mercoledì 1 maggio 2019

Arch Echo - You Won't Believe What Happens Next! (2019)


A distanza di due anni esatti dall'omonimo esordio il quintetto strumentale Arch Echo è già pronto con il secondo sforzo You Won't Believe What Happens Next!. E in questo caso la parola sforzo non è usata a caso poiché traccia dopo traccia gli Arch Echo danno l'impressione di spingere (e spingersi) sempre al massimo delle proprie possibilità di preparati strumentisti, a partire dal singolo Immediate Results! accompagnato da un video altrettanto adrenalinico. Ciò che stupisce di tale abilità sono la coesione e la compattezza con le quali i cinque membri si misurano, sempre pronti ad imporsi con i rispettivi strumenti a prescindere da chi sia sotto i riflettori solistici in quel momento. E ciò permette ad ognuno di brillare in pezzi corali come Bocksuvfun e Iris oppure, dimenticandosi della dinamica intesa come tale, impostarla tutta su spasmi (Daybreak, Mukduk) e strappi continui che trasformano i brani in tanti piccoli segmenti (Stella) che si susseguono con la stessa velocità di un treno in corsa.

Se gli Arch Echo fossero dominati dalle sole chitarre di Adam Bentley e Adam Rafowitz staremmo qui a parlare dell'ennesimo gruppo metal/djent abile nel mostrarsi contiguo a certi stilemi prog e jazz. Invece la massiccia presenza delle tastiere  di Joey Izzo infonde un'aura fusion prelevata a mani basse dall'estetica stilistica dei synth anni 80 (tra le altre cose più lampanti gli esempi sono l'intermezzo di Tempest e l'intro di Aurora). Queste più o meno costituiscono le caratteristiche che emergevano con incisività dal primo album e che la band ha indubbiamente mantenuto e preservato anche perché, ormai abbiamo capito, è lì che risiede la sua identità. You Won't Believe What Happens Next! persegue benissimo quella strada e mantiene alto il livello qualitativo, oltre che il volume di prog fusion suonata in Caps Lock.

www.archecho.com

1 commento:

Bitoku (Nevrness) ha detto...

C'è un album che vorrei recensire, intitolato "Nevrness - Reorient", e che vorrei che ascoltaste. Si tratta di uno strumentale Prog-Bass giapponese pubblicato questo mese.