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martedì 2 agosto 2022

Extra Life - Secular Works, Vol. 2 (2022)



Mai dare per scontato che un capitolo chiuso del tuo passato torni a rivelarsi nel presente con nuovo vigore e rinnovata forma. Dieci anni fa il chitarrista Charlie Looker, apprezzato compositore d'avanguardia che ha spaziato dal metal al jazz, aveva abbandonato il suo progetto musicale Extra Life, incentrato su un oscuro math rock avant-garde imbevuto di suggestioni medievali, per dedicarsi al metal sperimentale dei Psalm Zero. Poi è successo che durante il lockdown Looker, lavorando su alcune nuove composizioni, non era pienamente convinto che il loro stile si adattasse alla sua recente direzione musicale, ma gli sembravano molto in linea con quanto fatto dagli Extra Life. E' stato così che Secular Works, Vol. 2 è venuto alla luce in modo del tutto inaspettato, collegandosi con il titolo direttamente al primo album del gruppo pubblicato nel 2008 come a riprendere un legame spezzato e adattarlo ai tempi contemporanei.

La sorpresa è stata maggiore all'annuncio della nuova line-up che, accanto al sodale Caley Monahon-Ward alla viola e al violino, si sono aggiunti Toby Driver al basso e Gil Chevigné alla batteria. Un connubio che più azzeccato non si potrebbe visto che il primo ha viaggiato (e viaggia) a latitudini molto simili a quelle di Looker con Kayo Dot e maudlin of the Well, mentre il secondo proviene dalla band belga Helium Horse Fly, anch'essa vicina alla linea poetica gotico-progressive di Looker. Se questi nomi non bastassero si potrebbero aggiungere alla lista gruppi unici e non convenzionali come Time of Orchids, 5uu's e Voice Coils, giusto per farsi un'idea per capire meglio da che parti siamo.

Looker deve aver fatto tesoro di tutte le sue esperienze in questi dieci anni, poiché Secular Works, Vol. 2 non solo prosegue con coerenza il percorso degli Extra Life, ma gli infonde una potenza e una vitalità finora sepolte sotto la superficie degli strati di filologia medioevale e dalla veste dark elegiaco-sperimentale. Non che questo album sacrifichi tali elementi in favore di una maggiore intelligibilità, però le composizioni vibrano di una complessità che ribolle in un continuo e convulso groviglio di poliritmie dinamicamente incontrollabili e trame strumentali che si ispessiscono progressivamente in intricate consonanze/dissonanze, il cui confine armonico rimane labile e sottile. Il peculiare cantato di Looker accentua tale sensazione adottando, come consuetudine per questo progetto, un'impostazione da melisma gregoriano, un'epoca dove ancora i saliscendi vocali erano indicati non dalle note ma dai neumi. Anche se Looker non esagera da questo punto di vista, è forse la caratteristica che crea il legame più accentuato con la musica medioevale, che si riverbera e si collega nel possente tessuto strumentale, facendone risaltare le suggestioni da musica antica.

In realtà però le tracce di Secular Works, Vol. 2 sono un perfetto crocevia di tradizione riletta e adattata al presente, utilizzando la stessa veemenza dei Tool e l'accademico math rock dei King Crimson spinto all'eccesso. In luce di tali caratteristiche non ci troviamo di fronte ad un album metal, forse l'approccio al materiale denota un'attitudine simile, ma la resa è assolutamente una sovrapposizione di più generi. La spettacolare What is Carved, che si dipana spedita tra il tribale e il solenne, pone l'accento sulle sfumature percussive, per la quantità di timbriche utilizzate e per cellule ritmiche che creano deviazioni e sorprese, mentre sostengono un tappeto melodico futuristico-mediorientale. Anche Coming Apart trattiene la stessa aura solenne, ma questa volta è come fosse un rito ecclesiastico che diviene sempre più mistico e psichedelico. Per la sua cadenza lenta ma inesorabile sembra di assistere all'esoterica trilogia finale di Lateralus, ma con una presa di coscienza corale e una visione meno ermetica e più maestosa. The Play of Tooth and Claw si apre alla parte acustica dell'album come una ballata quasi allegra per il suo ritmo sostenuto, di contro We Are Not the Same prosegue sulla scia acustica ma con un arpeggio malinconico e dai connotati da canto antico.

