sabato 14 maggio 2022

Gospel - The Loser (2022)


I Gospel rappresentano un'altra realtà all'interno del prog hardcore del tutto sconosciuta dalle nostre parti (e con questo non intendo solo l'Italia), però venerata come un culto su suolo statunitense per la sua importanza nell'aver apportato nuovi parametri nel genere. Il gruppo di Brooklyn è stato fino ad oggi autore del solo The Moon is a Dead World, prodotto da Kurt Ballou dei Converge, che quando fu pubblicato nel 2005 passò quasi inosservato, tranne per quei pochi che seguivano con devozione la scena hardcore di Long Island, che all'epoca era in pieno fermento (qui si può leggere un interessante resoconto del contesto in cui nacque l'album), guadagnandosi anche le lodi di quei barbosi di Pitchfork.

Nel corso del tempo la sua fama di opera seminale per definire e consolidare con maggior incisività il rapporto tra post hardcore, prog rock e screamo è cresciuta fino a raggiungere lo status di valenza imprescindibile per l'evoluzione del genere. Come successo per i The Mars Volta, i Gospel si erano impegnati a rendere cerebrale il punk hardcore, ma con caratteristiche ancora più accese ed estreme. I synth, l'organo e le tastiere di Jon Pastir fuse con la chitarra e una sezione ritmica guidata dalla batteria indomabile di Vincent Roseboom, formavano un requiem sinfonico incessante contrappuntato dalla vocalità screamo di Adam Dooling, per arrivare ad un punto di saturazione di ogni aspetto, così come sintetizzato da Rolling Stone, "Received rock wisdom teaches us that punk and prog are sworn enemies. But by the early-to-mid-2000s, genres that seemed worlds apart in the late Seventies had started to creep closer together. The Mars Volta’s psychedelic 2002 post-hardcore fever dream De-Loused in the Comatorium suggested a wondrous hybrid; further underground, a one-off album by an obscure New York band called Gospel made these active ingredients explode."

I Gospel si erano sciolti subito dopo quella prova, quasi nell'indifferenza generale, ma come spesso accade in questi casi, il riconoscimento postumo della loro influenza ha fatto in modo di trasformare The Moon is a Dead World in qualcosa di leggendario. E in un certo senso anche questo fattore ha contribuito a preparare il terreno ad un loro lento ritorno sulle scene, iniziato con una reunion nel 2010 per suonare alcuni concerti, seguito poi dal singolo inedito Tango, che faceva presagire l'arrivo imminente di un secondo album, ma al contrario il gruppo tornò ben presto in una pausa indefinita. 

Solo ora, a distanza di 17 anni da The Moon is a Dead World, i Gospel si ripresentano con nuovo materiale raccolto su The Loser, ancora una volta prodotto da Ballou. Un ritorno che a suo modo quindi rappresenta un evento. Anche se di acqua sotto i ponti ne è passata, l'approccio dei Gospel alla materia non è cambiato: il tappeto strumentale ribolle di magmatiche note di organo, l'andamento si dispiega musicalemnte in modo simile a delle jam session che improvvisano cavalcate prog e math rock, e per rifinire il tutto e sollevare ancora di più la tensione Dooling non lascia scampo alle mezze misure con il suo cantato screamo, isterico e melodrammatico. E alla fine è quest'ultimo l'elemento che rende il pulsare porg hardcore della musica dei Gospel non per tutti i gusti. L'impianto sonoro che scaturisce ha comunque la stessa dirompenza, traducendo nel contesto contemporaneo le medesime asperità elettriche pre-punk anticipate dai Van der Graaf Generator (Bravo) e le elucubrazioni proto metal dei King Crimson, sfociando talvolta in vere e proprie ondate epiche di space punk sinfonico (Hyper, S.R.O.), come una versione più schizzata e punk dei The Mars Volta (Tango).  

La musica dei Gospel in pratica ha ripreso il discorso interrotto all'improvviso con la stessa enfasi e veemenza di molti anni fa, senza perdere quello slancio che all'epoca gli fece acquistare i tanti consensi, in un crogiolo che unisce due generi distanti, che ormai abbiamo imparato a conoscere, con ancor più radicalità di altri colleghi. Ovviamente questa estremizzazione dai due lati può piacere o meno, ma ciò non toglie che i Gospel siano di diritto tra i pionieri che hanno spinto e sperimentato nuovi confini per il prog.

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