Come vi sarete accorti altprogcore dall'inizio dell'anno è in una fase dormiente. La cosa è dipesa da vari fattori già calcolati, ma quello che ha preso un po' il sopravvento ultimamente, anche in modo inaspettato, è il trovarsi di fronte ad un anno finora privo di uscite interessanti. Siamo quasi a fine marzo e le pubblicazioni meritevoli sono veramente scarse. Non parlo eventualmente della necessità di capolavori, ma almeno qualcosa che sappia accendere un interesse più alto della media. Anche negli album di più rilievo come quelli di Steven Wilson, echolyn, Dim Gray, Coheed and Cambria, Eidola, CKRAFT, non ho trovato quella scintilla che avrebbe potuto elevare sopra la media (almeno di questo anno) lavori comunque molto attesi. Nel portare avanti un discorso musicale che possa tenere sempre la curiosità alta il 2025 sta un po' deludendo, ma volevo comunque avere modo di segnalare alcuni titoli degni (almeno i primi tre) e altri abbastanza interessanti ma nulla di miracoloso (gli altri), nella speranza di fare cosa gradita.
sabato 22 marzo 2025
Recap di un anno musicalmente iniziato malissimo
Come vi sarete accorti altprogcore dall'inizio dell'anno è in una fase dormiente. La cosa è dipesa da vari fattori già calcolati, ma quello che ha preso un po' il sopravvento ultimamente, anche in modo inaspettato, è il trovarsi di fronte ad un anno finora privo di uscite interessanti. Siamo quasi a fine marzo e le pubblicazioni meritevoli sono veramente scarse. Non parlo eventualmente della necessità di capolavori, ma almeno qualcosa che sappia accendere un interesse più alto della media. Anche negli album di più rilievo come quelli di Steven Wilson, echolyn, Dim Gray, Coheed and Cambria, Eidola, CKRAFT, non ho trovato quella scintilla che avrebbe potuto elevare sopra la media (almeno di questo anno) lavori comunque molto attesi. Nel portare avanti un discorso musicale che possa tenere sempre la curiosità alta il 2025 sta un po' deludendo, ma volevo comunque avere modo di segnalare alcuni titoli degni (almeno i primi tre) e altri abbastanza interessanti ma nulla di miracoloso (gli altri), nella speranza di fare cosa gradita.
domenica 1 dicembre 2024
Martin Grech - Phantasmagoria EP e altre novità
Dopo aver consegnato alla storia un capolavoro come Hush Mortal Core nel 2020, qualcosa si sta lentamente smuovendo nel mondo di Martin Grech. L'artista ha i suoi tempi, oltretutto nel lungo periodo di silenzio che ha seguito March of the Lonely (2007), è diventato molto severo e selettivo nei confronti della propria produzione, scartando e archiviando idee per interi album (prima di Hush Mortal Core ne sono stati abortiti addirittura due).
giovedì 21 novembre 2024
Atomic Guava - Beach Episode EP (2024)
Due anni fa gli Atomic Guava con l'esordio Peasants of the Future avevano mostrato una discreta carica sovversiva nell'affrontare il prog metal, spingendo l'acceleratore su aggressività e melodia, djent selvaggio e synthpop giapponese, virtuosismi fusion e math rock, tutto affrontato con molta ironia senza prendersi troppo sul serio. Adesso il quintetto capitanato dalla coppia Martin Gonzalez (chitarra) e Elizabeth Hull (voce) pubblica il nuovo EP Beach Episode con quattro tracce e scritto in soli quattro giorni, come fosse una sfida. Le canzoni, pur avendo per questo motivo un impatto più diretto, non mancano di mostrare arrangiamenti avventurosi e spunti interessanti a livello tematico.
domenica 3 novembre 2024
Notes from the Edge of the Week #12
- I Gladiolus sono una band australiana che ha deciso di esordire non con un EP ma con un imponente album di 73 minuti. Inertia presenta un solido prog metal che spazia dal melodico all'aggressivo, accompagnando tale scelta con l'alternanza di voci clean e harsh. Data la sua lunghezza, dentro ad Inertia si trovano le tante sfumature di metal che possono andare dall'atmosferico al djent, fino ad arrivare alla fusion con brani che quasi sempre presentano una durata estesa (ad esempio i due tour de force di oltre 10 minuti della title-track e di Flicker). I riferimenti possono essere rintracciati nei Tool, Karnivool e Opeth, però i Gladiolus sono abbastanza accorti da non risultare delle copie carbone senza guizzi. Album notevole, soprattutto nella seconda parte, se si ha la pazienza di arrivarci.