What's Been Lost è il momento più aderente ai dettami da ars nova, a metà strada tra un inno e un lamento per sola voce, prende forma come gli esperimenti a cavallo tra le ere dei Gentle Giant, senza però indulgere in virtuosismi. La fanfara che apre Diagonal Power funge da esposizione introduttiva e pretesto per una sua sfaccettata rielaborazione che si perpetua in cunicoli di complesse varianti fino all'ossessiva coda finale. Già in questo brano, che è l'unico scelto per essere ascoltato in streaming, si assapora tutta la tensione del gruppo che pervade l'album nella sua interezza: l'indomabile tribalismo della batteria di Chevigné e il basso distorto di Driver che pulsa massicce note gotiche primordiali. How to Die con la sua desolante bellezza non potrebbe chiudere meglio il lavoro, sostenuta solo da un ammaliante arpeggio acustico e la voce di Looker che spesso rimane solitaria per aumentare l'effetto drammatico, si trasforma nella parte conclusiva in un mottetto alla Palestrina. Secular Works, Vol. 2 risuona così come un riuscito esperimento di post rock e avant-prog calato in atmosfere di tradizioni ancestrali, plumbee e alchemiche, rinvigorite dagli spasmi violenti e geometrici del math rock. 

Uno dei motivi che ha spinto Looker alla decisione di una reunion degli Extra Life è stato sapere che finora in molti ritenevano il lavoro migliore della sua ventennale carriera il primo album Secular Works. Quindi come una sfida si è detto "perché non provare a superarlo sullo stesso piano?" Beh, con una mossa inaspettata e per nulla scontata c'è sicuramente riuscito.

 

giovedì 18 settembre 2014

Kayo Dot - Coffins on Io (2014)

 
Devo essere sincero, il loro ultimo osannato album Hubardo, l'ho trovato alquanto deludente. Dato però che ripongo molta stima nei confronti di Toby Driver, so che da lui c'è da aspettarsi sempre qualche sorpresa. E infatti il nuovo lavoro dei Kayo Dot Coffins on Io, in uscita il 16 ottobre, dovrebbe sancire un nuovo cambio di rotta nel loro stile che sarà, a detta dello stesso Driver, vicino ad un sound post apocalittico tra la colonna sonora di Blade Runner e una combinazione sexy tra Type O Negative, Peter Gabriel, Sisters of Mercy.

Ecco in anteprima l'album in streaming




www.kayodot.net

venerdì 30 agosto 2013

KAYO DOT - Hubardo (2013)


Che Toby Driver, mente e leader indiscusso dei Kayo Dot e (prima) dei maudlin of the Well, fosse un imprevedibile sperimentatore non c'erano dubbi. E infatti, per il decimo anniversario dei Kayo Dot che cade quest'anno, ha deciso di spingere le cose all'eccesso. Hubardo nelle intenzioni di Driver, più che un album, vorrebbe essere una celebrazione della sua carriera musicale, mettendo sul piatto un pugno di composizioni che rispecchino a tutto campo quanto finora da lui prodotto con i suoi due gruppi principali. E' chiaro che lo spettro sonoro è molto ampio, partendo dal death metal spinto, fino alle sue varie declinazioni, passando attraverso l'avant rock e il jazz sperimentale.

Nel monumentale calderone vagheggiato da Driver (che uscirà in vinile triplo intorno a novembre) sono spalmati circa 100 minuti di musica estrema. Ma non nel senso che qualcuno si potrebbe aspettare. Infatti Driver in passato è stato sicuramente più all'avanguardia. Su Hubardo viene sacrificata la sperimentazione in nome dell'eclettismo. Le composizioni e la voce di Toby in realtà appaiono qui molto più normali e ortodosse del solito (a parte quando si cimenta nei famigerati growl). Gli elementi con i quali si vuol sorprendere sembrano essere piuttosto gli accostamenti improbabili, e stavolta forzati, dei vari stilemi che finiscono per confondere e disorientare. Qui della magia esoterica dei maudlin of the Well, la stessa che ha portato ad un capolavoro come Part the Second, non vi è traccia, così come non si scorgono le spaziali e aleatorie trame dei primi Kayo Dot.



