martedì 27 giugno 2017

Alpha Male Tea Party - Health (2017)


Se esiste uno spazio vacante tra il prog math hardcore dei The Physics House Band e quello degli Strawberry Girls, allora ad occuparlo sono sicuramente gli Alpha Male Tea Party. Nati come un progetto solista del chitarrista Tom Peters, si è ben presto evoluto e trasformato in un power trio con l'ingresso di Greg Chapman alla batteria e Ben Griffiths al basso. Health è il terzo album della loro carriera ed arriva dopo che Droids (2014) li ha fatti conoscere e apprezzare al mondo del math rock.

Lo stile degli Alpha Male Tea Party è irruento e rumoroso con suoni pesanti come macigni, non diciamo a livello di durezza, ma piuttosto nell'impatto d'insieme del volume sonoro. Alternando riff massicci e matematici con groove graniticamente geometrici, il suono distorto della chitarra passa da un normale registro elettrico ad un altro stridulo ed elettronico con naturalezza, mentre la sezione ritmica gestisce e rafforza i bombardamenti sonici. Non c'è da dubitare che con tali premesse gli Alpha Male Tea Party abbiano trovato un proprio sound riconoscibile, anche se a lungo andare spingono un po' troppo sugli stessi espedienti per sviluppare un brano con il risultato di far apparire l'album un coagulo di idee abbastanza somiglianti. Piuttosto bene invece fa l'opener Have You Ever Seen Milk che, a differenza degli altri brani, si pone come una lenta edificazione di umori in crescendo e improvvise detonazioni.

A partire dalle complesse giravolte mathcore della seconda traccia Ballerina, Health stordisce e disorienta per l'incessante assalto sonoro, quello che di pregevole affiora da brani come The Museum Walking, Carpet Diem e I Still Live at Home non è però un'aggressività brutale e fine a sé stessa, ma tutt'altro. Gli Alpha Male Tea Party tirano fuori temi melodici, divertenti e dalla forte carica futurista. Così, se la proposta proveniente da band di progressive hardcore talvolta vira verso una complessità oppressiva e dai toni oscuri, Health ha da offrire anche spiragli di sole tra le pieghe di Nobody Had The Heart To Tell Him He Was On Fire o Some Soldiers. Nonostante qualche pecca, la terza prova del trio segna comunque un'evoluzione rispetto a Droids, grazie ad una scrittura leggermente più versatile e strutturata che li guida verso una maggiore consapevolezza dei propri mezzi.




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