giovedì 1 luglio 2021

Altprogcore July discoveries


I synchre sono un trio giapponese formato nel 2017 da Tsurugi Sato (chitarra, electronics,voce), Koki Sekimoto (basso) e Eishi Harunari (batteria) e hanno da poco pubblicato il loro secondo EP correlation. Il loro genere si fonda su beat elettronici, math rock e scenari sonori a confine tra post rock, emo e prog, creando un suggestivo corto circuito tra geometrica interazione digitale e malinconici tappeti sonori di chitarra.
 
 
 
Physical Architecture dei Fly in Formation è l'esordio del chitarrista Dante Frisiello (il quale, a dispetto del nome, è statunitense) che in pratica si prospetta come l'ennesima proposta che si inserisce nell'ormai saturo panorama dei virtuosi prog djent fusion. Nonostante ciò Physical Architecture ha una qualità di scrittura pregevole, grazie alla quale gli è permesso il merito di distinguersi tra la "folla", presentando un pugno di brani sonicamente interessante, dinamico e ben arrangiato.
 
 
 
Waxamilion è il chitarrista austriaco Max Dornauer, attivo ormai da tre anni e apparso nel mio radar da un po' di tempo, grazie alla collaborazione con Ben Rosett. Come saprete quest'ultimo fa parte degli Strawberry Girls e, partendo da quel math rock/post hardcore strumentale, da solista ha affinato uno stile che unisce questi generi al neo soul e all'RnB, se non addirittura a certi richiami all'hip hop. Max Dornauer non ha fatto altro che portarsi al livello successivo, soprattutto con il suo nuovo singolo Vanish che ho voluto ribattezzare come stile "chill-out math rock" per quella sua caratteristica rilassatezza mutuata dai beat nello stile "lofi hip hop radio" e synthwave.
 


Dall'incontro di due chitarristi Gabriele Papagni ed Enrico Tripoldi che si sono formati al conservatorio, magari ci si aspettava un gruppo prog sinfonico, invece i Benthos con il loro esordio II vanno nella inaspettata direzione del prog metal alla Karnivool.


Markus Siegenhorst è il principale responsabile dietro la sigla Lantlôs. Fino ad ora si era dedicato al black metal, ma con Wildhund, in uscita a fine mese e che arriva dopo sette anni dall'ultimo Melting Sun, sembra aver preso un'altra direzione verso il prog shoegaze alternative, almeno a giudicare dai due singoli resi noti finora.

 

L'ultimo album dei Trade Wind The Day We Got What We Deserved è uscito da poco, ma nel suo stile è molto differente dagli esordi del gruppo. In particolare i Trade Wind hanno avuto un'evoluzione stilistica ad ogni uscita che li ha fatti passare dal post hardcore grunge in stile Thrice (il cantante Jesse Barnett è molto simile a Dustin Kensrue), molto accentuato nell'EP Suffer Just To Believe (2014), per poi virare su cose più elettroniche e rarefatte su Certain Freedoms (2019). In ogni caso per iniziare con loro questi due lavori sono abbastanza esplicativi.

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