- i Häxa è il nome di un collettivo guidato dalla cantante Rebecca Need-Menear (del duo art rock Avanae e qui potete vederla in azione come backing vocalist di Martin Grech) e dal produttore Peter Miles (TesseracT, Martin Grech, Cestra, Architects, FIZZ). L'omonimo album che viene adesso realizzato nella sua interezza è la somma di quattro EP pubblicati durante il 2024 al cadere dei solstizi ed equinozi. Da questo indizio si capirà che anche il concept dietro al progetto è rilevante e la musica si indirizza verso un dark folk elettronico che richiama l'esoterismo e i rituali pagani degli Sleep Token, anche se musicalmente qui siamo dalle parti di una versione gotica e rarefatta di Julie Christmas e Marjana Semkina. A tratti sperimentale, a tratti art pop sofisticato e atmosferico, i Häxa è un esperimento abbastanza affascinante.
- Devo ammettere che non ero molto ansioso di ascoltare il nuovo album dei riuniti Beardfish anche perché, dopo averli scoperti, apprezzati e seguiti a partire da The Sane Day, da Mammoth in poi li ho visti perdersi in un manierismo ripetitivo che li aveva progressivamente intrappolati in una formula poco interessante. Songs for Beating Hearts invece li riporta ad una buona ispirazione, soprattutto nella prima parte con la suite Out in the Open.
- Uno dei tanti misteri delle dinamiche del mercato musicale è come mai gli Amarionette non godano di un pubblico più vasto. Non dico che debbano sfondare nel mainstream, ma il genere di musica accattivante che producono - una specie di post hardcore imbevuto di funk, nu soul, RnB, disco e synthwave - sembrerebbe fatto apposta per i tempi che stiamo vivendo, dominati da mode retro futuriste con un occhio ai social, dove in genere questi ibridi hanno un appeal privilegiato. C'è chi ha cavalcato questi crossover da molto meno tempo degli Amarionette ed è divenuto comunque più noto di loro. Il nuovo EP AMVIRI II non fa altro che ribadire il potenziale pop-core del gruppo.
martedì 8 ottobre 2024
Guitar and Video Games - Tracce di Progressive Rock nel Post Emo 2018-2024
sabato 10 agosto 2024
Summer math rock roundup
Il trio di Seattle No Edits, che in origine si chiamava Fixtures, si ripresenta con un convincente e ruvido lavoro dal titolo We All End Up the Same. I No Edits con cognizione dicono di ispirarsi ai gruppi della label Dischord Records e infatti le loro dinamiche math rock che si sposano con accesi toni post hardcore si rifanno tanto ai Faraquet quanto ai Fugazi con un tocco di meticolosità esecutiva alla Shiner.
I Vower nascono come supergruppo formato da eccellenti ex provenienti da tre band molto apprezzate, ma che si sono sciolte troppo presto, della scena post hardcore, heavy prog inglese. Joe Gosney e Liam Kearley erano rispettivamente chitarrista e batterista dei Black Peaks, poi Rabea Massaad chitarrista nei Toska ed infine dai Palm Reader si aggiungono Rory McLean al basso e Josh McKeown alla voce. L'EP apricity non fa che amalgamare il meglio delle tre band in un continuo saliscendi di metal atmosferico e scariche di pesanti assalti post hardcore.
venerdì 22 dicembre 2023
An introduction to the Life and Music of Kevin Gilbert - The Book
The English translated version of my book about Kevin Gilbert life and music it's finally out. "Reconstructing the career of a figure like Kevin Gilbert is certainly not an easy task. Described by his peers as a "musical genius" for his innate abilities as a multi-instrumentalist and producer, Gilbert also collaborated with top names in the music industry such as Madonna, Sheryl Crow, and Michael Jackson. However, many aspects of his artistic legacy remain unknown to the general public. Drawing from what is already known, along with notes, interviews, and anecdotes that have appeared in magazines and on the web, this essay aims to organize a coherent timeline of Gilbert's musical journey, enriching it with critical analysis of his works and a commented discography."
sabato 11 novembre 2023
Notes from the Edge of the Week #9
- I The Ephemeral sono un quintetto dell'Arizona che suona un progressive post hardcore molto articolato e multitematico, utilizzando sia momenti vocali melodici sia usufruendo di tutto l'arco comprensivo tra scream, harsh e growl. Nonostante quest'ultimo particolare ho trovato il loro album d'esordio Your Burden is Safe With Me una gradevole collezione di idee strumentali, sarà per il fatto che si ispirano ai The Contortionist.
