sabato 21 marzo 2015

HIDDEN HOSPITALS - Surface Tension (2015)


Dopo la fine prematura dei Damiera, i superstiti David Raymond e Steve Downs nel 2011 si imbarcarono in un'altra band formando gli Hidden Hospitals, unendosi con l'ex Kiss Kiss Jared Karns (batteria) e John Scott (basso). Come sappiamo, il gruppo ha realizzato finora due ottimi EP e, nel 2014, ha annunciato l'inizio dei lavori per un full length album attraverso una campagna Kickstarter e registrato poi a Nashville con il supporto del produttore J. Hall, già dietro al banco di regia nei due citati EP.

Il risultato è oggi nelle nostre mani e si intitola Surface Tension e, lasciatemelo dire subito per fugare ogni dubbio, suona come una bomba. Nei due EP gli Hidden Hospitals avevano messo in chiaro di distanziarsi dalle intricate trame math rock dei Damiera attraverso composizioni più snelle e meditate, ma a loro modo sempre avventurose, adottando il motto "addizione per sottrazione" come manifesto programmatico con il quale procedere negli arrangiamenti e nelle sonorità. Bene, Surface Tension è una summa e il coronamento di questa metodologia di lavoro che punta dritto verso un nuovo cambiamento dove, stratificando suoni minimali, si ottiene il massimo dei risultati. In questo la produzione di J. Hall ha fatto miracoli, aiutando il gruppo a conseguire la propria visione di costruzione sonora: compatta ed evanescente al tempo stesso, grazie ai delicati equilibri che sembrano montati con cura, pezzo per pezzo, per andare a completare un quadro generale di una potenza sonica incredibile. Un album prodotto da dio, insomma (e, per una volta, non stiamo parlando di Steven Wilson).


Se non ci credete basterebbe ascoltare la strabiliante Broken Skeletons che, anche quando sfoggia i suoi riff massicci, non sovrasta mai gli interventi delle note in sottofondo. Proprio questi particolari, in pratica, non vengono soffocati dagli altri suoni, ma emergono in egual misura. Una scelta necessaria per i toni contrastanti che si vengono a creare all'interno di uno stesso brano, facendo suonare potenti anche i momenti più quieti, come Pulp, in perenne bilico tra delicatezza e epiche costruzioni soniche, oppure la tensione che si dipana per tutta la durata di Modern Saints. Parlando di lavorare per sottrazione, i brani di Surface Tension mettono in prima linea le ritmiche e le linee melodiche del canto acuto di Raymond, lasciando alle chitarre un ruolo quasi marginale di sottile decorazione, tranne quando irrompono in tutta la loro elettricità nei chorus. Proprio su tale linea sono incentrate Rose Hips e soprattutto Wounded Sirens, dove ritroviamo il gusto degli Hidden Hospitals nel delineare maestosi ritornelli conditi da bordoni elettrici.

In più, rispetto ai due precedenti EP, l'album aumenta la presenza dell'elettronica, specialmente nei suoni di basso e con l'aggiunta di piccoli accorgimenti di synth (ad esempio su Bone Scraper, SynesthesiaAnimals). Puntato il faro su questo argomento, l'altro miracolo che avviene su Surface Tension è come gli Hidden Hospitals siano riusciti a sposare in modo indolore le ruvidezze del loro rock alternativo con un pertinente uso di elettronica minimale, fino a fondersi in modo quasi impercettibile nella title-track e in From Toxin. Da Surface Tension appare chiaro come il gruppo e il produttore J. Hall abbiano trovato insieme un'alchimia unica che gli ha premesso di formare un team stellare che, se continuerà a spingersi oltre questi limiti, in futuro potrà stupire. 

L'album è in streaming in anteprima sul sito Substream Magazine, oppure potrete ascoltarlo da martedì 24, che è il giorno ufficiale di realizzazione, su Bandcamp.




http://hiddenhospitals.com/

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