Dopo averci deliziato con due ottimi album, gli Arch Echo si riservano di regalarci ancora una appendice di prog fusion ad alto tasso virtuoso con l'EP Story I. I quattro brani in esso inclusi non fanno altro che incrementare il caleidoscopico incastro strumentale, costantemente teso ad una frenesia senza attimi di cedimento. Su Strut e To the Moon il quintetto si getta in spericolate jam dove le note di tastiere e chitarra bruciano letteralmente lo spartito per quanto si spingono a livelli di velocità fuori dall'ordinario. Il pericolo della freddezza priva di emozioni però viene evitato con cura, grazie a sonorità e registri accattivanti, molto vicini allo stadium rock e all'AOR più sofisticato. Ecco, il "bombastico" sound degli Arch Echo, presentato anche in Measure of a Life, li inserisce in una categoria tutta loro, tipo il primo gruppo strumentale che farebbe faville in una arena (se ancora i concerti si facessero), trascinando il pubblico come i Van Halen negli anni '80 o come sottofondo coreografico per un evento sportivo in mondovisione. Se in pratica "Rocky IV" avesse un remake, la soundtrack per il training montage potrebbe tranquillamente essere composta dagli Arch Echo.