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giovedì 27 dicembre 2018
Thingy - Morbid Curiosity (2018)
Premessa
- 2015: Rob Crow, conosciuto principalmente per la sua attività con i Pinback insieme ad Armistead Burwell Smith IV dei Three Mile Pilot, annuncia di ritirarsi dalla scena musicale per dedicarsi alla famiglia.
- 2016: si scopre che in realtà Crow non aveva realmente intenzione di ritirarsi e, a scanso di ogni equivoco, dà alle stampe il primo brillante album del suo nuovo progetto Rob Crow's Gloomy Place.
- 2018: Crow viene scelto come Artist in Residence del 2018 dall'etichetta Joyful Noise Recordings con lo scopo di realizzare 300 minuti di musica durante l'arco dell'anno da raccogliere all'interno di un box set a edizione limitata.
Quello che forse alcuni non sanno è che il musicista di San Diego è stato attivo fin dagli anni '90 con innumerevoli progetti musicali, Crow ha colto quindi l'occasione per suddividere ognuna delle dieci registrazioni contenute nel box set in alcuni dei suoi molteplici progetti: Optiganally Yours, Goblin Cock, Byre, Third Act Problems, Other, Remote Action Sequence Project, Physics, Anal Trump, Snotnose, Rob Crow(solo), Pinback, riesumando dagli archivi la sigla Thingy.
Thingy è stata una delle molteplici incarnazioni musicali di Rob Crow ferma discograficamente all'anno 2000 con solo due pubblicazioni, almeno fino ad ora. Nell'album Morbid Curiosity, che è anche il più interessante all'interno del progetto, emerge una rinnovata ispirazione math rock, a varie riprese più o meno costantemente presente nell'estetica di Crow, ma in questo caso viene incanalata con una forza e frenesia talmente pronunciate che le diciannove tracce qui presenti sembrano unite l'una all'altra per tutta la durata, sfociando anche sui parametri del sintetico pop punk di Alex Litinski (A.M. Overcast) e di quello più emocore dei Braid. Morbid Curiosity appare quindi come un unico pezzo musicale da gustare senza sosta per tutta la sua durata, una suite da poco più di mezz'ora che prosegue spedita fino alla conclusione senza un attimo di cedimento.
venerdì 4 marzo 2016
Rob Crow's Gloomy Place - You're Doomed. Be Nice. (2016)
You're Doomed. Be Nice., in uscita oggi, è quello che si potrebbe definire un moderno esempio di prog pop contenente piccole canzoni d'autore elaborate con melodie oblique, intermezzi di chitarre acustiche ed elettriche che si intrecciano in arpeggi sincopati, improvvisi stop e ripartenze. Oh, the Sandmakers ne è un mirabile esempio nel costante cullarsi tra ballata singhiozzante e rasoiate elettriche, poi c'è This Distance con i suoi arpeggi sincopati, l'indie rock di Rest Your Soul e Unreliable Narrator nei quali si intrufolano ingerenze math pop. Ascoltando l'album, si ha la sensazione che non sfigurerebbe un'incursione nel noise o nel lo-fi alla maniera di Dinosaur Jr e Sebadoh, invece Crow ci regala dei gioielli ipnotici e psichedelici come What We've Been Up To While You've Been Away.
Come ha già provato a fare Jim O'Rourke, da un'angolazione differente, su Simple Songs, Crow si impegna a nobilitare la materia pop con intelligenti divagazioni in ambiti alternative e barocchi la cui formula per ingegnarsi in queste miniature prog è rimasta più o meno immutata rispetto alle sue produzioni soliste o con i Pinback, il che, se avete già esperienza con tali pubblicazioni, potete fidarvi ad occhi chiusi di You're Doomed. Be Nice.
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