sabato 7 maggio 2022

Altprogcore May discoveries


Una band tra il post rock, il post hardcore e il post metal quella che appare dal primo EP Beasts of a Future Decay, con il quale si presentano già sicuri dei loro mezzi i Design Flaw.  

 

Anche il quartetto norvegese Tenderton è all'esordio con The Chateau, qui siamo però su coordinate differenti. Il gruppo, neanche a dirlo, si allinea alla rigorosa estetica del prog scandinavo, utilizzando tutta la serie di strumentazione vintage che vuole la prassi, però lo fa in modo che sia percepito meno il pesante legame con il prog classico del passato. I brani strumentali risultano ben eseguiti e composti, così The Chateau diventa un bella novità nel panorama prog scandinavo.  

 

Sempre dalla Norvegia arrivano i Soft Ffog ed è il primo gruppo ad inaugurare l'etichetta Is It Jazz? Records che nasce come deviazione della Karisma Records, indirizzata a suoni orientati verso il prog jazz, come il nome fa intuire. 


Misteriosa band, o progetto solista, proveniente da Milano, di cui si sa poco o nulla. I Fight for Attention per ora hanno pubblicato solo due singoli di cui The Point è il più recente, abbastanza però da incuriosire per una buona miscela tra prog e alternative rock.  

 

Former Wrestlers non è altri che il chitarrista Derya Nagle, ex The Safety Fire e ora nei Good Tiger. Champion of the World è il suo primo EP da solista nel quale suona lui stesso ogni strumento.

 
Da qualche anno il chitarrista e cantante Nathan Kane ha creato i Whale Bones, sua creatura musicale con cui ha esordito nel 2018 con l'album Island Fire. Il lavoro si va ad inserire in quell'alternative americano che, dentro brevi canzoni, riesce ad assemblare sonorità post hardcore, post rock e prog senza mai portare all'estremo nessuna di esse.
 

 

Ormai insieme da più di dieci anni, i Caterpillars nei loro album sono riusciti sempre con grande coerenza a pagare tributo ai grandi nomi dell'emo come Sunny Day Real Estate, Mineral, Penfold. Il quarto album Frontier For The Fallen non è da meno e condensa ancora una volta con efficacia la poetica estetica dell'emo di quei gruppi.

3 commenti:

Stefano ha detto...

Cosa ne pensi dell'ultimo album dei Pure Reason Revolution?
Grazie ancora di questi consigli mensili.

Lorenzo Barbagli ha detto...

Mi ha abbastanza deluso, mi sembrano tornati troppo sulla scia elettronica di AVO e H&A che è una direzione che non mi ha mai entusiasmato

Stefano ha detto...

Io l'ho trovato il loro album migliore dopo The Dark Third, invece. L'ho preferito anche ad Eupnea che non mi aveva colpito particolarmente.