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domenica 19 ottobre 2014

STEPFRIENDS - All We've Got (2014)


Ascoltando in anteprima solo pochi brani degli Stepfriends credevo di aver capito la loro direzione stilistica. Invece ho scoperto che nel disco di esordio All We've Got c'è molto di più. L'album è un eterogeneo assortimento di piccoli gioielli pop emocore che si rispecchiano in questo genere sotto vari aspetti, brevi canzoni che compilano un lavoro altrettanto conciso dalla durata di poco più di mezz'ora, ma sufficiente per sviscerare tutto ciò che il gruppo ha da dire.

Gli Stepfriends nascono dall'impulso dei due amici Johnny Lucas e Greg McClure che iniziano a scrivere insieme alcune canzoni e poi decidono di registrarle con l'aiuto e la supervisione di Steve Sopchak, proprietario degli Square Sudios di Syracuse. Nasce così All We've Got, una cornucopia di melodie sognanti e malinconiche, vibranti polifonie vocali ben calibrate e un songwriting che evoca la miglior tradizione del rock altrenativo americano. Quiet Place e Collide Collapse si stagliano, ad esempio, come assoluti capolavori di questa arte che coniuga la vitalità del grunge anni '90 e un pizzico di progressive rock nelle loro soluzioni armoniche. In questo, se aggiungiamo il canto di Lucas, gli Stepfriends possono ricordare dei Circa Survive più introspettivi e romantici, ritrovando affinità con il gruppo di Anthony Green anche nelle acute atmosfere psichedeliche di Renovation.

Gli Stepfriends intarsiano arpeggi incrociati e deliziose armonie chitarristiche elettroacustiche su Scared to Death e poi puntano dritti al cuore delle strade del "midwest emo" - recentemente tornato alla ribalta nella splendida forma di Sleep In. e Into It.Over It. - con Strangers, Friends, and Pictures e Leaves. Ma All We've Got pulsa anche di immediatezza indie rock nella semplicità di I Know You, dove ritroviamo quello sbrigativo e innato senso per il pop vintage di Jenny Toomey, poi ci sono lo swing di The Open Road, l'electro-lounge di Snow Day: in breve un album vario, ma unitario nel rendere l'idea di come si è trasformato il moderno emo americano.

All We've Got sarà disponibile in versione digitale a partire dal 21 ottobre, mentre un'edizione limitata in vinile si può pre-ordinare sul sito della intheclouds Records e sarà spedita all'inizio di dicembre.


venerdì 18 luglio 2014

Altprogcore July discoveries (part 2)

Apriamo la seconda parte di nuove proposte musicali presentandovi due validissime band provenienti da Boston, entrambe uscite da quella fabbrica di talenti che è il Berklee College of Music. I Bent Knee sono una strana creatura, non propriamente Prog, ma piuttosto art rock nella sua accezione più vasta. Nel loro sound vi sono racchiusi alternative, folk, elettronica, avant-rock e pop rock sperimentale, se tutto ciò può avere senso. Le loro canzoni costruiscono pathos con pazienza, partendo in maniera sommessa e arrivando al climax, più che a un chorus, lentamente, oppure esplodendo improvvisamente. Una personalissima impressione me li farebbe definire come la Dave Matthews Band che incontra gli Sleepytime Gorilla Museum mentre suonano pop. Shiny Eyed Babies è in uscita a novembre.






Il secondo gruppo è molto diverso. Diciamo che i Mals Totem cercano di portare l'hard rock in territori progressivi con ritmiche elaborate, cambi di atmosfera e aggiungendo accanto ai soliti riff progressioni armoniche fusion. Ad ogni modo, di fondo, il loro EP è una bordata di energia supportata anche dal talento del cantante Dave Vives, che ha veramente una voce notevole (ascoltatevi Mastless) e lo potete controllare voi stessi in questa cover di Whole Lotta Love eseguita dal vivo di fronte nientemeno che a Jimmy Page in persona. Ad una prima impressione mi hanno fatto venire in mente una versione prog jazz degli Extreme, ma dentro si sentono le influenze e l'estro dei SuperVolcano, un'altra band, guarda caso, di Boston segnalata qualche tempo fa in questo blog.




Ho conosciuto gli Stepfriends tramite la carinissima etichetta Intheclouds Records, che pubblica esclusivamente vinili con artwork artigianali fantastici, che ha messo sotto contratto il gruppo e dovrebbe far uscire All We've Got entro la fine del mese. Dalle poche canzoni ascoltate in preview (alcune le potete trovare anche qui), All We've Got dovrebbe essere un gran disco. Sonorità che ricordano il midwest emo degli Into It. Over It. si fondono con il prog altrenativo dei Circa Survive.




Ho scoperto i The Mercury Tree grazie ad una segnalazione del blog AllMediaReviews e devo dire che sono rimasto impressionato da queste due tracce, soprattutto la seconda Secret a Matrix. Il prog rock di questa band possiede un approccio alla materia altrettanto peculiare come quello proposto dai Bubblemath e da Mike Keneally. Oltre a questo split EP (condiviso con i Red Forman), andando a ritroso, ho provato ad ascoltare l'album Freeze in Fanthom Form del 2012, ma non ha avuto lo stesso impatto. Comunque i The Mercury Tree hanno un album in uscita previsto per la fine di agosto. Vedremo se manterranno l'ispirazione.




Gli A Formal Horse sono un quartetto di Southapton che divide equamente i brani tra parti strumentali e cantate (dalla fronwoman di Francesca Lewis). Il progressive rock suonato dal gruppo è da loro stesso definito vicino alle atmosfere di King Crimson e Mahavishnu Orchestra e, in effetti, l'interplay tra la chitarra e la sezione ritmica fa proprio pensare ai primi. La voce della Lewis aggiunge un tocco di dolcezza che mi ricorda il prog rock canterburiano dei Thieves' Kitchen.