La cifra stilistica di Hubardo sembra essere l'esagerazione. Basterebbe il pauroso poema growl di The Black Stone - un insostenibile doom slo-core di quasi 11 minuti - per capire l'intransigenza austera di un autore che fa di tutto per non farsi amare. I Kayo Dot sono trasformati, regrediti ad una specie di maudlin of the Well primegeni, privati però dell'anticonformismo psichedelico con il quale erano soliti sondare il metal. La singolarità dei dischi di Driver era trasportarci in terreni inesplorati, ma qui non c'è nulla che band come Voivod non abbiano già provato a fare. Hubardo porta con sé un altro difetto non da poco: anche se l'album è composto da più aspetti stilistici, quello che rimane veramente all'ascoltatore è la ferocia psicopatica delle parti di avant-garde metal (Zlida Caosaji (To Water the Earth), Vision Adjustment to Another Wavelenght, Floodgate) come fossero una sezione evidenziata in grassetto di un discorso molto più ampio e complesso.

A fare da contraltare ci pensano episodi dimenticabili come il sermone infinito (13 minuti) di The Second Operation (Lunar Water) e la depressione dark di The First Matter (Saturn in the Guise of Sadness), quasi in odore post punk alla Joy Division se non fosse per quella sua straniante cadenza al rallentatore. L'incontinenza della jam The Wait of the World (14 minuti) si spacca tra jazz e psichedelia, ma anche in questo caso risulta vuota e noiosa. Due aggettivi che sono un po' la summa di questa opera e dispiace davvero perché Toby Driver è stato una delle figure chiave dell'avanguardia rock statunitense, ma con gli ultimi lavori sembra aver perso l'ispirazione. Mi aspettavo molto da Hubardo e la delusione, purtroppo, è stata proporzionale all'aspettativa.

Tracklist:

1. The Black Stone (10:38)
2. Crown-In-The-Muck (8:54)
3. Thief (6:52)
4. Vision Adjustment To Another Wavelength (4:53)
5. Zodelida Caosaji (To Water The Earth) (5:26)
6. The First Matter (Saturn In The Guise Of Sadness) (9:29)
7. The Second Operation (Lunar Water) (13:19)
8. Floodgate (7:23)
9. And He Built Him A Boat (7:28)
10. Passing The River (10:12)
11. The Wait Of The World (14:23)

www.kayodot.net

domenica 26 maggio 2013

Infantephant - Cyclelicoptippopacalypse EP (2013)


Se non fosse per la poca notorietà di Eric Fitzgerald (voce, chitarra), David Bodie (batteria) e Keith Abrams (basso), questi Infantephant potrebbero essere definiti un supergruppo a tutti gli effetti, in quanto sono ex membri di band come Time of Orchids, Kayo Dot, maudlin of the Well e Pak. Comunque è appena stato reso disponibile questo EP di esordio che è veramente vicino, come stile, agli ultimi Time of Orchids, intricato e cervellotico quanto basta. Nelle note di presentazione i tre citano come ispirazione, tra gli altri, Gentle Giant, Meshuggah e Cheer Accident. 


giovedì 1 marzo 2012

Ristampe maudlin of the Well - "Bath", "Leaving Your Body Map", "Part the Second"


L'etichetta Blood Music, dopo aver ristampato in vinile gli album-capolavoro dei maudlin of the Well Bath e Leaving Your Body Map, ha deciso di ristamparli anche in CD insieme a Part The Second, in un'edizione limitata di 300 copie. I pre-ordini iniziano oggi e la data di pubblicazione è il 13 aprile.

