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sabato 6 maggio 2023

Introducing Lune Asea


Pur debuttando con un singolo soltanto adesso il gruppo, o se vogliamo possiamo chiamarlo supergruppo, Lune Asea si è costituito nell'ormai lontano 2016 e la cui line-up comprende i due Karnivool John Stockman (tastiere) e Steve Judd (batteria), Leigh Davies (chitarra e voce) dei purtroppo disciolti e sottovalutati Sleep Parade, e che in passato fece parte per un breve periodo dei The Occupants, il progetto musicale messo insieme dai fratelli Gower quando i Cog erano in pausa. Completano il gruppo Adam Perry (basso) e Ben Elphick (chitarra).

Il primo brano con cui si presentano i Lune Asea è Outlier, che si avvale della produzione e masterizzazione del mitico Forester Savell, un viaggio di quasi sei minuti di robusto prog rock che dosa con con grande sensibilità elementi metal e atmosferici in un calderone propulsivo e melodico. Le liriche, ad opera di Davies, riguardano il ricordo del padre del cantante e la sua lotta con la schizofrenia e le conseguenti visioni apocalittiche causate dalla malattia.

 

venerdì 10 dicembre 2021

Karnivool - All It Takes (single, 2021)


La band alla quale i Karnivool vengono paragonati più spesso sono i Tool e, proprio come il gruppo di Adam Jones, sembrano averne adottato l'etica oltre che il piglio prog metal. L'ultima testimonianza in studio dei Karnivool risale al 2013 e nel frattempo l'attesa per un nuovo album è salita. Anche la band australiana non ha mai smesso di esibirsi dal vivo in questo lasso di tempo, presentando negli spettacoli anche materiale inedito. Oggi, per l'occasione della pubblicazione del Blu-Ray Decade of Sound Awake, che riporta il livestream dell'intero album Sound Awake, i Karnivool rendono disponibile anche il primo singolo inedito in otto anni All It Takes che, come si legge nel comunicato stampa, "is the first part of a larger project they continue to wrestle into existence". L'attesa quindi continua, ma la luce in fondo al tunnel sembra essere più vicina.

venerdì 19 luglio 2013

KARNIVOOL - Asymmetry (2013)


Dopo anni di predominio "occidentale" sembra che, negli ultimi anni, la scena musicale dell'emisfero australe stia vivendo un periodo d'oro. Non sono bastati i riconoscimenti ad artisti come Gotye e Kimbra per sottolineare quanto abbiano da dire dall'altra parte del mondo in materia di musica pop e rock. Sono ormai lontani i tempi in cui gli Shihad tenevano alta, in solitaria, la bandiera dell'alternative rock neozelandese. Ma ciò che è cresciuto con maggior convinzione in queste terre (Australia e Nuova Zelanda) è un manipolo di gruppi che si possono catalogare come progressive o alternative metal, dei quali i Karnivool sono divenuti, grazie al monumentale Sound Awake, i principali e più autorevoli portavoce.

E così, dopo quattro anni di lavoro, ecco arrivare l'attesissimo successore di Sound Awake per capire come si è evoluto il suono del gruppo di Perth. La prima cosa da dire è che, proprio come quest'ultimo, anche Asymmetry terrà occupate parecchio le nostre orecchie prima di penetrarvi completamente e con chiarezza. I Karnivool hanno mantenuto quella scrittura imprevedibile che lascia i brani dispiegarsi in un crescendo di pathos e drammaticità. Le tensioni metal dei Tool ci sono ancora e costituiscono da sempre il seme che si muove sotto traccia nella musica del quintetto, ma il suo influsso non ha mai messo in discussione il valore autonomo delle loro composizioni.

Penso che il primo pezzo presentato in anteprima, The Refusal, abbia spiazzato un po' tutti per la sua carica aggressiva: una cruda esplosione di rabbia molto più selvaggia del solito, dettata da riff oscuri e urla belluine. Per fortuna è solo un'eccezione. In realtà il disco rispetta abbastanza ciò che ci si può aspettare dai Karnivool, anche se le sorprese non mancano. Detto ciò è bene chiarire subito che con Asymmetry il gruppo non ha voluto ripetersi e ha cercato di battere nuove direzioni. Il disco appare proprio in questo il più glaciale (musicalmente) ed oscuro (tematicamente) prodotto sinora dalla band.

