lunedì 18 maggio 2009

WATER & BODIES EP (2009)


Questo EP di debutto dei Water & Bodies rappresenta un piccolo evento, non tanto per la sua qualità, tutt'altro che imperdibile, ma per la sua continuità creativa con uno dei più interessanti gruppi di questo decennio: i Kaddisfly.

Ma partiamo dall'inizio. I Kaddisfly sono stati tra le band americane più promettenti del decennio, naturalmente non in base alla stampa musicale (interessata più alle chiacchiere che alla musica) ma in base all'oggettivo talento del quintetto di Portland (Oregon). Dopo qualche EP e due album ufficiali, alla fine dell'anno scorso il bassista Kile Brewer lascia la band e i quattro superstiti decidono di continuare. Cambiano nome, cambiano musica, diventano i Water & Bodies. Rimane l'amarezza di una promettente carriera interrotta sul più bello, ma soprattutto il rimpianto di non poter ascoltare la direzione che avrebbe potuto prendere la musica dei Kaddisfly.

Il nuovo gruppo Water & Bodies arriva così a registrare questo omonimo EP, reso disponibile dal 15 maggio sotto forma digitale sul sito della Rain City Records, che, come accennato, è abbastanza trascurabile. Nel bene e nel male i quattro di Portland hanno dato un colpo di spugna al passato non solo dal punto di vista stilistico, ma anche dal punto di vista della performance. Un nuovo inizio a tutti gli effetti quindi, tanto che la band sembra abbia dimenticato i trucchi appresi nei pochi ma fruttuosi anni di onorata carriera.

Water & Bodies EP contiene delle canzoni molto essenziali con arrangiamenti poveri ed in più una produzione spartana con una registrazione quasi casalinga. Le composizioni sembrano poi raffazzonate in fretta e furia per avere velocemente del materiale inciso. In questo senso si percepisce la mancanza di uno slancio che possa infondere propulsione e coinvolgimento come se il gruppo fosse uscito dal precedente progetto emotivamente svuotato. E' come se avessero vissuto un'esperienza traumatica, la quale si riversa inevitabilmente sulla musica. Tutto è affogato in pezzi di media melodrammaticità come Free World o lenti basati su accordi improvvisati come Animals. Le idee erano ancora da mettere a fuoco un po' ovunque, ma soprottutto sulla scarna Celebration Song che, con un po' di lavoro in più ed un oculato arrangiamento, avrebbe potuto competere con il repertorio Kaddisfly.

Scrivere questo giudizio negativo (ma realistico) è più difficile del solito poiché dispiace precludere dei potenziali ascoltatori (e acquirenti quindi) che con il loro contributo possono sostenere dei validi artisti. Questa comunque può essere una prova, un test che forse ci porterà ad un buon album di esordio. Ed anche se i Water & Bodies, come già ribadiscono loro stessi, non hanno nulla a che vedere con i Kaddisfly e costituiscono un distaccamento musicale netto nei confronti di questi ultimi, è comunque positivo vedere che ancora i quattro ex Kaddisfly proseguano con tenacia il loro sogno musicale.

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