BLUE
Il primo EP della serie è forse anche quello che affascina di più. Molto lento e rarefatto è aperto da Feed, con ombre di chitarre che vanno e vengono, una ritmica swing rock e quel falsetto sussurrato ai limiti dell'afasia del cantante Brendon Hafetz, penetra dentro come un'umida nebbia autunnale e conquista. Sweet Dreams è ancora più atavica nelle sue spire chitarristiche che formano un paesaggio sonoro calmo e allo stesso tempo vorticoso come un mix tra le band di scuderia 4AD e i Motorpsycho.
RED
Passando a Red, all'inizio di Hey, Mr. Paul sembra di stare ancora dalle parti di Blue e invece siamo trascinati in un mellifluo groove art rock che nel chorus presenta delle bordate elettriche non molto pesanti, ma dai contorni metallici comunque ben definiti. Out on My Own appare come fosse suonato da una sofisticata rock band europea, sostenuto da un'ottima prova vocale di Hafetz che, redendomi conto di scomodare un paragone impegnativo, ricorda sempre più la versatilità di Jeff Buckley.
ORANGE
Con Miss You e Happy Birthday si entra nei reami del pop rock, ma scavalcando la banalità che si nasconde sempre dietro l'angolo quando ci si incammina in questi territori. Tra le sei canzoni, le due di Orange sono quelle designate per trasmettere spensiratezza e felicità, con testi volutamente sentimentali che riflettono il generale senso di disimpegno.
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