- Il duo australiano Wayside, formato da Thomas Davenport (voce) e Josh Ehmer (chitarra), con il secondo album What Does Your Soul Look Like ha molto affinato il proprio songwriting rispetto all'esordio Shine Onto Me del 2021. In questo caso parliamo di una band che si inserisce nell'ultima ondata grungegaze, che da un po' di tempo ha preso campo nei vari revival stilistici. Nulla di nuovo quindi, ma i due sanno scrivere delle canzoni potenti ed emotive come pochi altri attualmente dentro questo genere.
- Per chi invece fosse in astinenza da swancore, il primo album dei Space Weather, Jaded and Dreaming, sarà sicuramente un ottimo antidoto, specialmente se vi piacciono Dance Gavin Dance e Amarionette.
- Anche se non c'entra nulla con il prog, il nuovo album dei Lonely The Brave, What We Do To Feel (il secondo in cui compare il cantante Jack Bennett), l'ho trovato molto emozionale e sincero. Anche se non è un capolavoro, ho apprezzato l'atmosfera generale, essenziale e con poche variazioni, che va dritta al punto e riesce a rafforzare ogni pezzo grazie alla forza che fa reggere l'uno sull'altro. E' il classico album che forse funziona meglio nella sua totalità che nella scelta di singole tracce.
- Il nuovo acquisto dell'etichetta Big Scary Monsters sono i SUDS, che con il loro esordio The Great Overgrowth si vanno a collocare insieme ai Lakes tra le band più interessanti della new wave midwest emo e math rock inglese, forse con un'inclinazione più alternative pop.
- Se infine vi piace il math rock i due album da non perdere in questo momento sono Get Good dei Good Game e l'omonimo dei Moondling.
sabato 23 settembre 2023
Nuove edizioni dei libri sul progressive rock
mercoledì 20 settembre 2023
The Dear Hunter - Act I Live + Migrant Returned
Nel 2021 i The Dear Hunter suonarono due speciali live stream video in studio reperibili esclusivamente tramite il loro canale Pillar, dove eseguirono per intero gli album Act I: The Lake South, the River North e Act II: The Meaning of, and All Things Regarding Ms. Leading. Adesso la versione audio di Act I è stata pubblicata sia in versione digitale che in vinile, in futuro c'era anche il progetto di realizzare Act II ma al momento non si hanno notizie ufficiali. Oltre a questo, mentre il gruppo continua a lavorare a Sunya (il seguito di Antimai), il 6 ottobre verrà pubblicata in doppio vinile un'edizione speciale dell'album Migrant per celebrarne il decimo anniversario.
sabato 29 luglio 2023
Notes from the Edge of the Week #8
- I chitarristi Joshua De La Victoria e Joseph Anidjar hanno iniziato a collaborare ad un progetto congiunto nell'agosto 2021, lavorando separatamente a distanza. Dopo due anni il risultato sono le nove tracce di raffinato rock progressivo strumentale (e non) che compongono l'album Buy High a nome Portraits, confezionate in un involucro compatto, esse riescono a miscelare math rock, fusion, new age, djent e prog. Con l'aiuto della sezione ritmica degli Intervals, Jacob Umansky (basso) e Troy Wright (batteria), i due musicisti scrivono un piccolo capolavoro di equilibrio e dinamica con delle tracce in cui fanno convivere delicate suggestioni e complicati rompicapo poliritmici soft metal, senza mai sfociare negli aspetti più brutali e aggressivi del djent. Le uniche due canzoni con ospiti vocali, la title-track e Sell Low (con Michael Lessard dei The Contortionist), rispettano piuttosto bene la suddetta dicotomia di cui vive Buy High.
