Da quel poco che ho letto in giro, anche tra i più appassionati sostenitori dei The Dear Hunter, regna una gran confusione di notizie riguardo al nuovo progetto appena iniziato da Casey Crescenzo e soci. Va comunque detto che una parte di ciò va imputata alla band, decidendo di mantenere un discreto riserbo sul progetto, prima della sua realizzazione. Quindi, prima di tutto, vediamo di mettere ordine al caos che da oggi, forse, con l'uscita di questo EP verrà chiarificato. The Indigo Child è l'introduzione al nuovo universo creato dalla mente di Crescenzo, un racconto fantascientifico che proseguirà per molti album a venire, sulla scia di quanto fatto dai Coheed and Cambria con la saga The Amory Wars e dagli stessi The Dear Hunter con gli Acts.
Le ambizioni di Casey Crescenzo, dopo l'accantonamento del progetto per Act VI, hanno trovato una via multimediale al fine di introdurci nella storia in modo multimediale, attraverso il cortometraggio The Indigo Child: Prologue: Cycle 8 e la sua relativa colonna sonora. Proprio così, il presente EP rappresenta solo un "prologo" a ciò che dovrà arrivare (il primo album della serie dal titolo Antimai è previsto per la prossima primavera) ed è infatti costituito per lo più da tracce strumentali che fanno da commento sonoro al cortometraggio e sono presenti solo due canzoni nel classico senso del termine (una delle quali cantata addirittura dalla compagna di Crescenzo).
Come già accennato in passato The Indigo Child rappresenta anche una nuova veste musicale per il gruppo, che sarà indirizzato su funk, RnB e sonorità anni '80 ed in questa piccola finestra che si è aperta ne appare solo un aspetto ancora in embrione. Gli strumentali sono pesantemente virati verso un sound design futuristico con ampio uso di synth e devono essere considerati in stretta relazione al materiale visivo che vanno a commentare, piuttosto che come strumentali la cui estetica si lega in modo imprescindibile al repertorio dei The Dear Hunter. Anche se rimangono un esperimento interessante, naturalmente l'attenzione è rivolta alle due title-track, anch'esse ammantate da suoni sintetici e che, per questo ed altro, riprendono la visione prog rock dei The Dear Hunter da un nuovo punto di vista.
Dato che The Indigo Child è stato presentato come un progetto musicale al quale collaborano tutti i membri attivamente (la storia comunque rimane del solo Crescenzo), è legittimo pensare che la prima delle due tracce sia influenzata dallo stile electro-funk-prog di Gavin Castleton, che inoltre è anche l'ultimo/unico brano che lo vede coinvolto in quanto il tastierista purtroppo ha lasciato il gruppo lo scorso giugno. La seconda è in sostanza una lenta ballad che richiama le vecchie canzoni swing anni '60 in bilico tra pop hollywoodiano e sonorità armoniche West Coast. Quindi in pratica chi si aspettava un intero album di nuove canzoni rimarrà deluso...oppure no. Per avere un giudizio vero e proprio sull'aspetto stilistico che vestiranno i The Dear Hunter dovremo aspettare ancora qualche mese e intanto goderci il primo assaggio.
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