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martedì 28 aprile 2020

RIVIẼRE - Passage (2020)


A tre anni dall'uscita di Heal, esordio dei francesi RIVIẼRE, penso in pochi si ricordino del loro nome. Eppure quell'album costituiva un'autorevole prima prova, prodotta da Forrester Savell e molto vicina al prog metal intellettuale dei Karnivool. Durante il loro percorso i RIVIẼRE hanno perso il bassista e cantante (che ha abbandonato il gruppo nel 2018), diventando di fatto un trio con la decisione di proseguire senza rimpiazzarlo.

Passage è una seconda prova che rimane in ambito prog metal, ma che si allontana dall'ingombrante paragone con i Karnivool di cui godeva il pur interessante primo album. Sempre all'Australia comunque sembrano guardare i RIVIẼRE, con i forti echi tribali dei COG che si fanno strada su Wordless. Tutto sommato però la band cerca di essere più personale questa volta, cercando alternative, osservando altre possibilità sonore, che si risolvono portando sul tavolo passaggi chitarristici mutuati dal math rock (Shapeless) oppure onde soniche vorticose provenienti dal post rock (la title-track, Surface), oltre che pertinenti tracce di elettronica che aumentano l'atmosfera "retrofuturistica" (New Ghost, Pressure Steps).

In questo modo Passage assume dei connotati psichedelici e alternative rock, molto più incline ad aperture melodiche. Insomma, nulla di rivoluzionario, però apprezzabile come i RIVIẼRE abbiano mostrato la volontà di evolvere e cambiare.

giovedì 19 gennaio 2017

RIVIẼRE - Heal (2017)


Credo che oggigiorno far decidere ad una label di investire su un gruppo, senza che questo non abbia ancora pubblicato praticamente nulla, denota un fattore di fiducia nei mezzi della suddetta band che varrebbe la pena ascoltare cosa ha da dire anche solo per questo. In sintesi, diciamo che il quartetto francese RIVIẼRE ha bruciato le tappe, presentandosi immediatamente in pompa magna con un full length dal titolo Heal in uscita domani tramite l'etichetta inglese Basick Records e posto sotto la guida al banco di regia del produttore Forrester Savell, responsabile dei primi due album dei Karnivool.

Tenete bene a mente il nome del gruppo australiano, poiché i RIVIẼRE si inseriscono in quella deviazione di prog metal che ormai è mutata verso un territorio di confine che comprende djent, ambient, shoegaze e post rock. Quindi dimenticate i canoni più pesanti, barocchi e virtuosi del genere, in questo caso la tecnica è al servizio della creazione di paesaggi sonori elettrici diluiti in lunghe cavalcate i cui riferimenti possono essere soprattutto i Karnivool (appunto), ma anche una gran parte del metal alternativo americano a partire dai Deftones e dagli A Perfect Circle.

Nel metal psichedelico dei RIVIẼRE tracce come New Cancer, Yosemite, Symbol e Satin Night sembrano concepite come un trip psichedelico nel quale viene dato uno spazio equamente distribuito tra parti strumentali e parti cantate. Un appunto che si potrebbe fare è che la chitarre escono troppo pastose e un suono più limpido ne avrebbe giovato, inoltre, se da una parte forse qualche pezzo potrà sembrare eccessivamente prolisso capiterà, di contro, di imbattersi in momenti suggestivi che comunque aiutano a godersi la prospettiva sonora.