lunedì 13 giugno 2016

SAY SO! - Un'intervista con i Bent Knee (Italian + English version)


Quante band conoscete che tendono a ripetersi album dopo album, o che comunque mantengano quel retrogusto di già sentito? Credo molte. Sapete invece nominare almeno una band che non solo sia imprevedibile in ogni sua pubblicazione, ma abbia anche un sound del tutto originale? Io ne ho una in mente e risponde al nome di Bent Knee. Loro sono un sestetto di Boston e chi segue queste pagine è ormai confidente con la produzione della band che ha da pochissimo pubblicato il suo terzo album Say So (alla cui recensione rimando per i dettagli) su etichetta Cuneiform Records, riscuotendo unanimi consensi da parte della stampa e dai fan che ogni giorno diventano più numerosi e che il gruppo si prepara ad incrementare questa estate grazie alla sua prima visita in Europa, con un piccolo tour che il 30 luglio toccherà anche l'Italia per un'unica data a Milano presso La Casa di Alex.

Lo scorso anno avevamo già avuto l'occasione di intervistare i Bent Knee dopo aver parlato di Shiny Eyed Babies, ma questa volta, devo aggiungere, è stata speciale, dimostrando quanto questi ragazzi siano spontanei, gentili e disponibili. Per dire, altprogcore è un piccolo blog che non può certo competere con siti musicali ben più blasonati, eppure, incuranti di questo, i Bent Knee sono stati così carini da proporre sia un'intervista via email (realizzata prima che la data italiana fosse definita) sia un altro incontro "dal vivo" su Skype per fare una chiacchierata. Nella conversazione con Jessica Kion (basso), Ben Levin (chitarra) e Chris Baum (violino) traspare la loro eccitazione nel suonare per la prima volta in Europa, non sapendo essattamente cosa aspettarsi dal punto di vista di pubblico e partecipazione, anche se in Germania (faranno tappa al Burg Herzberg Festival il 28 luglio) sono già abbastanza conosciuti. Alle altre domande presenti nell'intervista che segue hanno risposto anche gli altri membri del gruppo, Courtney Swain (voce e tastiere), Gavin Wallace-Ailsworth (batteria) e Vince Welch (produzione e sound design).

La conversazione con Chirs, Ben e Jessica avviene mentre i Bent Knee stanno portando avanti il tour statunitense e la sera stessa suoneranno a New York insieme agli Iris Lune. Così, mentre Ben mi racconta che gli è capitato di esibirsi in ogni tipo di posto e situazione "anche in palchi di queste dimensioni", mostrandomi una scatola di fiammiferi, il dicorso prosegue su come è la vita in tour e i lunghi spostamenti nel van, del nuovo video che stanno preparando per Good Girl (nel quale vedremo danzare la madre della cantante Courtney Swain) e le loro speranze di avere un po' di tempo libero per visitare i luoghi in cui si esibiranno in Europa. In seguito passiamo anche a qualche suggerimento di ascolto, rimanendo in tema di artisti europei Ben Levin mi consiglia il pianista svizzero di jazz minimale Nik Bärtsch e, da parte mia, colgo l'occasione di nominare i nostri Deus Ex Machina che militano proprio tra le fila della Cuneiform Records. Infine parliamo anche di come solitamente compongono e portano alla luce i loro pezzi: "In genere sono delle idee che ognuno di noi propone singolarmente e poi ci lavoriamo tutti insieme." - mi dicono - "In questo momento stiamo rifinendo i nuovi pezzi che andranno a finire nel prossimo album dei Bent Knee e speriamo di tornare in Europa con un tour più esteso la prossima primavera, anche se il nostro quarto album, con tutta probabilità, non sarà pronto fino all'autunno del 2017." Comunque, noi nel frattempo siamo impazienti di vederli in azione dal vivo.



Nella nostra ultima intervista ci anticipaste che Say So avrebbe avuto un'impostazione diversa rispetto a Shiny Eyed Babies e così è stato. Questa direzione è stata una scelta consapevole da parte vostra o vi siete lasciati trasportare dall’ispirazione?
Jessica Kion: "Sapevamo che Say So sarebbe stato differente da Shiny Eyed Babies perché siamo tutti in un posto differente mentalmente e fisicamente (a parte uno di noi, vivevamo tutti insieme durante la stesura di Shiny Eyed Babies ). Shiny Eyed Babies è stata la nostra prima raccolta di canzoni scritta da tutti e sei. Al momento di passare a Say So, sapevamo un po' di più su cosa aspettarci dalle nostre dinamiche di scrittura in piccoli gruppi o tutti assieme. Prevedo che il nostro prossimo album sarà, di nuovo, molto differente da tutto ciò che abbiamo realizzato in precedenza.


