giovedì 14 aprile 2011
Beardfish - "Destined Solitaire" live
venerdì 8 aprile 2011
Dredg - Chuckles & Mr. Squeezy (2011)

Qual è la linea sottile che divide il pop rock dall’alternative e dall’indie? I Dredg, secondo molti, l’hanno già oltrepassata ai tempi di Catch Without Arms, ma da lì in poi si è ripetuto lo stesso copione: ogni volta che sta per uscire un nuovo album dei Dredg, questo viene anticipato da un paio di brani che puntualmente non soddisfano nessuno, poi una volta uscita l’opera intera si grida al tradimento per essere scesi a patti con sonorità commerciali e si rimpiange lo stato di grazia artistico conseguito da El Cielo.
In realtà né Catch Without Arms, né The Pariah, The Parrot, The Delusion erano album dalle inclinazioni pienamente pop rock, ma rappresentavano piuttosto una prospettiva personale dei Dredg ad un rock alternativo più accessibile del solito. Anche questa volta la cosa si sta ripetendo, The Thuoght of Losing You e Upon Returning, le anteprime di Chuckles & Mr. Squeezy, sono state una mezza delusione e ora che l’album sta per uscire cosa c’è da aspettarsi? E come la prenderanno tutti coloro che si erano indignati per Saviour e Information ora che i Dredg un album pop, alla fine, lo hanno sfornato per davvero?
Come sempre la verità si trova nel mezzo. Chuckles & Mr. Squeezy scava ancora di più verso sonorità “poppettare” fino ai limiti della sopportazione (forse per testare la pazienza dei fan), ma quando si tratta dei Dredg non si può liquidare superficialmente un loro lavoro come bieco pop, anche se si tratta dell’album meno riuscito della loro carriera. E’ come quando, nel film Clerks, Randall spiega a Dante la differenza che passa tra l’esplosione della Morte Nera in Guerre Stellari e quella del Ritorno dello Jedi: “c’è in ballo qualcos’altro”. La musica dei Dredg ha infatti la particolarità di trattenere un alone artistico-intellettuale qualunque forma essa vada ad incontrare. In questo caso particolare l’ibrido che ne viene fuori potrebbe rappresentare l’album dance, hip hop, lounge (o una pessima collezione di remix con scarti di studio) dei Dredg. Ma a parziale discolpa si può tranquillamente affermare che il quartetto californiano maneggia materie così delicate che in mani di altri esploderebbero. Down Without a Fight, ad esempio, sotto i suoi groove e riff di sintetizzatore nasconde una perfetta Dredg song.
Detto ciò, questa volta non mi sento di difendere i Dredg come ho fatto in passato anche in questo post, perché Chuckles & Mr. Squeezy è davvero un pessimo album senza appelli e da ricordare c’è veramente poco.
Come prima cosa c’è da sapere che la band si è affidata alle cure di produzione di Dan the Automator e già da questa premessa e dal curriculum di quest’ultimo (Gorillaz, Kasabian, DJ Shadow) si capiva che qualcosa sarebbe cambiato. Infatti il problema delle canzoni di Chuckles & Mr. Squeezy non risiede tanto negli arrangiamenti pieni di elettronica e ritmiche sintetiche, è che sono proprio delle composizioni più deboli del solito (tre delle quali sono state scritte in collaborazione proprio con il produttore). Inoltre la batteria di Dino Campanella è soffocata da percussioni programmate e la chitarra di Mark Engels viene quasi miscelata nell’amalgama dei vari sintetizzatori. Non intravedo neanche le potenzialità dell’album che cresce dopo vari ascolti, ciò che abbiamo ci viene spiattellato in faccia fin dai primi ascolti. La linea che si forma è netta e immediata: o piace o non piace.
L'inizio non potrebbe essere più scioccante con quell’Another Tribe che tanto richiama Gangsta Paradise di Coolio, The Tent (che si è già conquistata la palma di "peggior canzone dei Dredg") è quasi un esperimento da trip hop e il sapore messicano di Before It Began ricorda addirittura La Isla Bonita (devo aggiungere anche di chi è?). Le già citate The Thuoght of Losing You e Upon Returning sembrano delle b-sides di qualche singolo, mentre The Ornament e l'acustica Kalathat sono quasi dei crepuscolari inediti usciti dalle session di The Pariah, The Parrot, The Delusion. Tranne il pacchetto di queste quattro canzoni che sono le più vicine allo spirito dei classici Dredg, il resto è, come direbbero gli inglesi, "very disappointing".
www.dredg.com
P.S. chiudiamo in bellezza: se vi chidete chi è la modella mascherata nella cover e nel video promozionale dell'album è tale Tristyn, delle Suicide Girls.


