sabato 16 ottobre 2010
PURE REASON REVOLUTION - Hammer & Anvil (2010)
Non voglio dilungarmi su come i Pure Reason Revolution si siano trasformati radiclamente dai tempi di The Dark Third visto che, alla luce degli eventi odierni, quell'opera va valutata come un'anomalia all'interno della discografia della band e va vista come una parentesi a sé stante.
Quindi veniamo al presente. Dico subito che se vi è piaciuto Amor Vincit Omnia (e a quanto pare sono in molti) vi piacerà sicuramente anche Hammer & Anvil. La direzione è più o meno la stessa e sempre più indirizzata verso un formato che rispetti i canoni di una normale canzone. Non ci sono molti sussulti o sottostrati da scoprire ascolto dopo ascolto: ciò che i Pure Reason Revolution hanno da offrire lo abbiamo a disposizione delle nostre orecchie fin da subito. Rimane la fascinazione per le polifonie vocali - della Alper e Wilcox - abbinate come sempre a un tripudio di drum machine, sintetizzatori e diavolerie elettronche (Patriarch e Valour). Questa probabilmente, in un universo parallelo, è la via alternativa che avrebbero potuto imboccare i Porcupine Tree degli esordi, quando Steven Wilson si divertiva con saltuarie incursioni nella trance ambient elettronica di Voyage 34, Burning Sky e Wire the Drum, ancor meglio rappresentate dal trip spaziale-psichedelico di Open Insurrection.
Altrimenti quello dei PRR è propriamente un freddo techno-rock dell'era moderna, come dimostrano i bombardamenti di Fight Fire e Black Mourning, i giochi e riff di sintetizzatori di Last Man, Last Round o il synth pop simil-anni-Ottanta di Over the Top e Armistice e ancora la ritmica spedita, quadrata e quasi dance di Never Divide. Blitzcrieg sembra poi una specie di remix di qualcosa, una vera e propria dichiarazione d'intenti nel suo distaccarsi sempre più dal rock e sposare incodizionatamente un'estetica da dance elettronica. Cosa che poi l'album si prefigge come scopo, dato che per descrivere i Pure Reason Revolution di oggi si potrebbero citare i nomi di Depeche Mode, Soft Cell e Chemical Brothers, piuttosto che Pink Floyd o Porcupine Tree.
Hammer and Anvil supera così Amor Vincit Omnia solo perchè mostra finalmente con chiarezza la decisa sterzata della band verso lidi che non appartengono più al progressive rock e forse neanche all'alternative. Quindi capitolo chiuso, se ne apre un altro e per quel che mi riguarda non sarò lì a seguirlo. L'unico merito dei Pure Reason Revolution è quello di aver avvicinato così tanto l'elettronica alla filosofia di una rock band da potersi esibire con la stessa pertinenza sia in dancefloor aristocratici, sia in festival rock alternativi, senza mai essere o sentirsi fuori contesto.
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