia). Ma l'abile scrittura di Cappellina e del batterista Matt Shaw mette in atto una contrapposizione di stampo pop dai colori accesi e pastello.

Per questo le tracce coprono musicalmente un duplice stato d'animo: quello più meditabondo e introverso di Peace, Matches e Retrograde anche se spinto costantemente da energia e propulsione dalla sezione ritmica formata da Shaw e Charlie Smith (basso), così come accade in Mirrors che viene introdotta come fosse una serenata emo degli American Football, per poi cambiare ben presto aspetto in una spensierata ballad dai risvolti power pop. Poi c'è quello apertamente gioioso che si trova nell'uptempo di No Excuses, nell'ottimismo palpabile della title-track (anche dal video che alla fine ospita il cameo d'eccezione di Mike Kinsella), nell'esortante Get Better. I Lakes tramutano la consueta dolcezza di cui il midwest emo si serve per attutire e smussare il retaggio hardcore punk, cioè polifonie vocali, largo uso di arpeggi con accordature aperte e ritmiche elaborate, in una sorta di emo pop sperimentale e non convenzionale, rimanendo allo stesso tempo fedeli all'accessibilità dell'indie rock.

mercoledì 16 dicembre 2020

Lakes - The Constance LP (2019)


Se suoni un certo tipo di musica che non va per la maggiore nel tuo paese d'origine è molto probabile che avrai buone possibilità di essere ascoltato altrove, ovvero dove è nato quel particolare genere. E' quello che è successo ai Lakes, band inglese nata dall'amore dei due fondatori Matthew Shaw (batteria) e Roberto Cappellina (voce, chitarra) per l'americanissimo midwest emo. Prendendo le mosse nel 2017 da alcuni demo registrati da Shaw, il gruppo Lakes si è ben presto espanso ad un ensemble di sei elementi con l'aggiunta di Rob Vacher (chitarra), Gareth Arthur (chitarra), Charlie Smith (basso) e Sam Neale (voce, glockenspiel, synth), di recente sostituita da Blue Jenkins che compare nel nuovo singolo di quest'anno Kids, contenuto sul 7" This World Of Ours, It Came Apart, pubblicato a luglio.

I Lakes, dopo due EP autoprodotti, con l'album The Constance LP come era prevedibile hanno attirato l'attenzione oltreoceano fino ad arrivare al cuore dell'IIlinois, lo stato per eccellenza del midwest emo, collezionando consensi eccellenti da personaggi come il produttore Neil Strauch (Owen, Owls, Joan of Arc, Iron & Wine) e l'ex frontamn dei Real Friends Dan Lambton, il quale ha fatto una comparsata su Kids.  

The Constance LP è un disco che penetra con personalità nel midwest emo, con rara sensibilità pop, senza il rischio di far passare i Lakes come l'ennesima copia sbiadita accanto ad altre band che si sono gettate nel filone dell'emo revival. Capace di fondere le melodie malinconiche degli American Football alle trame più ritmate dei Braid, sfiorando con delicatezza il math rock e il dream pop grazie alle delicate polifonie vocali create da Cappellina e dalla Neale, il gruppo pare una piccola orchestra per quanto sa accumulare un volume di suono da chamber rock, come fosse una versione emo dei compianti Anathallo. E' proprio il caso di dire che il miglior disco emo del 2019 dopo LP3 degli American Football non arriva dagli USA, ma dall'Inghilterra.

 

Bouns track: la cover di Must've Run All Day dei Glassjaw appena pubblicata