- Poi ci sono loro, gli Arch Echo, ormai un nome di garanzia abbastanza noto nel panorama prog fusion, tanto che, arrivati al terzo album con Final Pitch, si sono concessi le ospitate di Jordan Rudess, Adrián Terrazas-González e l'artwork di copertina realizzato da Hugh Syme (noto per il suo connubio con i Rush). Final Pitch però nulla aggiunge o toglie a quanto già fatto dal quintetto, riproponendo il solito mappazzone prog, fusion, synthwave pompatissimo, se possibile in modo meno brillante dei suoi due predecessori. Resta comunque una giostra di virtuosismo ed evoluzioni che molti si sognano.
- Il chitarrista filippino Gabba Santiago proviene invece da un background differente. Attivo in coppia fin dal 2010 con il batterista Christer de Guia nel duo Degs and Gabba, conosciuto anche come Tom's Story, è stato influenzato da Taking Back Sunday e Circa Survive ed esordisce ora come solista con il disco Recollections. Nella sua musica strumentale non c'è quindi un'accentuata impronta fusion ma, date le premesse, uno spiccato senso per la tecnica math rock e atmosfere emo. Anche in questo caso l'insolito mix crea un lavoro ispirato e ben allestito.
- Michael Astley-Brown è un altro chitarrista, questa volta inglese, che con il suo progetto Maebe pubblica il secondo album Rebirth. Relive. Repeat. Anche Maebe si muove in territori di confine, pur avendo nel suo DNA delle tracce di prog fusion la direzione si inclina maggiormente verso post rock, math rock e emo, a tratti in stile Strawberry Girls.
- Omhouse è una piccola band canadese che alcuni anni fa avevo segnalato grazie ad un gran bel disco di art pop dal titolo Eye to Eye risalente al 2018, stilisticamente vicino allo spirito non conformista degli XTC e di Andy Partridge. Il suo successore Time in Dreaming è un lavoro dal carattere ancora più gentile e pastorale, nella stessa lunghezza d'onda dei The Blue Nile, con canzoni all'apparenza semplici ma mai banali, le quali, pur mantenendo una connotazione pop rock, si possono gustare meglio dedicandogli la giusta attenzione.
venerdì 21 luglio 2023
The Contortionist - Retrospective: Live From Atlanta (2023)
Mentre siamo in attesa solo di un nuovo album di cui ufficialmente ancora non c'è traccia (e sinceramente ho perso le speranze di una sua pubblicazione), i The Contortionist sembra vogliano procrastinarne il più possibile l'uscita con contentini come questo, comunque graditi.
Il live Retrospective: Live From Atlanta, realizzato all'inizio dell'anno esclusivamente come box set contenente sei dischi in vinile ad edizione limitata, è una mega retrospettiva del repertorio della band suonata live in streaming nel 2021, quando ancora soffrivamo per le restrizioni della pandemia. Da oggi questa imponente raccolta è disponibile da ascoltare o acquistare in tutte le piattaforme digitali nel formato che preferite.
1) Early Grave
2) Reimagined
3) Follow
4) Geocentric Confusion
5) Flourish
6) 1979
7) Integration
8) Thrive
9) Solipsis
10) Language I: Intuition
11) Language II: Conspire
Tracklist Set II - Clairvoyant Full Album Set
1) Monochrome
2) Godspeed
3) Reimagined
4) Clairvoyant
5) The Center
6) Absolve
7) Relapse
8) Return to Earth
9) Monochrome (Pensive)
Tracklist Set III - Exoplanet + Intrinsic Set
1) Primal Directive
2) Oscillator
3) Flourish
4) Geocentric Confusion
5) Causality
6) Vessel
7) Solipsis
8) Axiom
9) Exoplanet I: Egress
10) Exoplanet II: Void
11) Exoplanet III: Light
sabato 6 maggio 2023
Introducing Lune Asea
Pur debuttando con un singolo soltanto adesso il gruppo, o se vogliamo possiamo chiamarlo supergruppo, Lune Asea si è costituito nell'ormai lontano 2016 e la cui line-up comprende i due Karnivool John Stockman (tastiere) e Steve Judd (batteria), Leigh Davies (chitarra e voce) dei purtroppo disciolti e sottovalutati Sleep Parade, e che in passato fece parte per un breve periodo dei The Occupants, il progetto musicale messo insieme dai fratelli Gower quando i Cog erano in pausa. Completano il gruppo Adam Perry (basso) e Ben Elphick (chitarra).
