mercoledì 4 luglio 2018

Distorted Harmony - A Way Out (2018)


Dopo quattro anni di silenzio gli israeliani Distorted Harmony pubblicano il terzo album A Way Out con alcune novità. Il disco è una solida affermazione delle proprie capacità di evoluzione: infatti, se il primo album Utopia (2012) voleva essere un excursus tra il più classico prog metal con influenze sinfoniche e barocche, il secondo Chain Reaction (2014) indulgeva su toni progressive metal decisamente più melodici, questa nuova uscita pone i Distorted Harmony in prospettiva ad una visione moderna e in pieno accordo con i tempi. Il principale compositore rimane il tastierista Yoav Efron, ma dal punto di vista del rinnovamento è un ottimo acquisto nella line-up l'arrivo del chitarrista metal fusion Yoel Genin (in coppia con Amit Plaschkes) che i più attenti lo possono ricordare come il responsabile del notevolissimo progetto HAGO con i quali ha pubblicato pochi mesi fa l'omonimo album di esordio.

A Way Out sposa quindi un prog metal più asciutto nelle soluzioni tematiche attraverso brani che non si dilungano eccessivamente, ma dall'altro lato scelgono una nuova prospettiva di sound che li allontana dallo stantio sinfonismo progressivo, anche optando per i riff più duri e aggressivi prodotti finora dalla band. L'efficace Downfall ricorre a contrasti ben dosati tra riff metal, tastiere futuristiche e la voce di Michael Rose sempre pronta a portare equilibrio melodico nel ruvido caos elettrico. Il nuovo territorio toccato da A Way Out non poteva poi che essere il djent che nelle parentesi strumentali di Room 11, Anima e Severed prende dei contorni veramente potenti e aggressivi, dando spazio ad impensabili sfoghi alla Meshuggah, anche se le sezioni vocali stemperano per contrasto qualsiasi aspettativa che volga verso orizzonti di metal estremo.

In realtà, pur essendo presente una minimissima parte di harsh vocals, l'album viaggia su un'impronta di progressioni armoniche e melodiche molto ben strutturate e ben inserite nel mood djent metal dove un brano come Awaken è un saldo punto di riferimento nel suo spaccarsi in due tra introspettiva ballad nella prima parte e incalzante ouverture prog metal nella seconda. In pratica i Distorted Harmony spingono ancora di più le proprie capacità al fine di fortificare e rendere solide le inflessioni tecnicamente più complesse e al tempo stesso concorrono ad aumentare il carico di pathos emotivo grazie a stratificazioni atmosferiche dettate dalle tastiere e dagli arpeggi clean di chitarra. A Way Out, nonostante dei predecessori di tutto rispetto, si distingue così per essere il lavoro più evoluto e maturo della band israeliana.

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