Ad onor del vero, comunque, quella che considero la prima parte (che viene separata idealmente dalla seconda attraverso la title-track) mi ha lasciato piuttosto indifferente. In pratica si ha un pugno di brani potenti che fanno il loro dovere  - a partire dalla molto "oceansizeiana" Nachash, passando alla caotica A.M. War fino ad arrivare dall'atmosferica tensione di We Are -, ma che non lasciano una traccia profonda. La calibrazione del mixaggio è attentissima a dare risalto ad ogni singolo strumento: chitarre mai così affilate e aggressive e la sezione ritmica, tra un basso dai contorni imponenti e una batteria martellante, appare quasi devastante.



A suo modo Sound Awake presentava delle linee melodiche significative e più incisive. Asymmetry è sì un passo in avanti, ma verso qualcosa di ignoto: i pezzi ruotano attorno a delle strutture che esplorano dei temi a mo' di spirale, ma non li sviscerano mai appieno, non si arriva ad un climax per poi ripartire, come potevano fare, ad esempio, dei pezzi come New Day o Umbra. Qui c'è un percorso in crescendo che può toccare vette eccelse come in Aeons, non a caso uno dei pezzi più ambiziosi e suggestivi del lotto, oppure implodere nella dichiarazione d'intenti, lodevole, ma non del tutto riuscita di Sky Machine.

La seconda parte è quella dove i Karnivool osano di più, rimettendo in discussione ciò che abbiamo sentito finora. Le atmosfere si fanno più rarefatte e meditabonde sin da Eidolon che promette più di quanto non mantenga veramente. Unica eccezione ad interrompere la calma, dopo la succitata Sky Machine, è The Last Few che ritorna per un attimo ad un metal psichedelico lontano parente dei migliori Soundgarden. Il dittico FloatAlpha Omega è il più disorientante e sperimentale. Una ninnananna con chitarra microtonale la prima, mentre la seconda, sempre sulla linea impostata da Float, si apre con arie vagamente jazzy per poi esplodere in un mantra elettrico. L'impressionismo aleatorio di Om - un calmo strumentale composto da poche note di piano - è forse il modo migliore per chiudere un'opera che si vuol presentare spiazzante e al tempo stesso conservatrice.

Asymmetry è talmente singolare ed eterogeneo da far pensare ad un lavoro di transizione. Non tanto per l'indecisione nei confronti di quale strada intraprendere, ma piuttosto perché sono presenti degli elementi con alto potenziale di miglioramento. Asymmetry quindi non è quel capolavoro che forse molti si aspettavano dai Karnivool, ma è un album che presenta una band in continua ricerca e crescita. Il che, tutto sommato, è un bene.

www.karnivool.com.au

giovedì 20 giugno 2013

Karnivool - "We Are" video

Con un po' di ritardo aggiungo al blog questo nuovo imperdibile pezzo dei Karnivool che anticipa l'album Asymmetry in uscita il 19 luglio (solo in Australia per ora).

lunedì 20 maggio 2013

Karnivool - The Refusal (2013) single


I Karnivool stanno per preparare l'uscita del nuovo album a quattro anni di distanza da Sound Awake. Il 19 maggio è stato presentato in anteprima alla radio australiana Triple J The Refusal, primo brano tratto dal nuovo lavoro. Da oggi è possibile ascoltarlo anche in streaming e scaricarlo gratuitamente cliccando qui.



Al momento non c'è una data ufficiale di uscita, né un titolo per l'album, ma ormai penso che manchi poco a notizie più dettagliate. Intanto ecco alcune immagini della band al lavoro in studio.

giovedì 9 dicembre 2010

Floating Me - "Sugar" video


Avevo già citato fugacemente questo nuovo supergruppo australiano quando si stava apprestando a registrare le prime tracce per l'album d'esordio. Bene, ecco arrivato il singolo Sugar, realizzato a novembre, che anticipa l'opera prima che uscirà a marzo.