Quali sono, a grandi linee, i temi che avete affrontato nei testi di Say So? Avete proseguito la vena dark di Shiny Eyed Babies?
Jessica Kion: “I temi di Say So hanno molto a che fare con le relazioni non equilibrate. Per esempio, Leak Water riguarda un rapporto madre/figlia e il tipo di scenario in cui il bambino vorrebbe chiedere "perché devo fare questo?", con il genitore che gli risponde "perché lo dico io". In alternativa, Black Tar Water parla di venire fuori dalla depressione e rigenerarsi. La canzone è molto più galvanizzante e vuole usare il titolo Say So come per dire "parlane apertamente". Ci sono un sacco di momenti di oscurità in Say So, in particolare su tracce come Eve o Good Girl, però penso che parlare di toni dark come nostro modus operandi non sia il caso di Say So.


Good Girl e Leak Water sono nel vostro repertorio già dai tempi di Shiny Eyed Babies, la genesi di Say So parte da lontano quindi?
Ben Levin: “Abbiamo finito di scrivere e registrare Shiny Eyed Babies molti mesi prima di quando lo abbiamo realizzato veramente, quindi avevamo già iniziato a scrivere Say So quando Shiny Eyed Babies è uscito. E' snervante rimanere per lungo tempo senza lavorare su nuovo materiale (al momento stiamo persino lavorando al nostro quarto album).”



Con questo album avete inaugurato il sodalizio con la Cuneiform Records, storica etichetta di jazz, Rock In Opposition e scuola di Canterbury. Potete raccontarci come è nato il vostro incontro?
Courtney Swain: “La scorsa estate abbiamo avuto il nostro primo contatto con Steve Feigenbaum, il boss della Cuneiform. Ordinò alcune copie di Shiny Eyed Babies e del primo album, e abbiamo avuto un piacevole scambio di messaggi. Eravamo in tour a Seattle all'epoca ed ero così eccitata di sapere che loro ci conoscevano, dato che sembravano proprio la giusta etichetta per noi in termini di reputazione e grandezza per il nostro passo successivo. Poi siamo arrivati all'autunno quando il nostro meraviglioso amico Anil Prasad di Innerviews.org, ha scoperto la nostra musica. Non avevamo idea della grande opportunità che poteva darci ed eravamo un po' divertiti dal fatto che lui fosse così eccitato dalla nostra musica. Fino a che abbiamo iniziato a renderci conto di nuovi fan da ogni parte del mondo, le cui orecchie erano state attirate su di noi da Anil. E' venuto fuori che Anil (come Steve Feigenbaum) è un catalizzatore di trend molto rispettato nell'ambiente della musica alternativa. Dopo averci conosciuto è andato in modalità super-saiyan e ha praticamente reso a conoscenza tutta la scena musicale presente nella sua agenda riguardo i Bent Knee. Tra coloro che sono stati avvertiti c'erano anche alcune label e Steve è stato uno dei primi a rispondere dicendo "sì, li conosco. Sarei interessato a parlare con loro." Dopo di ciò, con l'aiuto di Anil, ho abbozzato una email molto sincera e imponente nella quale spiegavo chi siamo, cosa facciamo e perché lui avrebbe potuto essere interessato nel farci firmare un contratto. Dopo qualche discussione, Steve ci ha proposto un accordo. Prima di firmare ci siamo incontrati a Baltimora e lui è venuto ad un nostro show per vederci dal vivo. Alla fine abbiamo firmato ufficialmente, ed eccoci qui!"


Pensate che il vostro coinvolgimento con la Cuneiform continuerà con altri album e magari condividendo qualche tour con altri artisti dell’etichetta?
Ben Levin: “La Cuneiform è stata grande e molto trasparente con noi. Si sentono come compagni di squadra piuttosto che come una forza intimidatoria con la quale dobbiamo fare i conti. Siamo stati così concentrati nella realizzazione di Say So che non abbiamo fatto alcun piano per il nostro prossimo album al di fuori della musica stessa. Tra gli artisti Cuneiform io sono particolarmente affezionato a Mats / Morgan. Sono musicisti incredibili con un suono unico, intenso e divertente."


Ho notato che avete spesso suonato e visitato il Giappone e in questo album brani come The Things You See e Nakami sembrano un omaggio musicale a quel Paese. C’è un legame particolare?
Courtney Swain: "Mia madre è giapponese e io sono nata e cresciuta in Giappone fino all'età di 18 anni, quando mi sono trasferita negli Stati Uniti. Il Paese e la sua cultura sono una grande parte di ciò che sono e di come vedo il mondo, così è stato un sogno che si è realizzato quando Ben, Chris e io abbiamo organizzato un tour in Giappone come trio acustico. Il tour si è tenuto nel dicembre 2013 e abbiamo suonato una serie di show a Tokyo e nel sud del Giappone. Da allora sono ritornata in Giappone con Vince e spero di avere l'opportunità in futuro di portare con me anche Jessica e Gavin. Nakami contiene qualche gioco di parole in giapponese. Sono un po' ossessionata da omofoni e sinonimi, specialmente se appartengono ad una lingua differente. The Things You Love ha anche un sound pentatonico del sudest asiatico ma questa è più un'influenza del gamelan di Bali."


