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mercoledì 23 febbraio 2022

Owel - The Salt Water Well (2022)

Rimanendo costantemente sotto i radar del mainstream gli Owel sono arrivati al quarto album ed è un peccato che ancora pochissime persone siano al corrente della loro esistenza, perché la musica prodotta dagli Owel è tutt'altro che difficile da digerire, una cosa che il nuovo The Salt Water Well conferma ancora una volta. Giusto due anni fa gli Owel ci avevano deliziato con Paris con il quale la band iniziava un processo di apertura verso il pop orchestrale, rimanendo fedele alla sfera del proprio art rock velatamente influenzato dalla malinconia emo.

The Salt Water Well rimane su quelle coordinate raffinate, ma si apre ancora di più a territori accessibili costituiti da melodie delicate il cui mood romantico avrebbe tutte le carte in regola per compiacere un pubblico più vasto. In quest'ottica Beneath the Static Haze, con tanto di chorus gioioso da arena pop ricoperto di violini, può essere letto come il loro maggior sforzo per mostrarsi accattivanti. Ma a parte questa concessione, gli Owel rimangono sempre nel confine del lirismo pacato di un chamber emo rock che si mostra sofisticato anche nelle parentesi solenni di Time Will Make Children of Us All.

End è ancora un ricco e sfarzoso connubio di elettronica e pop da camera nel quale non mancano arpe e archi, questi ultimi affidati di nuovo a Jane Park, rientrata da qualche tempo nel gruppo. La voce suadente di Jay Sakong si adatta come sempre all'indirizzo sentimentale che la musica ispira, anche negli episodi più ritmati come We All Get Lost. Invece So It Goes ricorda quanto siano bravi gli Owel a costruire un'atmosfera solenne in crescendo utilizzando i dettami del post rock e piegandoli al volere del pop. Contando la pandemia come un effetto che ha separato la maturità di Paris alla leggerezza che in un certo senso aleggia su The Salt Water Well, si direbbe che quest'ultimo risulta un album di passaggio pur contenendo tracce dall'indubbio valore. 

lunedì 1 aprile 2019

Owel - Paris (2019)


Concorrere ad un album eccellente per gli Owel era ormai solo questione di tempo dato che avevano già tutto: competenza musicale, ottimo senso melodico e un orientamento stilistico molto ben definito. Nonostante contino già due album e due EP alle spalle mancava loro ancora qualcosa, un lavoro che li spingesse definitivamente e li facesse notare come nuovi paladini indie emo, ed in questo senso finalmente Paris va a colmare proprio tale lacuna che si spera li faccia conoscere ad un pubblico più vasto.

In questo terzo sforzo gli Owel offrono una solida serie di brani che rafforzano il loro senso malinconico, epico e romantico. Questi tre elementi vanno a permeare l'estetica di ogni traccia in modo efficace come mai in passato era riuscita a fare alla band. Il procedimento utilizzato dagli Owel in ognuno di essi è infondere un progressivo senso di crescendo emozionale, trasmesso parallelamente dall'innalzamento del pathos che guida la trasformazione dei pezzi da tenui ballate a solenne art rock.

Anche la scelta degli arrangiamenti sottolinea una precisa volontà di tracciare una dinamica sonora in costante crescita, partendo con strumenti elettroacustici, tra chitarre e pianoforte rafforzati melodicamente dalla presenza non secondaria, ma altrettanto importante, di abbellimenti di viola e violino suonati dal nuovo membro Patti Kilroy. Nella seconda parte dell'album, a iniziare da Funeral, questo sodalizio si solidifica ancora di più inanellando di seguito un brano più epico dell'altro nella stessa prospettiva magniloquente e sentimentale dei The Dear Hunter. Paris è quindi senza dubbio il lavoro più maturo e completo che gli Owel abbiano finora prodotto.



www.owelband.com

sabato 24 maggio 2014

Owel - I've Seen Colors (Old Nick EP) (2012 - 2014)


La ancora piccola e agguerrita etichetta indipendente Intheclouds Records, specializzata in stampe in vinile, ha da poco ripubblicato il primo EP degli Owel, I've Seen Colors, risalente al 2012 quando ancora la band si chiamava Old Nick. L'edizione in vinile è molto particolare in quanto sono state prodotte al tornio (una per una) solo 60 copie in maniera artigianale (sotto potete ammirare anche un video del procedimento).
Avevo molto apprezzato il primo album omonimo degli Owel uscito lo scorso anno, ma non sapevo dell'esistenza di questo EP. La scoperta è stata una sorpresa perché la collezione di pezzi di I've Seen Colors è di una bellezza cristallina, emo e melodie nostalgiche nella loro massima espressione.

giovedì 18 aprile 2013

Owel - Owel (2013)


Gli Owel sono un gruppo del New Jersey che esordisce con un album omonimo davvero interessante. Echi di post rock, alternative, shoegaze e Radiohead si condensano nelle undici tracce, le quali, per le loro trame malinconiche ed eteree chiedono un ascolto assorto e partecipe.

Non c'è dubbio che Owel è un'opera che cresce ad ogni ascolto. Al gruppo piace far partire i brani con delicatezza, costruirli con pazienza e irrompere in crescendo memorabili. Una prima prova davvero promettente.


www.owelband.com