lunedì 29 giugno 2009




















Closure in Moscow - First Temple

L'effetto causato dall'ascolto dell'album di debutto dei Closure in Moscow è simile a quello che ho avuto ascoltando gli Emarosa. Non che i due gruppi si somiglino, ma la potenza di fuoco causata dalla poderosa raccolta di pezzi può facilmente frastornare. La densità sonora si coagula in assalti frenetici che però trattengono sempre un palese nucleo melodico. Il quintetto australiano riassume su First Tample quasi tutta l'estetica post-hardcore, non sempre in modo lucido, ma di sicuro impatto, grazie ad un compromesso che si apre a soluzioni più orecchiabili con pezzi come Had to Put It in the Soil e A Night at the Spleen. I Closure in Moscow possono essere facilmente accorpati all'ultima onda alternative e paragonabili a band come Mars Volta (si ascolti l'incredibile Afterbirth) per le veloci dinamiche sperimentali e la somiglianza dell'approccio canoro del frontman Chris De Cinque o ai Kaddisfly per la costante ricerca melodica accostata a sonorità aggressive.

www.myspace.com/closureinmoscow






















Rx Bandits - Mandala

Non sono un fan del cosiddetto ska-punk e quindi mi sono accostato a Mandala in modo alquanto prevenuto. E' stata la componente progressiva dei The Sound of Animals Fighting (l'altra band nella quale milita il leader Matt Embree) a farmi decidere di ascoltare gli Rx Bandits. Ma quello degli Rx Bandits più che ska-punk potrebbe essere catalogato come ska core per le chiare connotazioni progressive nell'utilizzare cambi temporali fin troppo ostentati (Hope is a Butterfly, No Net Its Captor, She Beats Her Wings and Softly Sings of Summer Scent and Childrens Laughter (Virus of Silence)) o nel cacciarsi in intricate trame che possono disorientare (Hearts That Hanker for Mistake). La chitarra di Embree si esprime sempre e comunque con toni che ricordano lo ska o il raggae, ma sono le ritmiche di Chris Tsagakis a fare la differenza, togliendo ad esempio quell'aura di prevedibile ballabilità sudamericana a Mientras la Veo Soñar, trasformandolo in qualcosa di più sperimentale. Mandala è però un lavoro abbastanza squilibrato che ritorna spesso su binari dall'impianto più marcatamente caraibico come su White Lies o Bury It Down Low. Il carattere schizofrenico, che fa convivere nell'album il calore della danza sudamericana combinata con il rock ed il calcolo della sperimentazione psichedelica, è sublimato nell'ultimo pezzo Bring Our Children Home or Everything is Nothing.

www.myspace.com/rxbandits

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