martedì 21 febbraio 2023
Dark Star - ...out flew reason (2023)
sabato 28 gennaio 2023
Kill Iconic Fest: la trasversalità del progressive hardcore
Lo scorso 8 gennaio si è tenuto ad Anheim il Kill Iconic Fest sul quale vale la pena soffermarsi un attimo per la particolare line-up che ha portato in scena una sintesi indicativa della piega che ha preso una frangia appartenente al progressive hardcore. Innanzi tutto, come nasce il Kill Iconic Fest? Il festival è stato l'emanazione della Kill Iconic Records, etichetta fondata e gestita a partire dal gennaio 2021 (inizialmente sotto forma di magazine) da Donovan Melero degli Hail the Sun e il manager Sinjin Ayat con lo scopo di promuovere la scena alternativa post hardcore americana, mettendo finora sotto contratto le band Satyr, Gold Necklace, VIS e altri. Andando ad ascoltare la musica di questi artisti si capisce che il confine con altri stili musicali è molto labile, partendo dall'estremo experimental post hardcore dei Satyr fino ad arrivare al math pop infuso di R&B dei Gold Necklace.
Il Kill Iconic Fest non ha fatto altro che estendere tale concetto andando a mettere assieme artisti provenienti da altre etichette, ma tutti collegati ad un passato comune all'interno dell'universo progressive hardcore. Il billboard stesso del festival posiziona i nomi dei protagonisti quasi in modo evolutivo, un'esplicativa sintesi dello sviluppo in versatilità che, dal primario post hardcore, ha portato il pop mainstream a contaminarsi con forme math rock, R&B, dance e persino hip hop.
Partendo in primis dai redivivi e leggendari The Sound of Animals Fighting, formati da membri di RX Bandits, Chiodos e Circa Survive, tornati insieme da poco con l'EP Apeshit e che fecero della loro imprevedibile e audace connessione tra generi sperimentali un fine artistico.
Poi si passa ai The Fall of Troy, storico gruppo che quest'anno celebrerà in tour i venti anni del primo omonimo album e la cui influenza seminale per la nascita e sviluppo del prog hardcore non è mai troppo ricordata. Un disco come Doppelgänger nel 2005 era già molto avanti a ciò che si ascoltava in quel periodo in ambito post hardcore.
I successivi Hail the Sun sono stati proprio tra i beneficiari delle influenze di The Fall of Troy, Circa Survive e Coheed and Cambria e, con il progressivo cambio di traiettoria di queste band, sono diventati un punto di riferimento per chi ricerca un metaforico "fermo immagine sonoro" del caratteristico sound math hardcore.
Tra il ritorno di altre due storiche firme come Sparta e Scary Kids Scaring Kids si passa al math rock degli Strawberry Girls e alle nuove leve Body Thief, che si ispirano ai Circa Survive, e al pop multicolorato di Andrés che include i più disparati crossover stilistici. E infine, tra le cose che sembrano allontanarsi di più da tutto ciò che le hanno precedute, ci sono i Glod Necklace guidati in realtà da tre veterani del math post hardcore come il cantante Kurt Travis che ha militato nei Dance Gavin Dance e negli A Lot Like Birds, il chitarrista Brendon Ewing dei Chon e il batterista Joseph Arrington anch'egli ex A Lot Like Birds. Infine una menzione d'obbligo va a colui che fondò questa band, Michael Franzino, il quale è invece presente con la sua ultima creatura, i Moxy the Band (il loro primo album Dream Feeling è uno degli highlight del 2022), trio synthpop messo insieme con la sua ragazza Amber De La Rosa alla voce e che suonano quanto di più lontano al progressive post hardcore, a riprova della versatilità e dell'evoluzione che ha subito il genere.
mercoledì 25 gennaio 2023
BRUIT ≤ - Parasite (The Boycott Manifesto), il singolo contro Spotify
La band francese BRUIT ≤ che due anni fa se ne era uscita con il sinistro e apprezzato post rock di stampo cameristico-sperimentale di The Machine is burning and now everyone knows it could happen again ha da poco realizzato un singolo singolare (perdonate il gioco di parole). In pratica Parasite (The Boycott Manifesto) è un brano concepito come critica alla piattaforma streaming Spotify ed è l'unica traccia della band che vi si può trovare, ovvero una piccola anomalia per combattere il colosso dall'interno. Il testo del brano in modalità "spoken word" è piuttosto esplicito nei suoi intenti, con tanto di nomi e dati, ma il bello è che me lo sono trovato nel mio personale "discover weekly" e così, considerando gli intenti, mi sembra naturale includere qui la versione streaming presente su Spotify, anche se il brano è disponibile anche su Bandcamp (che al contrario viene lodato).
