giovedì 1 aprile 2021

Altprogcore April discoveries


Per chi si chiedesse che fine hanno fatto Carla Kihlstedt e Matthias Bossi degli Sleepytime Gorilla Museum, sono attivi da diversi anni con il progetto art rock Rabbit Rabbit Radio e Volume 4 - The Animal I Am è l'album che hanno pubblicato da poco. Atmosfere oscure e crepuscolari si affiancano ad un rock spigoloso e sperimentale che in questo lavoro trova una buona ispirazione.
 
 
 
Gli australiani Hemina suonano un potente prog metal con qualche riferimento alla synthwave, alla fusion e all'hair metal degli anni '80.
 
 
 
Magical Thinking, terzo album in dieci anni per la band finlandese Minutian, si distingue nella loro discografia per essere il più maturo e ben calibrato nel rendere un prog metal dark, ma con ampi spiragli melodici, tra rock alternativo ed evoluzioni chitarristiche dure alla maniera di Tool e Karnivool.   
 
 
 
I Framing Skeletons sono un trio di prog metal formato da Jeremy Burke (chitarra), Bryan Holub (batteria) e Ethan Berry (basso). Anche se sono nati nel 2019, Luminescence è già il loro terzo album e rappresenta un continuo al precedente Osmium (2020), come suggerito anche dalla simile cover speculare. Solo che questa volta il gruppo lascia da parte gli aspetti più aggressivi (anche vocali) del proprio sound e si dedica ad atmosfere elegiache e dark, toccando da lontano il djent e il post prog. 
 
 
 
 
Shapeless è l'EP di tre tracce che segna l'esordio del trio strumentale St. Barbe. Il gruppo londinese è formato da James Maltby, chitarrista e compositore dei brani, Edwin Ireland al basso e Floyer Sydenham alla batteria. I St. Barbe offrono una prog fusion meticolosa e cerebrale, non disdegnando improvvisazione e polirtimie che rendono i pezzi in continua trasformazione.
 
 
 
The Elephant in the Room è il progetto solista del chitarrista di Minneapolis Brian Bass e anche il titolo del suo album d'esordio. Il disco si attesta nella categoria prog fusion strumentale e se aggiungiamo che comprende molti ospiti, tra i quali gli Arch Echo al completo e il virtuoso chitarrista Wes Thrailkill, sarà più semplice capire di cosa si tratta.
 
 
 
Talentuosa band israeliana di fusion che vede alla batteria Yogev Gabay (Distorted Harmony, Anakdota, HAGO), reintepretano alcuni classici jazz in chiave prog rock.  
 
 
 
Gli Origami Angel sono i nuovi campioni di emo pop punk, capaci di raccogliere in un brano molteplici idee e apparire solari e malinconici allo stesso tempo. Somewhere City è stato il loro album d'esordio del 2019, ma sono già pronti con il seguito Gami Gang in uscita il 30 aprile che sarà addirittura un doppio.

    
 
 
Nel vero spirito del midwest emo Everything Just Happens, esordio dei texani No Place Like Home, coniuga malinconiche arie jazz e rock emo.  
 
 
 
All Good Man è il secondo EP del chitarrista che si presenta con il nome di Mollywhollop e si dedica a composizioni math rock inidirizzate ad atmosfere eteree che presentano cenni di elettronica, ambient e world music. Tra le parti di Jakub Żytecki e Six Gallery.
 
 
 
Altra variante math rock da parte dei Fighting Jazz con un omonimo EP d'esordio che, come accenna il nome della band, si destreggia tra midwest emo e jazz. 
 
 
 
 
Interessante proposta musicale questa del quartetto francese BRUIT ≤ i quali, con l'album The Machine is Burning and Now Everyone Knows It Could Happen Again, si fanno portavoce di un post rock da camera, a volte acustico a volte sonicamente devastante.
 
 
 
Nel loro quarto album in studio Sleeptalk i Dayseeker spingono il loro post hardcore su versanti più melodici, aiutandosi con sonorità elettroniche tra la synthwave e l'R&B. Diciamo che tale ibrido era presente anche nel loro metalcore del passato, ma in questo contesto la componenete si è alleggerita dando spazio anche a sprazzi più orecchiabili.

 

Gli Embracer si impongono con un suono altamente riverberato e sognante che fa uso di elementi shoegaze e post rock applicati all'emo pop.

 

L'album To See the Next Part of the Dream dei sudcoreani 파란노을 (Parannoul) è diventato quasi un'anomalia di Bandcamp. Per la sua natura indipendente e casalinga poteva rimanere relegato ad un culto riservato a pochi all'interno del mare magnum del sito di streaming. Invece il passaparola di apprezzamenti nella comunità shoegaze e un bell'8.0 su Pitchfork ne hanno generato un caso, diventando l'album del momento. Si parla sempre però nel contesto della sfera dream pop, shoegaze, post rock e emo, ovvero gli stili che questa band artigianale (o one-man-band, le informazioni non sono moltissime) va a toccare. Per ciò che mi riguarda è un lavoro rudimentale, a tratti inascoltabile, anche per via di una registrazione ed un mix ai limiti delle "loudness war", suono bombastico e fastidioso anche per un prodotto lo-fi. Comunque, a quanto pare, può esserci chi apprezzerà e ve lo lascio qui.

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