Pur essendo degli ottimi musicisti mi sembra che poniate più attenzione all’aspetto compositivo e di arrangiamento, piuttosto che mostrare quello del virtuosismo strumentale.
Chris Baum: “Noi prima di tutto siamo compositori e scriviamo ogni canzone adattandola ad un carattere. Ci interessa molto poco la musica concepita semplicemente per mostrare le prodezze tecniche. Per noi la capacità di eseguire passaggi più difficili apre semplicemente le porte a nuovi dispositivi compositivi e strutturali."


Nel suo aspetto più singolare e sperimentale, Say So mi pare quasi un proseguimento e approfondimento del vostro primo album, anch’esso molto differente da Shiny Eyed Babies. Siete d’accordo?
Vince Welch: "Personalmente percepisco Say So più vicino al nostro secondo album piuttosto che al primo. Molte delle stesse idee/sentimenti che hanno portato alla creazione del primo album stanno ancora fluttuando dentro a noi, quindi forse hai sentito queste uscire, anche se in modo più maturo e raffinato."


Ognuno dei vostri album ha un carattere individuale e un vasto contenuto di varietà: vi siete cimentati in ogni sorta di variazione, sia una maggiore aderenza alla classica forma canzone sia a strutture musicali più complesse. Pensate che la musica possa offrire sfide sempre più stimolanti? 
Gavin Wallace-Ailsworth: “Io certamente spero che i Bent Knee trovino nuove e interessanti sfide musicali con le quali ci possiamo confrontare. Metà del divertimento di creare musica è cercare di spingersi oltre la propria "comfort zone". Penso che sia qualcosa che abbiamo avuto la fortuna di fare e spero che continueremo."


Questa estate sarete in tour per la prima volta anche in Europa con due date già confermate in Germania e Repubblica Ceca. Siete eccitati? Sapete dirci se ci saranno altre date?
Chris Baum: “Siamo eccitati di attraversare l'oceano per la prima volta! L'Europa è stata molto gentile con noi e speriamo di metterci in contatto con nuovi amici. Una o due date aggiuntive sono in preparazione per questa estate, restate sintonizzati!"


Avete qualche messaggio particolare per il pubblico europeo? 
Gavin Wallace-Ailsworth: “Siamo tutti eccitati di suonare in Germania e Repubblica Ceca e speriamo di tornare in qualsiasi altra parte d'Europa il prima possibile! Ci vediamo presto."



ENGLISH VERSION



In our last interview, you anticipated that Say So would be different from Shiny Eyed Babies and so it is. This direction was a conscious choice on your part, or did you let yourself be carried by inspiration? 
Jessica Kion: “We knew Say So would be different from Shiny Eyed Babies because we all are in a different place mentally and physically (all but one of us lived together during the writing of Shiny Eyed Babies). Shiny Eyed Babies was our first collection of songs written by all six of us. By the time we got to Say So, we knew a bit more about what to expect from our writing dynamics in small groups and as a whole. I predict our next album will, again, be quite different from anything we've done previously.”


What are the lyrical themes that you faced on Say So? Have you kept on the dark mood of Shiny Eyed Babies?
Jessica Kion: “The lyrical themes in Say So have a lot to do with relationships unbalanced in power. For instance, Leak Water is about a mother/daughter relationship and the sort of scenarios in which a child would ask "why do I have to do this?”, with the parent's answer being "because I say so". Alternatively, Black Tar Water is about escaping depression and washing one’s self clean. The song is much more em-powering and is using the title Say So to mean, "speak up”. There are plenty of moments of darkness in Say So, especially in tracks like Eve or Good Girl, but I think darkness as our modus operandi is not the case with Say So.


Good Girl and Leak Water were already on your repertoire since Shiny Eyed Babies was released, so the genesis of Say So began long ago...
Ben Levin: “We finished writing and recording Shiny Eyed Babies many months before we actually released it, so we had already started writing Say So when Shiny Eyed Babies came out. It’s unnerving to go a long time without working on any new material (we’re even working on our fourth album now).”