Di seguito il comunicato della label:

Blood Music will be re-releasing maudlin of the Well's classic companion albums: "Bath" and "Leaving Your Body Map" on CD. These CD's have been heavily sought after and long out-of-print for nearly 5 years. Additionally, Blood Music will be releasing for the the first time in CD history: maudlin of the Well's 2009 masterpiece, "Part the Second."

The specs are as follows:

* Each disc will be limited to a run of 300 copies.

* A limited number of copies (75 each) will be hand-signed by Toby Driver.

* All 3 albums will be presented as originally recorded/mastered to preserve sound quality.

* "Bath" and "Leaving Your Body Map" will each have one never-before-heard bonus track from the band's "Begat of the Haunted Oak" demo from 1997.

* The track for "Bath" will be the never-before-heard "The Bleeding Month," motW's early demo version of "Girl with a Watering Can" with alternate male vocals.

* The track for "Leaving Your Body Map" will be the never-before-heard "Banquet of Dis," motW's early psychedelic demo version of "Riseth He, the Numberless 1 & 2"

* Price point is *estimated* at 12 euros shipped per CD worldwide (signed CD's will cost a tiny bit extra).

* Pre-order date will be March 1st.

* Discs will be pressed and shipped by the first week of April.




www.blood-music.com

mercoledì 19 ottobre 2011

maudlin of the Well - "Bath" + "Leaving Your Body Map" 4 LP box set



La Antithetic Records ha annunciato l'inizio dei pre-ordini (il 21 ottobre) per il già annunciato box set a edizione limitata (500 in tutto) dei due album capolavoro dei maudlin of the Well. L'annuncio è un po' un evento perchè i due CD originali sono da tempo fuori catalogo e hanno raggiunto prezzi proibitivi. Anche questo box set non sarà molto economico (65 euro + spese di spedizione), ma è un'occasione da non perdere per chi non ha mai avuto tra le mani queste due opere essenziali di avant-garde metal.

Questa edizione speciale sarà naturalmente curatissima a partire dai bonus gadget inclusi a coloro che ordineranno in anteprima il tutto. I dettagli li potete leggere sul sito Blood Music che ha l'incarico di prendere i pre-ordini per l'Europa. Ancora non c'è una data di pubblicazione precisa, anche se sperano di avere tutto pronto per la fine dell'anno, dato che i pre-ordini aiuteranno a finanziare la partenza della produzione.

martedì 20 aprile 2010

KAYO DOT - Coyote (2010)


Toby Driver, dopo averci regalato (nel vero senso del termine) con i maudlin of the Well un capolavoro come Part the Second, torna ai Kayo Dot con un album a dir poco intenso. Come sempre, quando si tratta di Driver, la materia musicale non è mai banale e questa volta non lo è neanche la parte lirica, curata dall'amica del gruppo Yuko Sueta durante la sua malattia terminale (cancro). Il concept del lavoro, che prende le mosse proprio dalla malattia della Sueta, però non vuole pretendere di raccontare la sua storia personale, ma più che altro un percorso dove ognuno può riconoscersi. E chi meglio dei Kayo Dot avrebbe potuto narrare in musica questo dramma?

La già disturbante musica dei Kayo Dot lo diviene ancora di più su Coyote che si apre sulle note dolenti e strazianti di Calonyction Girl che parte con la voce delirante di Driver e uno scarno accompagnamento del violino di Mia Matsumiya, per poi dipanarsi in un concerto per ensemble con dinamiche casuali. Le tribolazioni terrene della povera Sueta prendono forma nelle dissonanze aleatorie di Whisper Ineffable, dove Driver sembra descrivere efficacemente le paure di fronte alla consapevolezza del nostro destino e, allo stesso tempo, dell'ignota sorte che ci attende nell'aldilà. Le due parti di Abyss Hinge rianimano leggermente l'atmosfera. Lo zenith lo raggiunge la seconda parte - con i suoi 13 minuti - un concerto psichedelico per orchestra che contrappone e amalgama da una parte la rock band d'avanguardia (tipo Three Mile Pilot) con basso e metallofoni e dall'altra le note reiterate dei fiati, disorganiche ma mai così efficaci.

