Dopo una prima parte orientata verso un pop rock sinfonico che strizza l’occhio ai Porcupine Tree più idilliaci (The Howler, The Simple Story e To Human Misery), si arriva ad una seconda parte più interessante, come se il duo avesse voluto mettersi alla prova. L’innesto di strumenti come arpa e violini dona un tocco onirico, avvicinandoli al folk d’avanguardia di Joanna Newsom, come accade nelle bellissime e tortuose melodie di Crowded Corridors, in cui vengono ampiamente esplorate tutte le potenzialità progressive del duo. L’impianto sonoro fa sempre leva sull’incantevole voce della Semkina e sul piano fluido e molto armonico di Kolyadin, sfruttandone i requisiti folk e classici. Il recupero di certi abbinamenti tra strumentazione da camera e popular music può far ripensare agli indimenticati Clannad (Gerda), ma anche alle ballate pianistiche di Tori Amos (5/4).
Ci sono poi momenti che risaltano l’alchimia acustica tra la Semkina e Kolydin in pezzi più intimisti come Reprise Of Light/No Light e Os Lunatum, ma generalmente Belighted sembra il prodotto di una band al completo. È indubbio che in questa seconda opera gli iamthemorning abbiano compiuto un notevole atto di maturazione, sia per quanto riguarda la produzione che per gli arrangiamenti, più riccamente ornati, fino a permettersi il contributo alla batteria di Gavin Harrison.
http://iamthemorning.com/
Nessun commento:
Posta un commento