Sinceramente non sono molto preparato sulla discografia dei Lantlôs ma, incuriosito dai primi singoli tratti dal nuovo album Wildhunt, sono andato ad approfondire. Nella mia ricerca ho imparato che l'ultimo lavoro della band fondata dal polistrumentista Markus Siegenhort a.k.a. Herbst - e completata da Cedric Holler (chitarra, voce) e Felix Wylezik (batteria) - risale a sette anni fa, che nella loro carriera hanno cambiato direzione spesso e volentieri toccando doom metal, sperimentazione e, nell'ultima fase con Melting Sun, si sono dati allo shoegaze con spunti di post rock, alleggerendo nel fattempo il pesante tocco da blackgaze che avevano in precedenza.
Wildhunt può essere letto come una versione più accessibile e melodica di Melting Sun. Pur rimanendo nei confini shoegaze lascia da parte gli ipnotici ed estesi bordoni elettrici di chitarra per andare a sostituirli con strutture più articolate sia dal punto di vista ritmico, sfiorando talvolta la geometria math rock, sia dal punto di vista della trama, la quale si tinge di nebulose arie art pop e allo stesso tempo mantiene una massiccia matassa distorta di chitarre e synth, ma con dinamiche involute ed accentuate.
Fatto sta che questo lavoro dei Lantlôs mi ha attratto con maggior convinzione rispetto a quanto hanno prodotto in passato, per questo suo accostarsi a scelte stilistiche e soluzioni che permettono a Siegenhort e compagni di viaggiare su molteplici livelli, incorporando linguaggi che oltrepassano lo shoegaze. Il fatto di dedicarsi ad un formato canzone contenuto e indirizzato verso una maggior inclinazione per l'orecchiabilità, non cede il passo necessariamente all'appiattimento della formula. Ma anzi, in questo caso nei brani di Wildhunt si possono notare tracce, neanche troppo velatamente nascoste, di quella concezione da "Wall of Sound" presente nel prog metal di Devin Townsend. Allo stesso modo le linee vocali, doppiate talvolta in maniera polifonica, vengono immerse in un contesto in cui l'elettricità è talmente polarizzata verso lo space rock e la psichedelia da trasfigurarsi in dreampop.
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