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domenica 6 luglio 2014

Pink Floyd - "The Endless River" in arrivo ad ottobre


La notizia è confermata ormai da più fonti. A ottobre vedrà la luce un nuovo album dei Pink Floyd con il titolo The Endless River. Ieri un tweet della moglie di David Gilmour, Polly Samson, ha messo in subbuglio i fan, annunciando questa cosa dal nulla. Il disco proprio nuovo non è, in quanto è tratto dalle ultime sessioni di registrazione con Rick Wright nel 1994, all'epoca di The Division Bell, conosciuto finora con il nome di The Big Spliff e basato su musica strumentale ambient.
Ma la notizia più succulenta arriva dalla storica corista Durga McBroom che, in un post su Facebook, sotto una foto già pubblicata in passato e che ritrae lei e Gilmour al lavoro in studio (in molti hanno creduto che fosse in preparazione un nuovo album solista di Gilmour), rivela che il chitarrista e Nick Mason in questi mesi hanno ripreso a lavorare su quelle registrazioni, aggiungendo anche voci e nuovi arrangiamenti.
Ecco il testo originale:

Remember this photo? It wasn't what you THOUGHT it was. From Polly Samson on Twitter: "Btw Pink Floyd album out in October is called "The Endless River". Based on 1994 sessions is Rick Wright's swansong and very beautiful."
YES. THERE IS A NEW PINK FLOYD ALBUM COMING OUT. AND I'M ON IT. And there was much rejoicing.

lunedì 29 luglio 2013

Roger Waters: The Wall 2013 - Il concerto definitivo


Si dice che nell'antichità, in India, i migliori produttori di tappeti che ne intrecciavano con abilità i molteplici fili, dando vita a fantastiche decorazioni, lasciassero l'ultimo filo libero, non intrecciato. Altrimenti il tappeto sarebbe stato troppo perfetto. Qualche volta vale la stessa regola nella vita di tutti i giorni. Quanto sarebbe stato bello poter vedere accanto a Roger Waters nel tour di The Wall David Gilmour e Nick Mason ora che le vecchie ruggini sembrano sparite? E' vero, sarebbe stato bello, una perfezione assoluta, ma anche così è già stato straordinario.

Per quel che mi riguarda è stato il concerto della vita. Credo che difficilmente riuscirò a vedere uno spettacolo anche minimamente paragonabile a questo. Come si fa a raccontare un concerto come The Wall? Semplicemente, non si può. E' un'esperienza che va vissuta in prima persona, perché The Wall non è un concerto come tutti gli altri. Assistervi vuol dire partecipare in diretta all'esecuzione di un'opera d'arte multimediale. Musica, poesia, video, scenografie, coreografie tutto sincronizzato in un unico capolavoro di due ore. Non si può raccontare ed infatti non lo racconterò. Perché mi rendo conto che anche guardare il filmato che segue - oltretutto ufficiale - tratto dal concerto di Londra (e con Gilmour ospite alla chitarra) non rende comunque l'idea. Anche un'eventuale realizzazione in DVD credo sarebbe limitata, a meno di non suddividere lo schermo TV in diverse angolazioni di ripresa che danno la possibilità di potersi godere simultaneamente tutto ciò che succede nel palco e oltre.



Volevo solo far notare come ancora il progressive rock sia vittima di ostracismo e viaggi su un binario diverso rispetto al rock, diciamo, "tradizionale", pur parlando di una band multimilionaria come i Pink Floyd. Infatti sembra che l'evento musicale dell'anno non fosse abbastanza trendy per i giornalisti in generale e soprattutto per quelli di Repubblica che, nelle scorse settimane, nel loro sito web, avevano pompato fino alla noia i concerti italiani di Bruce Springsteen e Depeche Mode, con tanto di live tweets e cronaca minuto per minuto raccontata anche attraverso i partecipanti. E poi, ritornando nel nostro piccolo, ci chiediamo perché di certi artisti più meritevoli di altri non si parla mai. Si vede che ognuno ha i suoi cocchi.

domenica 15 maggio 2011

I Pink Floyd fanno di nuovo sognare per una notte

L'annunciata ospitata di David Gilmour in una delle tappe del tour di Roger Waters che ha portato di nuovo in scena l'esecuzione integrale dello spettacolare concerto di The Wall, è avvenuta l'altro giovedì sera alla 02 Arena di Londra. Gilmour è comparso durante Comfortably Numb all'insaputa del pubblico che, appena lo ha riconosciuto, gli ha tributato una grande ovazione. Le sorprese sono poi continuate con l'arrivo di Nick Mason per il finale con Outside the Wall.

In genere in questo blog pubblico mal volentieri video ripresi amatorialmente, ma per queste immagini da lacrime agli occhi faccio volentieri un'eccezione. Ricordo comunque che non c'è nessuna reunion in vista, questo episodio rimarrà unico. (Anche se la speranza...).



mercoledì 6 gennaio 2010

The Punk Side of the Moon


I Flaming Lips, si sa, sono dei geni, ormai è fatto assodato, la critica li ama e il pubblico pure. Quindi guai a parlarne male. Eppure...eppure per la prima volta nella loro carriera si sono andati ad infilare in un ginepraio che gli ha fatto piovere addosso tante di quelle critiche che giusto dei buontemponi come loro possono reggere.

Tutto ciò a causa dei tipi di iTunes che volevano qualcosa in esclusiva dai Flaming Lips per vendere solo attraverso il celebre negozio di musica on-line. Loro pensavano ad un singolo, ad un EP e invece Wayne Coyne ha alzato il tiro e, quasi per scherzo, ha proposto di registrare The Dark Side of the Moon (mica Invisible Touch!!).

Per farsi una chiara idea a cosa i Flaming Lips sono andati incontro (freschi dal trionfo di Embryonic) basta leggere alcuni giudizi su iTunes Store, che si dividono tra una o cinque stelle, le vie di mezzo sono rare o inesistenti, come dire che questo rifacimento o lo si ama o lo si odia.

Per quel che mi riguarda, come scrissi giusto un annetto fa, trovo queste operazioni inutili oltre che insensate. Nel particolare caso dei Flaming Lips la rilettura è alquanto personale e basta dire che il gruppo si è fatto aiutare da Henry Rollins e da quell'usignolo di Peaches che, con quella sua ugola d'oro, è andata ad intaccare i gorgheggi di The Great Gig in the Sky con urla sapientemente filtrate al fine di ovviare ai limiti vocali. Mi pare tutto semplificato, ridotto all'osso, come se i Flaming Lips avessero drenato l'immortale opera flydiana. Bassi distorti, ritmiche funkeggianti e sintetizzatori invadenti creano un clima opprimente e sensazioni sgradevoli, le uniche cose che sono in tema con il concept dei Pink Floyd. Insomma si possono riscrivere i romanzi del '700 in chiave pulp o rigirare Il Padrino in versione horror? Certo che sì! Oggi si può tutto, ma il risutato sarebbe una schifezza comunque.