venerdì 22 aprile 2016

The Gabriel Construct - Interior City (2013)


Interior City è uno degli album più impegnativi che mi sia capitato di ascoltare di recente, chiedendomi il perché non abbia mai sentito prima il nome di The Gabriel Construct, dato che il suo primo (e finora unico) lavoro risale ormai a tre anni fa. Interior City è il parto musicale del giovane compositore Gabriel Lucas Riccio che per 72 minuti ci regala una personalissima visione di complesso avant prog. Dissonanze, melodie, minimalismo, rumore, classica, jazz, avant-garde, RIO, metal, sono solo alcuni degli aspetti che quest'opera unica va a sondare con un gusto del tutto alieno che naturalmente richiede all'ascoltatore pazienza e tempo per essere assimilata. A partire dall'inaugurale Arrival in a Distant Land, Gabriel ci mostra solo la superficie di quello che andrà ad intaccare, destreggiandosi tra le caratteristiche di moltplici generi senza mai però potersi ascrivere all'interno di essi: possono essere le concezioni astratte della traccia appena citata e quelle di Languishing in Lower Chakras, oppure le ritmiche metal, le armonizzazioni jazz e le agonizzazioni thrash di Curing Somatization, ma non è classica avant-garde né prog metal. Quindi, cosa può essere Interior City se non la pura essenza del progressive rock nel frappore generi e dar loro nuova linfa? 

Per presentare con efficacia il risultato di questo giovane artista, mi verrebbe da sintetizzare con una domanda ad effetto: vi piacciono maudlin of the Well, Kayo Dot, Devin Townsend, Quiet Child, Mr. Bungle? Bene, qui siamo oltre. Gabriel Lucas Riccio sa osare come e più di questi artisti con ambizione e coraggio, proprio perché si presenta con una prima opera monumentale sotto molti punti di vista. Interior City è inoltre, liricamente, una profonda meditazione sul declino della società e il rispetto che il singolo individuo si deve conquistare all'interno di essa, concetti espressi attraverso la forma del concept album che unisce idealmente tutte le dieci tracce senza soluzione di continuità, in un'unica, lunghissima, suite. Tra gli ospiti che hanno suonato su Interior City troviamo Travis Orbin (Darkest Hour, ex-Periphery, Of Legends) alla batteria, Thomas Murphy (ex-Periphery) al basso, David Stivelman (ex-Debbie Does Dallas) alla chitarra, Soren Larson al sassofono e Sophia Uddin al violino.



http://thegabrielconstruct.com/

1 commento:

Paolo Carnelli ha detto...

Album decisamente affascinante! Riccio attualmente si è dedicato alla trascrizione degli album dei King Crimson: https://musicscores.bandcamp.com/