With this album you’ve begun the partnership with Cuneiform Records, maybe the most important US label for avant-garde music and modern jazz. Can you tell us how this association was born? 
Courtney Swain: “Last summer, we had our 'initial' contact with Steve Feigenbaum, the bossman over at Cuneiform. He ordered a few copies of Shiny Eyed Babies and our debut, and we had some pleasant ex-changes. We were on tour in Seattle at the time and I was so excited that they knew about us, since they seemed like the right label in terms of reputation and size for our next step. Fast forward to the fall when our wonderful friend and the man behind Innerviews.org, Anil Prasad, discovered our music. We had no idea what a big deal he was, and were mildly amused that he was so excited about our music. That was until we started hearing from new fans from all corners of the world, whose ears were all turned to us by Anil. Turns out that Anil (similar to Steve Feigenbaum) is a tremendously respected trend-setter and taste-picker in alternative music. He went super-saiyan after he found us, and took it upon himself to alert most if not every musical being in his phone book about Bent Knee. Some of the folks he alerted included a few labels, and Steve was one of the first to respond and say "yes, I know them. I'd be interested in talking to them." After that, with Anil's help, I drafted a very candid and awesome email about who we are, what we've done, and why he should be interested in signing us. After some discussion, he extended us a deal. Before we signed, we got to meet him in Baltimore, and he came to one of our shows to see us live. Eventually we signed officially, and here we are!”


Do you think your involvement with Cuneiform will continue with other albums? Will there be opportunities to share the stage with other label mates and do you like someone in particular on Cuneiform’s roster?
Ben Levin: “Cuneiform has been great and very transparent with us. They feel like teammates rather than some intimidating force that we have to reckon with. We have been so focused on releasing Say So that we haven’t made any plans for our next album outside of the music itself. I am particularly fond of Cuneiform artists Mats/Morgan. They are incredible musicians with a unique, fun, and intense sound.”


I noticed that you have visited and played on Japan and, on this record, songs like The Things You See and Nakami seem to pay a musical homage to that country. Is there a special bond with Japan?
Courtney Swain: “My mother is Japanese, and I was born and raised in Japan until I moved to the US when I was 18. The country and the culture are a big part of who I am and how I view the world, so it was a real dream come true when Ben, Chris and I put together an acoustic trio tour in Japan. The tour was in December 2013, and we played a string of shows in Tokyo and in Southern Japan. Since then I've also travelled to Japan with Vince, and I'm looking forward to the opportunity to have Jessica and Gavin experience Japan, too. Nakami has some Japanese word-play in it. I'm kind of obsessed with homophones and synonyms, especially when they are in different languages. The Things You Love also has a pentatonic, Southeast Asian sound, but this was from a Balinese gamelan influence.”


Despite the fact of being good musicians, it seems that you put more attention on the arrangements and architectural aspects of the songs rather than show instrumental virtuosity. Is that right?
Chris Baum: “We’re composers above all else, and write to fit the character of each song. Music conceived simply to show off technical prowess is of little interest to the band. For us, the ability to execute more difficult passages just opens up doors to new textures and compositional devices.


In its unique and experimental aspect, Say So seems almost a continuation and deepening of your first record, which is also very different from Shiny Eyed Babies. Do you agree? 
Vince Welch: “Personally, I feel Say So is closer to the second album than the first. Many of the same ide-as/feelings that led to the creation of the first album are still floating around inside us, so perhaps you're hearing those coming out, albeit in a more mature, refined way.”


Each of your albums has an individual character and a wide variety of content. You have ventured into all sorts of variation: the classic song form approach as well as more complex musical structures. Do you think that music will offer to you more and more stimulating challenges? 
Gavin Wallace-Ailsworth: “I certainly hope that we continue to find new and interesting challenges to deal with musically. Half the fun of musical creation is trying to better one's self through stepping out of one's comfort zone. I think that’s something that we've had some luck doing, and I hope we continue to.”


This summer, Bent Knee will tour Europe for the first time with two dates already scheduled in Germany and Czech Republic. Are you excited? Do you know if there’ll be other dates? 
Chris Baum: “We’re thrilled to be crossing the pond for the first time! Europe has been very kind to us, and we look forward to connecting with new friends. An additional date or two is in the works for this summer — stay tuned.


Any special message for the European audience? 
Gavin Wallace-Ailsworth: “We are excited to play in Germany and the Czech Republic, and hope to venture elsewhere in Europe as soon as we can! See you all soon.”



Useful links -
Bent Knee and related projects:

6 commenti:

Franco ha detto...

Sono veramente contento di aver avuto l'occasione di poterli vedere dal vivo, sono dei 25enni molto talentuosi; veramente bravi e il pubblico presente ha dimostrato di gradire molto. Speriamo di poterli rivedere al più presto.

Lorenzo Barbagli ha detto...

A quanto hanno detto sperano di poter tornare il prossimo anno in Europa, magari con qualche data in più. Speriamo!

Franco ha detto...

C'eri anche tu? ;-)

Franco ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=G4szjWh7s4c&feature=youtu.be

Franco ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=L2f484ndR4o

Lorenzo Barbagli ha detto...

Eh beh, certo, non me li sarei persi per nessuna ragione. Grazie per i video, li ho visti nella pagina FB di Massimo!