martedì 20 settembre 2011

WHITE WILLOW - Terminal Twilight (2011)


All’indomani dell’uscita di Signal to Noise (2006) il futuro dei White Willow sembrava incerto. La band si era disgregata e il leader, Jacob Holm-Lupo, si era dedicato a tempo pieno al suo progetto solista The Opium Cartel. In effetti di tempo ne è passato e, a distanza di cinque anni dall’ultimo lavoro in studio, esce ora Terminal Twilight, sesta opera della band norvegese. Holm-Lupo ha nel frattempo rimodellato la line-up del gruppo. Insieme a lui e agli ormai consolidati Lars Fredrik Frøislie (tastierista di fama “wobbler-iana”) e Ketil Einarsen (flauto), c’è stato l’arrivo della nuova bassista Ellen Andrea Wang, la seconda sortita alla batteria dell’ex Änglagård Mattias Olsson (già presente su Ex Tenebris) e soprattutto il ritorno della storica voce dei White Willow Sylvia Skjellestad (a.k.a. Erichson).

Come reazione alla sovrapproduzione di Signal to Noise, Holm-Lupo ha deciso di registrare e mixare il lavoro in modo minimale, non in uno studio professionale, ma nella propria casa, coadiuvato dal suo MacBook, una soundcard e qualche microfono. Ciò, in termini di qualità sonora ed equilibrio, non ha afflitto in alcun modo il risultato finale. Nella discografia dei White Willow Terminal Twilight è destinato a divenire una delle prove migliori. Mai il gruppo si era confrontato con un repertorio così complesso e articolato, dove ogni composizione è una mini suite che incorpora al proprio interno molteplici risvolti tematici.

L’album si apre con le esoteriche atmosfere di Hawks Circle the Mountain che recuperano quel retaggio da rituale pagano presente su Ex Tenebris, ma con ben altra forza e spessore. Kansas Regrets è una languida ballata autunnale guidata da incantevoli arpeggi di chitarra acustica, con una coda finale che ricorda il David Sylvian degli ultimi anni ’80. La canzone è molto toccante e delicata e l’utilizzo della voce raffinata e malinconica dell’ospite Tim Bowness non potrebbe essere più riuscito. Oltretutto il cantante dei No-Man, già ospitato nell’album solista di Holm-Lupo, è anche co-autore del brano.

Red Leaves e Floor 67 sono forse i pezzi forti di Terminal Twilight. Il primo è dedicato esplicitamente a Tony Banks, ma non è però una pedissequa rivisitazione delle sonorità genesisiane. Holm-Lupo allestisce il brano sfruttando una notevole capacità di arrangiamento e sugli emozionanti crescendo di tastiere di Frøislie. Il secondo fonde la natura melodica (e quasi pop) dei White Willow con quella più progressiva, rappresentata dal drammatico showdown strumentale, orchestrato dalla presenza magistrale delle percussioni di Olsson.

Natasha of the Burning Woods è uno strumentale abbastanza ordinario, all’inizio quieto e in odore di Pink Floyd, poi si trasforma in una cavalcata elettronica somigliante ad alcune cose degli Alan Parsons Project. Searise, con le sue arie elegiache, si ricollega direttamente alle ambientazioni dark di Storm Season. Anche qui a farla da padrone sono le tastiere di Frøislie con una predilezione per l’organo e un certo gusto per le sonorità dei gruppi progressivi italiani degli anni ’70. I White Willow continuano a mantenere un altissimo profilo nell’ambito del progressive rock contemporaneo. Sono mancati dalle scene per un po’ di tempo, ma ora sono qui a riprendersi il posto che gli spetta.



Tracklist:
1. Hawks Circle the Mountain (7.10)
2. Snowswept (4.13)
3. Kansas Regrets (4.39)
4. Red Leaves (8.40)
5. Floor 67 (9.54)
6. Natasha of the Burning Woods (6.30)
7. Searise (13.14)
8. A Rumour of Twilight (2.35)

http://www.whitewillow.info/

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