Un lavoro terapeutico, per essere coscienti che tutto ha una fine - anche l'universo - e per questo, pur non essendo per tutti i gusti, Coyote è un album universale, un salto nell'ignoto dove ognuno può trovare la propria chiave di lettura e forse, alla fine, apprezzare anche il privilegio di ignorare il momento della nostra fine individuale. Di più estremo nel riuscire a descrivere con tanta disperazione l'ineluttabilità di un destino segnato mi viene in mente solo Diamanda Galás. Ora, magari, andatevi a leggere qualcosa di più allegro.



venerdì 11 dicembre 2009

Tra gli album che recensirò prossimamente c'è A Time for Rust dei Baliset. Mente del gruppo è il chitarrista Greg Massi, partner di Toby Driver nei Kayo Dot e maudlin of the Well.
Per ora non dirò altro e approfondirò nella recensione.

Vorrei invece soffermarmi sulla scelta del nome della band che si riferisce ad uno strumento di fantasia inventato dallo scrittore Frank Herbert nel suo romanzo di fantascienza Dune. Il Baliset viene descritto come uno strumento a nove corde e su Dune è suonato spesso dal personaggio di Garney Helleck.

Per farsi un'idea, è curioso vedere questa sequenza , tagliata in seguito dalla versione definitiva, tratta dal film Dune di David Lynch dove lo strumento viene fatto "interpretare" da un Chapman Stick customizzato (diciamo così).

Per chi fosse interessato, il breve pezzo che si sente nella sequenza, è tratto da Backyard, scritto e suonato da Emmett Chapman ed incluso nel suo album Parallel Galaxy.

martedì 8 dicembre 2009

Kayo Dot - Coyote (2010)


Dopo averci deliziato (termine riduttivo) con il nuovo album dei maudlin of the Well Part the Second (che, vorrei ribadirlo, è un CAPOLAVORO), Toby Driver torna ai suoi Kayo Dot per dare alle stampe il quarto capitolo di una delle discografie più orginali del decennio.

Coyote (questo il titolo) è annunciato per i primi mesi del 2010 (forse febbraio) e viene descritto con queste parole nel sito web ufficiale della band :

Coyote, Kayo Dot's fourth studio album, is a single, narrative-driven, long-form composition written with story and text provided by a close, terminally-ill friend of the band, Yuko Sueta, in the final stage of her life. Coyote was once again engineered by Randall Dunn (Sunn 0)), Earth, Six Organs of Admittance) in Seattle, Washington, forging a new genre of "goth fusion" which combines elements of early Cure, Faith And The Muse, and Bauhaus with Herbie Hancock's psychedelic album, Sextant, and Scott Walker's recent album, The Drift. The lyrics and story were constructed with deliberate melodrama to pay homage as well to the intended gothic vibe, expressing the protagonist's loneliness and longing to be in a better place, and her journey through her own personal looking-glass through a hallucinatory world of fear and wonder. The musical objective this time around was to create a piece of music that uses the sonic aesthetic of this specific era of gothic art-rock integrated with a more modern-classical approach to form and architecture. To achieve this, Kayo Dot has put together a new instrumentation, which features trumpet (provided by former Candiria and Friendly Bears trumpet player Tim Byrnes) and alto saxophone at the lead, backed up by violin, keyboards, piano, organ, bass guitar, percussion, and a pronounced lack of guitar across the album. This album also marks the return of former Kayo Dot member, Terran Olson, whose contributions were heard on the band's 2003 debut, Choirs of the Eye, as well as with Kayo Dot's alter-ego, maudlin of the Well. The music is also more rhythmically-driven than any previous Kayo Dot work, and being a performance-oriented composition, it was recorded mostly live (similar to 2006's Dowsing Anemone With Copper Tongue). Coyote also brings back some of the aggression absent from 2008's Blue Lambency Downward.

