lunedì 24 aprile 2017

Outrun the Sunlight - Red Bird (2017)


Da molto tempo a questa parte, salvo qualche rara eccezione, faccio molta fatica ad ascoltare il post rock, poiché il suo sviluppo si è bloccato prematuramente imbrigliato in alcuni schemi stilistici molto spesso prevedibili e scontati. In un tipo di musica divenuta così descrittiva e "cinematica", molte band dimenticano talvolta di donare il giusto risalto o equilibrio alle dinamiche che per un genere come questo può rappresentare a volte solo un beneficio o un valore aggiunto. Fortunatamente c'è ancora chi, come Caspian, Circadia e Meniscus (per fare alcuni nomi), riesce a spremere qualcosa di interessante da dire a proposito di post rock.

Gli Outrun the Sunlight andrebbero aggiunti alla lista, dato che si erano ben destreggiati tra le trappole del post rock metallico con l'ottimo Terrapin e ora ci riprovano, con sempre buoni risultati, in questo EP di quattro tracce dal titolo Red Bird. La title-track in realtà è più una costruzione dosata di calme atmosfere ondivaghe che non sfocia mai in vere e proprie deviazioni potenti. Le cose cambiano invece da Synergy che, pur iniziando con un clima intimo, continua e si conclude nei meandri del blackgaze e minimalismo metal. Il tutto ci prepara agli oscuri nove minuti di The Danger of Alignment, intrisa di riff cupi e cosmici, e poi al metal psichedelico di Remaining in a Constant State of Discomfort. I quattro brani di Red Bird non aggiungono molto al precedente Terrapin, se non una vena da atmospheric metal ancor più accentuata che permette agli Outrun the Sunlight di confermarsi a proprio agio in qualsiasi dinamica o piega che può prendere la materia sonora alla quale viene attribuito il prefisso "post", che sia rock, metal o prog.


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