venerdì 20 gennaio 2023
JYOCHO - 云う透り (As the Gods Say) EP (2023)
I JYOCHO pubblicano oggi il loro terzo EP 云う透り (As the Gods Say) contenente la title-track che segna di nuovo la collaborazione della band con l'autore Junji Ito, essendo la sigla della serie anime Netflix da lui scritta e ideata Japanese Tales of the Macabre. A dispetto dell'argomento horror trattato dalla serie, il brano As the Gods Say apre l'EP in una nota gioiosa e ultra tecnica, dove il chitarrista Daijiro Nakagawa non risparmia le sue evoluzioni virtuosistiche nella sei corde. Ormai il marchio di fabbrica del chitarrista è riconoscibile e queste quattro tracce proseguono su alti livelli il percorso stilistico del gruppo, che avevamo lasciato appena un anno fa con l'album Let's Promise to Be Happy.
mercoledì 11 gennaio 2023
Dieci album (più un EP) attesi nel 2023
- Il 2022 si è chiuso con il nuovo singolo degli Intersphere dal titolo Wanderer e, anche se il suo lancio non ha coinciso con un annuncio di una prossima pubblicazione per un full length, è abbastanza lecito aspettarsi un nuovo lavoro, dato che il precedente The Grand Delusion risale al 2018 e il gruppo ha continuato a lavorare ad intervalli regolari anche in pandemia, alternandosi con concerti in studio e dal vivo. Una tra le cose più recenti realizzate ad esempio è stata l'esecuzione completa dell'album Hold On, Liberty! per celebrare il suo decennale.
- Con due singoli già pubblicati e altri due in programma (il 19 e il 20 gennaio) ormai è imminente l'arrivo del terzo album degli Sleep Token dal titolo Take Me Back to Eden del quale si conosce già artwork e tracklist, ma non la data di uscita ufficiale, che probabilmente sarà svelata a breve. A giudicare dai brani Chokehold e The Summoning il disco potrebbe segnare una crescita ed una angolazione più dinamica nel sound degli Sleep Token.
- Continuando sul filone prog metal/djent, se da una parte i Periphery e i TesseracT stanno scaldando i motori per la promozioni dei loro rispettivi album in uscita (già confermati), sul fronte Contortionist ancora tutto tace. La cosa però dovrebbe cambiare tra non molto, almeno si spera. Nel lontano ottobre 2021 il chitarrista Robby Baca ci informava tramite Instagram che le registrazioni del quinto album dei The Contortionist erano iniziate. Dopo più di un anno non ci sono state altre news ufficiali al riguardo. Gli unici aggiornamenti informali sono trapelati dagli incontri con i fan durante il tour di settembre e ottobre, dove la band ha suonato per intero Language e Exoplanet. I fortunati avventori provvisti di pacchetto VIP hanno potuto ascoltare in anteprima due brani e qualche anticipazione direttamente dai membri. La motivazione di questa lunga attesa e lavorazione è presto detta: pare che il gruppo abbia in cantiere circa 20 brani inediti e che il nuovo album sarà addirittura un doppio, o comunque un disco singolo seguito da un EP, continuando stilisticamente sulla linea di Language, Clairvoyant e Our Bones. L'uscita è prevista tra maggio e giugno e anche un singolo che anticipa il tutto non dovrebbe tardare.
