Talvolta i balzi di stile coincidono con quelli di qualità. E' un po' ciò che è accaduto con il secondo album del quartetto inglese blanket. Dopo un EP e il debutto nel 2018 con How to Let Go, i blanket si erano inseriti e immersi con ogni declinazione del caso nel filone più classico del post rock, tanto che i due lavori appena citati si perdevano tra le tante altre proposte che affollano il genere. Il motivo principale era da imputare al fatto che questo veniva affrontato con pochi elementi veramente originali e si accodava, in modo uniforme e senza rilevanti distinzioni, all'interno del post rock.
Modern Escapism ribalta in modo inaspettato la direzione della band. In pratica i blanket abbandonano quei lidi mantenendosi però leggermente aggrappati ad una cornice sonica propria del genere. Ma il quadro generale si sposta tra i confini dello shoegaze, del metal e del prog, facendone uscire un album visionario e suggestivo. L'atmosfera paradossalmente contraddittoria, che dipinge paesaggi oppressivi ed vasti al tempo stesso, si lega in sintonia con il tema portante dell'opera, ovvero la nostra disconnessione dalla realtà quotidiana causata dai social media, i quali, di contro, ci collegano ad un mondo virtuale vuoto e voyeuristico.
I riff minacciosi e aspri di White Noise che si dipanano verso un un ampio spazio cosmico fatto di chitarre elettriche e ritmiche prominenti ci introducono a quella che sarà la summa sonora dell'album, molto compatto e omogeneo nel suo procedere, ma non per questo soggetto a cadute di interesse. L'arte dei blanket si dedica più alla variazione sul tema, riuscendo ad essere poderosi e spietati nelle cupe astrazione di pezzi come Romance e In Awe (con ospite alla voce Kadeem France dei Loathe) o atmosferici e malinconici nelle progressioni metallico-psichedeliche di Firmament, Where the Light Takes Us e The Last Days of the Blue Blood Harvest.
Modern Escapism è uno di quegli album in cui la massiccia distorsione delle chitarre, associata a tappeti elettrici e soundscapes eterei che si stagliano sullo sfondo in modo continuo, attivano quel paradosso, già prerogativa del djent più intellettuale ed evoluto, di non stare ascoltando pesante post metal, ma una sua variante ambient e psichedelica, che indirizza i sensi verso una direzione estatica e meditativa. Per quanto mi riguarda Modern Escapism è il vero esordio dei blanket. Qui siamo al cospetto di una band totalmente diversa e rinnovata, non solo dal punto di vista stilistico, ma anche da quello qualitativo, espressivo e strumentale.
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