Un brano tratto da Coyote si può ascoltare in anteprima qui. L'effettiva difficoltà della proposta musicale dei Kayo Dot si ripresenta implacabilmente anche su questa Whisper Ineffable e continua il cammino di Driver in territori musicali mai frequentati.

domenica 13 settembre 2009

MAUDLIN OF THE WELL - Part the Second (2009)



Allora, attenti, perchè questo è un capolavoro e come tale va maneggiato con cura. Solo un genio come Toby Driver avrebbe potuto concepire una tale meraviglia. Breve storia: i maudlin of the Well sono un gruppo di Boston formato nel 1996 e con tre album all'attivo. Suonano un misto di psichedelia, doom e death metal progressive e avanguardia che chiamano astral metal. Nel 2003 si sciolgono e il leader Toby Driver dà vita ai Kayo Dot, con i quali ha proseguito il discorso dei motW, registrando (sinora) tre album. Nel 2008 la sorpresa è che i maudlin of the Well non solo si sono riuniti, ma stanno cercando di registrare un nuovo lavoro finanziato con il generoso contributo di alcuni fan (citati nel sito ufficiale - uno ad uno - come produttori esecutivi!). Infine, nel maggio di quest'anno, viene reso pubblico Part the Second - che è il culmine del loro percorso artistico - in download gratuito tramite il sito del gruppo.

I maudlin of the Well reinterpretano in questo lavoro vecchi brani del loro repertorio, impossibili da paragonare agli originali, in quanto stravolti e ammodernati con l’ausilio dell’orchestra. Se nei conservatori si prendesse in esame come materia di studio anche la contaminazione della musica classica rispetto agli altri generi, quest’opera dovrebbe diventare il testo di base con cui confrontarsi. Part the Second è talmente esaltante e diverso da ciò che si ascolta oggi in giro che sembra arrivare da una dimensione parallela. Un colpo di genio degno del miglior Frank Zappa. La visione di Driver si estende senza preconcetti a qualsiasi tipo di lessico musicale che sia rock, classica, jazz, ambient o metal. Part the Second li amalgama, li fa convivere e procreare in un’azione continua ed attiva. Il metal è per lo più assente, tanto che anche i tipici growl usati in passato sono scomparsi, cosa che giova alla musica per renderla più diretta e universale, di modo che, anche chi avesse pregiudizi, può fruire e condividere tale meraviglia.

An Excerpt from 6,000,000,000,000 Miles Before the First, or, the Revisitation of the Blue Ghost è concepita come una sinfonia psichedelica ma è molto di più. I criteri di composizione sono sempre liberi e slegati da parametri formali come sui Kayo Dot, ma assumono un grado di fluidità e sicurezza che la band precedente non aveva ancora raggiunto. Another Excerpt: Keep Light Near You, Even When Dying è un rock da camera postmoderno nel quale i vari contrappunti tra archi, pianoforte e chitarra danno luogo ad un brano epico e schizofrenico. Rose Quartz Turning to Glass si rifà al minimalismo ed è il brano più irregolare e melodrammatico, quest’ultima caratteristica derivata dal violino di Mia Matsumiya, protagonista assoluto (il violino), che si esprime anche in un addolorato assolo. Clover Garland Island, dopo un inizio caotico, si sfoga con soli blues di chitarra, pallido funk e finestre aperte sull’avant-garde che ricordano i Kayo Dot. Laboratories of the Invisible World (Rollerskating the Cosmic Palmistric Postborder) è un moderno esperimento di progressive rock che fa uso dell’aggressività dei Mars Volta ed intervalla multiformi riff (cosmici e sanguigni alla stesso tempo) con psicotiche parti cantate.

Part the Second descrive lucidamente a cosa dovrebbe ambire il progressive rock contemporaneo e lo fa con una naturalezza che sembra scontata ai musicisti coinvolti (provandone così la loro grandezza), ma che lascia una traccia indelebile nell’evoluzione musicale. Un fatto che probabilmente in futuro non verrà mai rimarcato, poiché, a concepire ciò, è stata una band sconosciuta e non il divo alternativo di turno del quale parlano tutte le riviste più cool e di tendenza.