- Già annunciato per il 2023, The Harmony Codex sarà il prossimo album di Steven Wilson che, a detta del suo autore, segnerà un ritorno alla forma prog dopo le controverse incursioni nel pop di To the Bone e The Future Bites. Come egli stesso lo ha definito più chiaramente sarà "epico e senza compromessi" e vedrà il ritorno come ospite alla voce della cantante Ninet Tayeb. Le parole di Wilson: "Penso che le persone a cui piacciono i Porcupine Tree ameranno la direzione di questo nuovo album. Lo trovo molto più epico e privo di compromessi. Si tratta di un lavoro più complesso e imprevedibile sotto diversi aspetti. Dopo l'esperienza d'ascolto a cui le persone si sono sottoposte con l'ultimo disco della band, penso che ci saranno opinioni positive per questo nuovo lavoro. Manterrà molto del vocabolario musicale proveniente da The Future Bites ma proietterà il tutto in un mondo più concettuale, meno concentrato sulla natura concisa delle canzoni pop e più aperto alla sperimentazione. In termini più semplici, potrebbe essere visto come una via di mezzo tra HAND. CANNOT. ERASE. e The Future Bites, ma non come uno dei due album in questione". Ovviamente si tratta già a prescindere di un capolavoro epocale che i virgolettati delle riviste prog definiranno "puro genio", nonché già decretato album dell'anno sulla fiducia.
- Può una band esasperarti così tanto nel procrastinare un'uscita fino a farti perdere interesse per la suddetta? A quanto pare i Dredg sì! Anche se la pandemia aveva stoppato i piani per una loro annunciata reunion con lo scopo di scrivere nuovo materiale, dopo di ciò il tempo ha continuato a passare senza ulteriori aggiornamenti. Quando pensavi che ormai il progetto fosse naufragato del tutto, ecco i Dredg che riemergono dall'abisso con la conferma di avere sufficienti canzoni per due album e con la promessa di arrivare a registrare nell'inverno 2022. Se non che, per il lancio del costoso box set antologico VAULT con annessi maxi libro fotografico e memorabilia, aggiungono che il ricavato aiuterà a finanziare il sesto LP. Quindi i tempi si allungano ancora e, conoscendo i loro standard, sicuramente non saranno brevi. Inseriamolo comunque tra le uscite del 2023, ma con qualche riserva. (Qui sotto una clip come prova che esiste della nuova musica dei Dredg).
- Un altro gruppo che sta da tempo lavorando ad un album di inediti sono i Dream the Electric Sleep, lavoro atteso con curiosità anche perché prodotto da quel gigante di Michael Beinhorn (Soundgarden, Mew). L'ultimo lavoro dei DTES risale addirittura al 2016, se si esclude la stampa di The Giants Newground nel 2018, compilato con il materiale che avrebbe dovuto far parte del primo album del gruppo. Lo scorso anno, dopo molto silenzio, il cantante e chitarrista Matt Page, presentando una serie di pezzi della band riletti in chiave acustica, aveva affermato che ormai l'album era in dirittura di arrivo. Il 2023 dovrebbe quindi essere l'anno buono.
- Se si parla di tempistiche estremamente dilatate, a parte Tool e Karnivool un altro nome a venire in mente è quello degli Earthside. Nel 2021 sono riaffiorati a distanza di sei anni dall'esordio con il lungo strumentale, ridondante e ambizioso All We Knew and Ever Loved. Lo scorso novembre invece hanno presentato il potente e melodrammatico pezzo We Who Lament. Nonostante ciò il completamento dell'album deve ancora giungere alla fine, però potrebbe concludersi in tempo per un'uscita entro l'anno.
- Chi non è avaro di aggiornamenti sono gli Echolyn, rimasti ormai da tempo in tre elementi (Brett Kull, Ray Weston e Chris Buzby), i quali tramite la loro pagina Facebook hanno costantemente tenuto traccia dei propri progressi di registrazione con dei video che mostravano le sessioni in studio. E sono proprio gli Echolyn a confermare che il 2023 segnerà il loro ritorno.
- La recente crisi che, tra le molte altre cose, ha colpito l'industria discografica deve essere proprio profonda se ha costretto ad esporre fuori dai confini del proprio spazio esoterico una band come gli Adjy. Di recente la band ha infatti aperto due pagine (Patreon e GoFundMe) per cercare di raccogliere sufficienti fondi per produrre il seguito di The Idyll Opus. Nel frattempo l'attesa sarà fortunatamente mitigata da un EP che loro chiamano per il momento June Songs: una raccolta di "singoli" ambientati nel mondo di Idyll Opus; come una raccolta di appendici o vignette. Il leader Christopher Noyes spiega: "Li realizzeremo in lotti online con alcuni articoli fisici come cassette, ecc. e il nostro obiettivo è di realizzare il primo lotto questa primavera!"