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venerdì 22 marzo 2019
Stephen Taranto - Permanence (2019)
La band australiana The Helix Nebula realizzò il primo e unico EP Meridian nel 2014 che ancora oggi rimane uno dei best sellers indipendenti tra le miriadi di proposte fusion, prog metal e djent offerte da Bandcamp. Adesso il chitarrista di quel gruppo, Stephen Taranto, realizza il suo EP di debutto Permanence ed il risultato è proprio ciò che si potrebbe aspettare chi è già familiare con gli Helix Nebula. Contando poi che al basso e alla produzione c'è il socio Simon Grove, sempre della famiglia Instrumental (adj.), Plini, Intervals e Helix Nebula, si può intuire che non si cade stilisticamente molto lontano da quelle coordinate.
Taranto comunque spinge le possibilità del virtuosismo e della contaminazione prog all'interno del djent fusion verso un livello più avventuroso. In questo caso si eccede in intrecci e svolte tematiche, sorprendendo con pezzi inusualmente anche più estesi del solito come Pixel Heart: Celestial e Quantum Leap e dove le tastiere non si limitano a fare da sottofondo o fungere da mero abbellimento, ma danno un carattere e creano un mood progressivo che si fonde bene immerso nelle frenetiche partiture fusion. A partire dal singolo Pixel Heart: Verdant, Taranto riesce a stipare dentro ad un EP di mezz'ora una ricca moltitudine di idee strumentali e passaggi con una tale veemenza da rimanere senza fiato.
domenica 11 marzo 2018
Instrumental (adj.) - Reductio ad Absurdum (2018)
Pare proprio che agli Instrumental (adj.) piaccia la brevità e siano titubanti a regalarci l'ebrezza di un full length. Infatti, a tre anni di distanza dal fulminante EP A Series Of Disagreements, il trio australiano composto da Simon Dawes, Simon Grove e Chris Allison replica quella formula e con Reductio ad Absurdum aggiunge altri tre brani inediti al proprio repertorio. Quello degli Instrumental (adj.) rappresenta un ottimo esempio per capire come si è evoluto il progressive rock strumentale influenzato dal math rock e dal jazz. Per descriverlo si parte come sempre dal pilastro centrale King Crimson, dai quali i riff di Yours traggono i loro tratti principali, per poi arrivare ad Animals As Leaders, Herd of Instinct, passando per i Gordian Knot. In questo particolare momento storico dove i confini musicali sono considerati tali solo da chi ha dei pregiudizi, una band come gli Instrumental (adj.) deve essere necessariamente considerata fusion, anche se al suo interno presenta retaggi metal o djent.
Ormai le poliritmie, l'improvvisazione e il modo di organizzare le composizioni, accostano l'estetica del trio più ad un ensemble jazz che non a puro prog metal. In particolare questa volta gli Instrumental (adj.) mettono in pratica un metodo di svolgimento suddiviso in due parti che lo si potrebbe spiegare con un parallelismo tratto dalla filosofia di Francis Bacon: nei principi della pars construens (dove viene esposto il tema principale) e della pars destruens (la sua "riduzione all'assurdo") risiede la chiave per addentrarsi meglio nella comprensione strutturale di Reductio ad Absurdum. La title-track e Panopticon, dall'andamento più funk, si schiudono nella prima parte a dissonanze, ad improvvisi intermezzi che stravolgono le prospettive ritmiche e a power chords utilizzati come tessere di un mosaico. Nella seconda il gruppo si dedica paradossalmente a incrementare il livello di difficoltà esecutiva tra caos e virtuosismo ragionato. Se cercate musica avventurosa che sfida ad ogni battito le geometrie perfette del prog più convenzionale gli Instrumental (adj.) sono gli unici che possono tener testa a chiunque cerchi di emulare le attuali elucubrazioni strumentali dei King Crimson...e senza il bisogno di scomodare quattro batterie.
venerdì 13 marzo 2015
Altprogcore March discoveries (instrumental edition)
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