Il gruppo è così composto: Andrew Gillespie (voce), Antony Brown (chitarra) and Tobias Messiter (tastiere) dagli Scarymother, Jon Stockman (basso) dai Karnivool e Lucius Borich (batteria) dai Cog. Il risultato non mi sembra all'altezza delle aspettative e mi ha lasciato piuttosto indifferente, comunque a voi il giudizio. Ecco il video...



martedì 2 giugno 2009

KARNIVOOL - Sound Awake (2009)


Dopo il discreto esordio con Themata, era lecito aspettarsi un passo avanti dai Karnivool, ma credo che molti si stupiranno per gli inaspettati progressi ai quali è arrivato il quintetto di Perth con Sound Awake. Che lo si veda come post-metal o nu-metal non importa, il suono dei Karnivool è ancora debitore dei Tool, ma con modalità del tutto più accessibili. Come Themata questa caratteristica Sound Awake la conserva ancora, ciò che lo distingue da esso è un livello più profondo di scrittura, composizioni più meditate e arrangiamenti con maggiori variazioni. I pezzi sono infatti più dilatati con punte che superano i dieci minuti nelle conclusive Change e Dead Man. Fondamentalmente su Sound Awake si riparte dalle intuizioni che nel primo album solo C.O.T.E. aveva toccato magistralmente, discostandosi dal resto che si adagiava su un nu-metal abbastanza di maniera. In pratica c'è stato un controllo ed un uso più serrato delle dinamiche e un'attiva volontà nel non seguire percorsi prevedibili.

Da sottolineare che negli oltre 70 minuti di musica su Sound Awake non ci si imbatte mai in un brano mediocre, tutti mantengono un alto livello qualitativo. Curiosamente l'unico pezzo un po' più debole degli altri (e che in un primo momento aveva scoraggiato le mie attese) è proprio il singolo Set Fire to the Hive, con il quale non ci si rende veramente conto del progresso sonoro dei Karnivool. Una decisione infelice quella di scegliere come apripista questo brano. Per fortuna che l'apertura di Simple Boy mette subito le cose in chiaro, con una sequenza di arpeggi distorti che definirei ancestrali, catapultando i nostri sensi in una sorta di quieta apocalisse.

La sceneggiatura dei Karnivool molto spesso segue i parametri dettati dai Tool, con l'intensità del pezzo che cresce dopo ogni esposizione strutturale ed in seguito esplode nella catarsi finale.
Umbra è architettata appositamente per confondere, attraverso piccole deviazioni e depistaggi che si stabilizzeranno solo dopo qualche ascolto. Grandi meriti vanno riconosciuti alle chitarre di Drew Goddard e Mark Hosking che si concentrano non tanto sui soliti riff metallari, ma su arpeggi intrecciati e note riverberate, mentre il basso di Jon Stockman utilizza le stesse sonorità di Justin Chancellor come su All I Know. Infine la notevole voce di Ian Kenny interpreta con sentita partecipazione il tutto, donando espressività e dinamica al tour de force progressivo di Dead Man, alla drammatica New Day e alla lunga tirata di Change. Una maturazione davvero notevole, che, come riprova, viene testimoniata anche da brani più lineari come Caudal Lure, Goliath o Illumine, lontani parenti di ciò che fu Themata e generati da una padronanza di scrittura ormai acquisita.

L'album è stato caricato in anteprima sulla pagina MySpace del gruppo (una pratica sempre più diffusa tra gli artisti) e finché siete in tempo ve lo potete ascoltare in streaming, ma a bassa qualità s'intende.

www.myspace.com/karnivool

martedì 24 marzo 2009

Frammenti e Anticipazioni 7 - Karnivool

Il gruppo australiano Karnivool è stato di volta in volta accostato ai vari gruppi Nu Metal, ma anche ai Tool che portano in seno germi progressivi e che si possono aggiungere alla frangia intellettuale del prog metal.

I Karnivool, con il loro primo album Themata, avevano accontentato un po' tutti: amanti del Nu Metal e amanti del progressive metal, e si sono andati ad infilare in questa specie di Rinascimento alt-metal australiano che conta altre band come Cog, The Butterfly Effect e Dead Letter Circus.

La band ha appena completato il suo secondo album che sembra sarà un passo avanti rispetto al primo, ma, a giudicare da ciò che trapela, anche un passo verso sonorità più progressive.
Il primo singolo è previsto per aprile e si intitolerà Set Fire To The Hive.

Il video proposto qui sotto invece è l'esibizione live di Dead Man, brano che probabilmente sarà contenuto nel secondo lavoro.





www.myspace.com/karnivool