The Dear Hunter - The Color Spectrum EPs (2011)

I lungamente annunciati 9 EP dedicati ai 7 colori dello spettro visivo (verde, arancio, rosso, violetto, giallo, blu, indaco) e ai 2 toni di bianco e nero usciranno il 14 giugno via Triple Crown Records in vari formati:
° CD: che comprende una selezione dei brani tratti dagli EP in un unico CD (anche in versione download digitale)
° EP in download digitale: ogni EP e ogni canzone potranno essere scaricati individualmente tramite download
° Vinile: la versione in LP della suddetta compilation, disponibile però solo ai concerti (quindi noi italiani siamo tagliati fuori)
° Box Set in vinile: il box contiene tutti i 9 EP in versione 10", ma sarà un'edizione limitata, con in più la possibilità di scaricare tutti brani in versione digitale

1. Never Forgive, Never Forget
2. Filth And Squalor
3. Take More Than You Need
4. This Body
1. I Couldnt Do It Alone
2. A Curse Of Cynicism
3. Deny It All
4. We've Got A Score To Settle
Orange
1. Echo
2. Stuck On A Wire, Out On The Fence
3. A Sea Voz
4. But There's Wolves?
Yellow
1. She's Always Singing
2. The Dead Dont Starve
3. A Sua Voz

Green
1. Things That Hide Away
2. The Canopy
3. Crow And Cackle
4. The Inheritance
Blue
1. Tripping In Triplets
2. Trapdoor
3. What You Said
4. The Collapse Of The Great Tide Cliffs
Indigo
1. What Time Taught Us
2. Mandala
3. Progress
4. Therma
Violet
1. Mr. Malum
2. Lillian
3. Too Late
4. Look Away
White
1. Home
2. Fall And Flee
3. No God
4. Lost But Not All Gone
giovedì 7 aprile 2011
"A Scarcity of Miracles" video
mercoledì 6 aprile 2011
Il Progressive Rock nell'Era del Punk e della New Wave 1976-1989

Da oggi è disponibile il mio nuovo libro Il Progressive Rock nell'Era del Punk e della New Wave 1976-1989 ed è acquistabile a questo link e su Amazon
La nascita del punk per molti ha sancito la fine del progressive rock. Al contrario quest’ultimo ha trovato in tale contrasto la forza per reinventarsi e rinascere. Il libro prende in esame quei gruppi che, nati in un contesto storico a loro avverso, sono riusciti a creare qualcosa di originale nel vero spirito che da sempre anima il rock progressivo.
Mentre si urlava contro i dinosauri del rock, alla fine degli anni ’70 alcuni audaci musicisti, inaspettatamente, si dedicarono ad un progressive rock ancora più complesso. Influenzato dall’avanguardia, dal jazz e dal neoclassicismo, esso andò a rafforzare le fila della scuola di Canterbury e del Rock In Opposition (RIO) in entrambe le sponde dell’Atlantico. Negli Stati Uniti si formò una fervente scena underground e in Europa nacquero nuovi pionieri come gli Univers Zero, fino ad arrivare poi ai primi anni ’80 con l’avvento del neo progressive e il successo internazionale dei Marillion.
Il libro è diviso in cinque capitoli e di seguito potete leggere gli argomenti e i principali gruppi trattati. Ogni capitolo è introdotto da un inquadramento della scena musicale nella quale operarono queste band con riferimenti ad altri gruppi "minori". La prefazione al libro è stata scritta da Pas Scarpato, leader del gruppo Malaavia.
CAPITOLO I (esempi musicali)
- Canterbury, atto secondo
(Gilgamesh, National Health, Bill Bruford, Richard Sinclair, Phil Miller, Allan Holdsworth, Steve Hillage, Picchio dal Pozzo, Happy the Man, The Muffins, Kenso, Ain Soph)
CAPITOLO II (esempi musicali)
- Avant-Prog o Rock In Opposition
(Univers Zero, Present, Art Zoyd, Miriodor, Birdsongs of the Mesozoic, 5uu’s / U Totem, Thinking Plague / Hamster Theatre, French TV, Cartoon, However, Cheer-Accident)
CAPITOLO III (esempi musicali)
- Il Progressive Rock fuori dall’Europa
(Yezda Urfa, Starcastle, Dixie Dregs, Djam Karet, Phish, Harmonium, Maneige, Saga, Témpano, Sebastian Hardie / Windchase)
CAPITOLO IV (esempi musicali)
- Reduci europei
(U.K., The Alan Parsons Project, Asia, The Enid, Locanda delle Fate, Maxophone, Kaipa, Isildurs Bane, Anyone’s Daughter, Solaris)
CAPITOLO V (esempi musicali)
- Neo Progressive Rock
(Marillion / Fish, Twelfth Night, Pallas, IQ, Pendragon, Ezra Winston, Arcansiel, Nuova Era)
lunedì 4 aprile 2011
F L O A T I N G M E - FLOATINGME (2011)

Tracklist:
1. Deathless
2. Narke
3. Spirals
4. Piano
5. Sugar
6. Breaking To Breathe
7. Xtoto 8. Bezhumous
9. Short Cuts To Feeling
10. The Beautiful Fall
11. Across The Gulf
www.myspace.com/floatingme
http://www.floatingme.com/
sabato 2 aprile 2011
Oceansize + Steven Wilson split 7" (Fear + Stonage Dinosaurs)
